Sfida da una società in crisi

FOLLAdi R. REED  –   E questo tanto più dovete fare, conoscendo il tempo nel quale siamo; poiché è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché la salvezza ci è adesso più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre, e indossiamo le armi della luce. Camminiamo onestamente come di giorno; non in gozzoviglie ed ebbrezze; non in lussuria e lascivie; non in contese ed invidie; ma rivestitevi del Signor Gesù Cristo; e non abbiate cura della carne per soddisfarne le concupiscenze. (Romani 13:11—14).

Qui abbiamo un modello di azione per i pastori e le chiese, che, nella provvidenza di Dio, sono chiamati a fronteggiare la sfida di una società in crisi. La società di oggi è, infatti, in crisi. Paolo scrive alle nascente chiesa di Roma. La civiltà romana di quell’epoca era in declino. L’Impero era sulla via del tramonto. All’inizio, la storia romana aveva conosciuto momenti di legalità, di onestà politica, di moralità e di civile obbedienza. Ma ora erano subentrati la decadenza, il permessivismo, la sfrenata sete di ambizione.

Edward Gibbon, il famoso storico che scrisse il classico, “Il declino e la caduta dell’Impero Romano”, sostenne che la caduta del grande Impero Romano non venne a causa dell’opposizione esterna ma a causa della corruzione e della decadenza interna. La nascente chiesa cristiana di Roma si trovò ad operare in una società in crisi socialmente, politicamente, economicamente e moralmente. Nel verso 2, leggiamo: »E questo tanto più dovete fare conoscendo il tempo nel quale siamo«. La parola tempo va intesa nel senso di periodo caratterizzato da momenti di emergenza e di crisi. Sempre nel verso 2, troviamo: »Poiché è ora ormai che vi svegliate dal sonno«. La parola ora ha il significato di occasione per agire. Paolo, nel verso 13, dice: »Camminiamo onestamente, come di giorno; non in gozzoviglie ed ebbrezze; non in lussuria e lascivie; non in contese ed invidie«.

Questa non è una lista completa dei peccati di quella società. E’ una lista sommaria. Ci sono tre differenti classificazioni che potrebbero includere tutti i peccati e le iniquità. Tutti i peccati degli uomini possono essere classificati secondo queste tre categorie: la parola, il pensiero, l’azione; il corpo, i sensi, la mente.

NON IN GOZZOVIGLIE ED EBBREZZE

Qui noi abbiamo un particolare aspetto del peccato, quello riguardante il gozzovigliare. Ciò riguarda i peccati dello sfrenamento dei sensi. Moltitudini di persone erano vittime di tali peccati. Essi erano sregolati: volevano fare ciò che loro piaceva. Ma può una società sussistere se non si ubbidisce alle leggi e alle regole? Per ebbrezze si debbono intendere l’intemperanza, l’intossicazione, la perdita dell’autocontrollo, le orge. Qual’è uno dei problemi più gravi della società di oggi? L’Alcolismo. Quante persone sono schiave del vizio del bere! Uomini e donne, giovani e vecchi sono vittime dell’alcoolismo. Il pericolo dell’alcoolismo oggi riguarda anche molti credenti.

E’ necessario che i veri cristiani combattano questo pericolo. Bisogna predicare chiaramente contro questo pericolo. Le chiese non debbono tralasciare di avvertire i credenti sui pericoli distruttivi del vizio del bere. Se la società è in crisi, i credenti debbono essere dei fari di luce per chi è nelle tenebre. Le parole lussuria e lascivie si riferiscono ai peccati di licenziosità e di sensualismo o erotismo sfrenato. La Roma imperiale di duemila anni fa era una società licenziosa e sensuale. La stessa cosa si deve dire della società di oggi. Il vizio della lussuria oggi è ancora più esteso e sfrenato. Questo lo si può constatare a più riprese e con una certa facilità.

NON IN CONTESE ED INVIDIE

Queste parole stanno a significare litigiosità. Questo è riscontrabile facilmente nella società di oggi, purtroppo, è riscontrabile anche fra i cristiani. Queste cose non ci dovrebbero essere. Gesù Cristo è il simbolo dell’amore e tutti quelli che credono in Lui, debbono manifestare amore. Nella parola invidie si può includere l’orgoglio e la gelosia. Com’è frequente, purtroppo, incontrare credenti che manifestano orgoglio, invidia e gelosia. Ci sono alcuni che, come i Farisei, hanno piacere nel parlare male delle persone, nello screditarle. Il quadro che ci da Paolo, è caratterizzato da una società immersa nel male. Anche la società di oggi è immersa nel male. Paolo chiama all’azione i credenti di Roma. Anche noi dobbiamo rispondere all’appello per combattere il male che oggi si annida dovunque.

