Shabbat e domenica dei rifugiati

Cristiani e ebrei svizzeri insieme in occasione della Giornata nazionale del rifugiato.

(gc) Con un appello congiunto, cristiani ed ebrei mettono l’accento sull’apprendimento della lingua per abbattere le barriere e favorire l’integrazione.

Appello congiunto
“La globalizzazione ha fatto tornare l’umanità ai tempi di Babele. Il mondo è connesso dalle tecnologie, è vero, ma i problemi di comprensione sono rimasti. I rifugiati risentono più di chiunque altro dei confini linguistici e culturali. Sono stati costretti a lasciare il loro spazio linguistico e culturale familiare per cercare rifugio in paesi con culture e lingue diverse”: è quanto si legge in un appello congiunto delle tre chiese nazionali e della Federazione svizzera delle comunità israelitiche lanciato in vista dello shabbat e della domenica dedicati in Svizzera ai rifugiati.

Felix Gmür, Harald Rein e Gottfried Locher

Shabbat e domenica dei rifugiati

Ritorno a Babele
Alla Giornata nazionale del rifugiato del 15 giugno – promossa dal 1980 dall’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR) – si affiancano quest’anno anche lo “Shabbat e la Domenica del rifugiato”, il 15 e 16 giugno. A promuovere l’appello dal titolo “Ritorno a Babele” sono Gottfried Locher, presidente del consiglio della Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera; Harald Rein, vescovo della Chiesa cattolica cristiana della Svizzera; monsignor Felix Gmür, presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri; e Herbert Winter, presidente della Federazione svizzera delle comunità israelitiche.

Gottfried Locher e Herbert Winter

Shabbat e domenica dei rifugiati

“Chi non sa comunicare resta senza parole. E chi è senza parole, viene escluso dalla comunità, non ha voce in capitolo”: nel loro appello i quattro leader religiosi svizzeri esortano la Confederazione, i Cantoni e i Comuni “a creare e a mantenere le risorse istituzionali e organizzative per un sostegno linguistico sostenibile anche a favore dei rifugiati”.
Già lo scorso anno le comunità di fede in Svizzera, riunite nel Consiglio delle religioni, avevano pubblicato, insieme, un appello dal titolo “Gegenüber ist immer ein Mensch” (“Di fronte a noi c’è sempre un essere umano”), per maggiore umanità nell’accoglienza dei migranti.

Le religioni e i profughi (Segni dei Tempi RSI)

Comunicare per integrarsi
“Una convivenza funzionante dipende sostanzialmente da un reciproco ascolto e dal far sentire la propria voce. A tale proposito occorre istituire un sostegno linguistico intensivo e qualificato per i rifugiati”: questa la richiesta specifica dell’Appello, che sottolinea l’importanza della competenza linguistica per un’integrazione efficace. “Interesse, attenzione, partecipazione e appartenenza non possono esistere se non c’è comunicazione”, si legge ancora nel testo, che richiama lo Stato e la politica alle proprie responsabilità.

Shabbat e domenica dei rifugiati

Chiese evangeliche riformate e comunità ebraiche | Appello comune

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