Siria, 6500 volontari italiani non stanno a guardare

Si chiama Time4life la straordinaria opera di solidarietà, ideata da una giovane modenese madre di tre bambine, che sta contagiando migliaia di persone, portando beni di prima necessità in un campo profughi siriano. In queste ore un gruppo è in viaggio.Può farlo chiunque. Basta formare un gruppo di amici, riempire un furgone di materiale di prima necessità, e partire per la Siria in guerra civile. Obiettivo? Portare sostegno concreto ai campi profughi che costellano il confine con la Turchia, dove migliaia di persone sono allo sbando più totale. Anche perché gli alti organi di aiuto umanitario, Onu in primis, reputano troppo rischioso essere in quei luoghi, mentre le ong come Unicef e Save the children operano con zelo ma inevitabilmente non riescono a coprire tutte le necessità dell’emergenza.

Allora meglio il fai da te: con i rischi al minimo, sia ben inteso. “Si arriva al campo, si smista il materiale parlando con le persone per capire l’andamento della situazione, e si torna in Italia. Dieci giorni dopo, arriva il prossimo gruppo”, spiega Elisa Fangareggi, 32 anni, modenese madre di tre figlie di 14, 4 e 2 anni. È lei che ha dato il via allo stupefacente passaparola che sta dietro l’associazione Time4life (e che si reca in Siria ogni 15 giorni da parecchi mesi), che raccoglie donazioni di migliaia di persone di tutta Italia e le fa arrivare al campo profughi di Azaz, situato in terra siriana appena al di là del confine turco, che oggi ospita 14mila persone, tra cui almeno 3mila bambini, “l’obiettivo primario della nostra azione, naturalmente per portare beneficio anche alle loro famiglie”. Fangareggi, avvocato con alle spalle qualche esperienza di volontariato legato alle missioni in Africa, ha iniziato a interessarsi di Siria due anni fa, “quando il mio migliore amico, siriano, è scappato da Aleppo a causa dell’inizio della guerra rifugiandosi a Dubai e chiedendo aiuto per i parenti e i conoscenti rimasti là”. Dai primi invii di materiale si è passati a spedizioni sempre più organizzate, mentre il tam tam prendeva piede in modo stupefacente: “abbiamo operato fin dall’inizio in modo informale, ma da marzo siamo un’associazione, perché oggi abbiamo una rete di 6500 persone in tutta Italia, che si mettono d’accordo sulla pagina facebook ufficiale per far partire i gruppi, coordinati da me e altri tre volontari”. Sì, perché ogni persona legata a Time4life offre la propria disponibilità in modo assolutamente gratuito.

Ma di cosa hanno bisogno i civili del campo profughi? “In questo momento medicinali, latte antireflusso, mentre i pannolini che fortunatamente facciamo arrivare da altri luoghi della Siria, pagandoli con le donazioni. Tra poco arriverà l’estate, porteremo giù sempre più acqua”, illustra Fangareggi. Time4life si coordina nel campo con membri dell’Esercito siriano libero, che gestiscono la quotidianità della situazione d’emergenza: “ci capiamo, sono molto disponibili e ci facilitano l’operato, a volte chiedendoci anche materiale specifico per gli ospedali vicini, che andiamo a consegnare direttamente”. Alla frontiera turco-siriana non ci sono quasi mai problemi, “perché le guardi turche ormai ci conoscono, l’importante è arrivare senza quantità esagerate di materiale”. La staffetta è continua, lei stessa è in partenza in queste ore, durante il periodo pasquale si unirà con un’altra dozzina di persone a un gruppo di quattro volontari partiti la notte di mercoledì 27 da Monza, coordinati da un insegnante in pensione, Michelangelo Casiraghi: “Con i mezzi di tutti i giorni si può fare molto, l’importante è decidere di mettersi in gioco. La Siria in questo momenti è uno dei grossi problemi del mondo a cui nessuno di chi governa sembra pensare”, ragiona Casiraghi, rimasto a casa “anche perché gli altri sono più giovani e sanno muoversi velocemente, io gestisco la pagina facebook Pasqua in Syria,  che documenta in tempo reale quello che accade grazie ai loro messaggi, foto e video”, prerogativa di ogni viaggio Time4life e valore aggiunto che affeziona i donatori alla causa . In queste ore il gruppo, partito con un camper imbarcato da Ancona e avere percorso la Grecia, è tra la Turchia e la Siria. “In questo momento non è necessario aspettare grandi aiuti, bisogna agire”, ribadisce Casiraghi. La popolazione civile ringrazia, così come dovrebbero ringraziare anche altri dai piani alti, che da mesi continuano a stare a guardare, nonostante tutto.

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