SVEGLIATEVI DAL SONNO

Paolo invita i credenti a svegliarsi dal sonno e li esorta ad essere attivi. Svegliarsi dal sonno vuol dire abbandonare atteggiamenti di lassismo, di indolenza, di apatia, di indifferenza. Il dott. A.T. Pierson suggerisce che per comprendere meglio ciò che Paolo vuole dire, si può ricorrere all’esempio di un militare. Quando i militari smettevano il loro servizio, trascorrevano il loro tempo libero in piaceri ed ebbrezze per tutta la notte. Così quando la mattina dovevano riprendere il servizio, essi erano esausti e perciò incapaci di svolgere pienamente il loro servizio.

L’apostolo Paolo si riferirebbe a questo senso di stanchezza e di fiacchezza, quando esorta a svegliarsi dal sonno. Questo senso di stanchezza e di fiacchezza è oggi molto diffuso nel mondo e, purtroppo, anche fra i credenti. Si è svegli ed attivi nel procacciarsi i piaceri di questa vita. Si è stanchi e fiacchi quando si deve manifestare la nostra fede e si deve operare per Cristo. Eppure quest’epoca in cui viviamo, proprio perché è così mondana e materialistica, offre delle enormi possibilità per la diffusione della parola di Dio. Molti credenti, oggi, troppo spesso dichiarano di non avere tempo per le cose di Dio, mentre riescono a trovarne moltissimo per le cose temporali. E’ tempo di svegliarci. E’ tempo di mettere da parte l’apatia, l’indifferenza la fiacchezza. Questa società in decadenza ha bisogno di aiuto; ed esso non può venire che dai figli di Dio.

Molti sono contenti e felici come quelli della chiesa di Laodicea che dichiaravano di non aver bisogno di niente, di essere soddisfatti di quello che avevano. Rileggiamoci, a questo proposito, Apocalisse 3:17—18. Cari fratelli cristiani, è necessario realizzare che questo è il nostro giorno di opportunità. Anche noi in questa generazione, molto simile a quella a cui si rivolgeva Paolo, dobbiamo divenire più attivi nella proclamazione della Parola di Dio per fare in modo che l’opera di Dio sia incrementata.

GETTIAMO VIA LE OPERE DELLE TENEBRE

Questa esortazione di Paolo si riferisce a quell’insieme di attività che caratterizzano le azioni di coloro che non conoscono la fede salvificante di Gesù Cristo, di coloro che si trovano nelle tenebre e non sono passati dal regno dell’oscurità al regno del Figlio di Dio. L’esortazione di Paolo è relativa al gettare via da noi tutte quelle opere tenebrose. Anche nell’epistola agli Ebrei, capitolo 12, c’è l’esortazione a non lasciarsi trascinare da esempi di tenebre che possono produrre la privazione della grazia di Dio. Bisogna essere molto vigilanti e bisogna svestirsi di tutto ciò che può essere di ostacolo al progresso spirituale. Come fa l’atleta nella gara, che getta via tutti gli indumenti che possono impedirgli ci correre più velocemente, così debbono fare i credenti se vogliono fare il percorso che sia caratterizzato da un vero progresso spirituale.

Dobbiamo tutti essere consapevoli dei nostri limiti e di tutto ciò che ci impedisce di progredire. Sulla base di questa consapevolezza dobbiamo costruire la nostra fiducia in Dio, vivendo una vita di dedicazione e di arrendimento a Dio. Noi siamo chiamati ad essere dei buoni soldati di Gesù Cristo. Como buoni soldati di Gesù Cristo (2 Timoteo 2:3), dobbiamo avere dinanzi qual’è lo scopo della nostra esistenza. Dobbiamo essere disposti a lasciare che Dio si serva liberamente di noi per la Sua opera. Lo stesso motivo è riscontrabile in Colossesi 3:5, qui si parla di mortificare la carne per far progredire lo spirito. Bisogna essere molto attenti: abbiamo una grande responsabilità. Dobbiamo essere consapevoli di ciò che è negativo per liberarcene.

