Shockwave, dai giovani per i giovani perseguitati

Shockwave2014VERONA – Da venerdì 28 febbraio a domenica 2 marzo Shockwave, un’ondata di preghiera per i giovani cristiani perseguitati si alzerà in più di cinquanta Paesi da migliaia e migliaia di giovani. Pregheranno durante gli stessi giorni nelle loro chiese, nei loro gruppi o in riunioni ad hoc a favore dei giovani cristiani perseguitati. L’iniziativa è promossa annualmente da “Underground/Open Doors Youth”. Per favorire questi incontri la sezione giovani di Porte Aperte Italia, (chiamata anch’essa “Underground”), ha già preparato una serie di risorse (scaricabili anche singolarmente) che si trovano nella pagina Schockwave nel sito web di Porte Aperte.

È dal 2009 che Porte Aperte Italia ha avviato il progetto giovanile “Underground”, il ministero che in altri Paesi è già attivo in seno a Open Doors International e che riunisce e crea un contatto tra i giovani cristiani occidentali e i giovani della chiesa perseguitata. «Siamo appassionati, consacrati – dichiara Cristian Nani – coordinatore di Underground – e non ci vergogniamo di Gesù. Noi siamo una voce che racconta le testimonianze dei cristiani perseguitati e che si rifiuta di vivere in un mondo che volta loro le spalle. Come si sa, a sopportare il peso della persecuzione “nei paesi dove la fede costa di più” sono anche e soprattutto i giovani, giovani che vivono in paesi in cui l’aspettativa di vita è generalmente più bassa e dove trovarsi a dirigere un gruppo giovani, una riunione di preghiera o addirittura una chiesa a vent’anni non è poi così anomalo, anche se attorno regna l’ostilità, l’odio, la violenza, in una parola, la persecuzione». «I giovani cristiani di questi paesi – spiega Cristian Nani – sono spesso segnati da tragedie imponenti, ma tra loro ci sono esempi di fede che portano luce splendente là, dove regnano le tenebre. Il coraggio di questi nostri fratelli e di queste nostre sorelle è sorprendente, perciò dobbiamo stare loro vicino attraverso la preghiera e i nostri umili contributi. Uno dei motti di Underground è “Walk in their shoes”, letteralmente “Cammina nelle loro scarpe”, che in italiano viene reso dal nostro “Mettiti nei loro panni”».

Underground offre delle opportunità ai giovani italiani che desiderano marciare al fianco dei loro coetanei perseguitati. «Una – indica Nani – è quella di tenersi informati attraverso il nostro UG Magazine, uno strumento essenziale per conoscere più da vicino i nostri fratelli e per entrare in connessione con loro. Vi è anche la possibilità di realizzare dei viaggi in paesi dove esiste la persecuzione, per toccare con mano le difficoltà dei nostri fratelli. Si può inoltre entrare a far parte di una rete di contatti in Italia, utile a sensibilizzare la Chiesa italiana sul tema della Chiesa perseguitata, un’attività in cui i giovani possono fare la differenza. Se poi si stanno realizzando incontri o manifestazioni giovanili, si può richiedere la presenza di un collaboratore di Porte Aperte affinché venga e dia un messaggio, con video, immagini e idee sulla Chiesa perseguitata». [gp]

Fonte: http://www.evangelici.net/

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