Precedentemente si è detto che dobbiamo gettar via le opere delle tenebre; ora l’accento viene posto sul fatto che dobbiamo indossare le armi della luce. Quali sono queste armi? Le troviamo in Efesini 6. Dobbiamo avere la verità come cintura dei fianchi, dobbiamo essere rivestiti della corazza della giustizia, dobbiamo avere ai piedi la prontezza che dà l’Evangelo della pace, dobbiamo prendere lo scudo della fede, dobbiamo avere la spada dello spirito e l’elmetto della salvezza. Si noti che non ci sono riferimenti a calzoncini, ad indumenti per la notte, ad indumenti sportivi o a vestimenti accademici. I riferimenti riguardano l’armatura del soldato. Dobbiamo essere soldati di Gesù Cristo e dobbiamo saper conoscere le circostanze e i tempi.

Di questo si ha bisogno oggi nelle chiese: di soldati di Cristo che sappiano guardare in faccia il nemico e sappiano combattere con la forza che Dio dà, sapendo che i nemici sono il mondo, la carne e il diavolo. Paolo combatté una buona battaglia perché combatté con fede. Dobbiamo ricordare che le nostre armi non sono carnali. Noi non dobbiamo usare strumenti che solitamente vengono usati nel mondo. Noi dobbiamo camminare come quelli che sono nella luce, secondo quanto è scritto in 2 Corinzi 10:4. Noi siamo chiamati ad essere buoni soldati di Gesù Cristo e a combattere la buona battaglia della fede usando le armi che ci sono state date dal Signore. Siamo stati chiamati a pregare, a ricercare Dio, ad attendere la Sua risposta, a conoscere la Sua Parola, ad essere ripieni dello Spirito per superare le ore critiche in cui viviamo.

COMMINIAMO ONESTAMENTE

Questa frase sta a significare che dobbiamo vivere e comportarci secondo onestà ed integrità. Il nostro parlare ed il nostro agire debbono essere limpidi e coerenti con quanto prescrive la Parola di Dio. Come è scritto in Efesini, noi abbiamo cinque cammini: camminare secondo la nostra vocazione, non camminare come fanno gli increduli, camminare nell’amore, camminare come figliuoli di luce, camminare con circospezione cioè con accortezza.

RIVESTITEVI DEL SIGNOR GESÙ CRISTO

Questa frase finale è molto importante. Noi diamo molto importanza ai vestiti e all’abbigliamento in genere. Qui però Paolo ci esorta ad essere rivestiti di Gesù Cristo. Ciò significa che dobbiamo indossare tutto ciò che caratterizza la figura di Gesù Cristo. Dobbiamo immergerci in Lui e arrenderci al Suo Spirito affinché Egli possa vivere la Sua vita attraverso di noi. Secondo quanto è scritto in Galati 2:20, dobbiamo fare in modo che Cristo viva in noi. Il dr. A. W. Tozer usava raccontare la storia di un giovane seminarista, che si recò da un vecchio servitore di Dio e disse: »Dimmi che cosa significa vivere una vita crocifissa. Che cosa significa essere crocifissi con Cristo«. Il vecchio scrollò la testa e disse: »Figliuolo, un uomo che è crocifisso guarda soltanto in una direzione: non a destra o a sinistra, ma davanti a sè«.

Essere crocifissi con Cristo significa quindi guardare soltanto nella direzione del Signore. In questo senso, oggi ci vengono offerte molte opportunità. Quanti cristiani riescono a cogliere oggi tali opportunità? Quanti cristiani guardano in una sola direzione, non perdendo tempo nel guardare in altre direzioni? I cristiani sono chiamati da Dio a guardare soltanto nella direzione di Cristo. Il vecchio uomo aggiunse anche: »Un uomo crocifisso non guarda indietro«.

Ciò significa che conta poco il passato, bisogna guardare al futuro. Inoltre, chi è crocifisso non può più fare piani per sé. Questo significa essere rivestiti di Gesù Cristo. I momenti che stiamo vivendo, sono momenti di confusione e di crisi. All’epoca di Paolo, si riteneva imminente il ritorno di Gesù Cristo. Altri ritengono che Paolo si riferisse ai duri e tremendi eventi della persecuzione che si sarebbe realizzata successivamente contro i cristiani. Che cosa si può dire oggi? Noi non sappiamo quello che avverrà nel futuro. Sappiamo però che è nostro dovere essere pronti per qualsiasi evenienza.

I cristiani debbono essere pronti a rispondere alla chiamata di Dio e debbono porre in atto le esortazioni che Egli, tramite la Sua Parola, ci fa: svegliatevi dal sonno! Gettiamo via le opere delle tenebre! Indossiamo le armi della luce! Camminiamo onestamente! Rivestiamoci del Signore Gesù Cristo! Dio voglia aiutarci!

Fonte: http://www.chiesadiroma.it/

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