Sogno e bisogno

«Se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: “Passa da qui a là”, e passerà; e niente vi sarà impossibile».

Matteo 17:20

Era il 28 agosto 1963 quando Martin Luther King, a conclusione di una marcia sui diritti civili a Washington, tenne il suo famoso discorso «I have a dream», espressione che già aveva usato più volte. Da quei 17 minuti (tanto durò) la lotta contro il razzismo e la segregazione razziale non è stata più la stessa. Ha trovato nuova forza e radici, che purtroppo ai nostri giorni si stanno rivelando ancora fragili. Quel giorno la marcia fu pacifica e poche ore dopo King era nella stanza ovale accolto dal presidente John F. Kennedy.

Amiamo sognare, soprattutto progettare e fare piani per il futuro. I sogni ci accompagnano dalla tenera età e mai ci lasciano, se non lo vogliamo noi. Fin quando avremo un obiettivo da raggiungere continueremo a sognare. Walt Disney diceva che: “La differenza tra un sogno e un obiettivo è solo la data”. La Bibbia è sostenitrice dei sognatori, di coloro che hanno un sogno che procede da Dio. Il punto è come discernerlo. Di certo Abramo e la promessa di un paese, Giuseppe e il dominio sui fratelli, Davide e il regno di Israele, Paolo e le estremità della terra sono solo alcuni esempi di uomini che hanno ricevuto una visione e l’hanno rincorsa per tutta la vita. Il sogno necessità di azione, di essere dichiarato e vissuto. Chi ha una visione o un sogno deve abbandonare il dolce non fare nulla e iniziare ad adoperarsi, come fece anche Neemia, quando intrepido decise che le mura di Gerusalemme dovessero essere riedificate. Ogni sogno merita di essere rincorso, anche se lontano nel tempo, e non può essere soddisfatto da terzi, come solitamente tendono i genitori con i bambini.

Il sogno resta però un desiderio, l’aspirazione di qualcosa non strettamente necessario e quindi può restare anche nel cassetto. Il bisogno invece è la mancanza di qualcosa di necessario, di cui non possiamo fare a meno: cibo, acqua, sonno, lavoro, riposo, salute, amore, amicizia… e qui dobbiamo aprire tutti i cassetti affinché non ci sia alcuna mancanza, essendo legato al presente immediato. Si tratta quasi di un’emergenza. Il bisogno deve essere soddisfatto per ristabilire il benessere della persona, una persona in bisogno è una persona insoddisfatta. La psicologia suddivide i bisogni dell’uomo in primari e secondari, e quelli spirituali sono posti tra i “bisogni del sé”, gli ultimi ad essere soddisfatti. Il che non è corrispondente a quanto Gesù ha comandato: “Cercate prima il regno di Dio e tutte le altre cose saranno sopraggiunte” (Matteo 6:33). Ciò che noi poniamo in coda, la Bibbia mette in testa, davanti a tutto il resto. Probabilmente chi si nutre di sogni mentre vive nel bisogno, non ha ancor compreso o scoperto che senza Dio vivrà nell’insoddisfazione.

Quanti hanno visto i loro sogni realizzarsi avevano compreso che il principio della sapienza è il timore dell’Eterno, e che chi in Lui confida non resterà mai deluso, perché Dio non è cambiato, Egli continua a rispondere ad ogni bisogno di chi crede in Lui. Forse è il caso di domandarci quali priorità abbiamo posto nella nostra esistenza, in che modo stiamo rincorrendo dei sogni. Giosuè e Caleb, spie a Canaan, furono animati dalla loro fede: “Ce la possiamo fare”, poiché sapevano che la battaglia appartiene al Signore. Ogni volta che eliminiamo l’etichetta “impossibile” da un compito, portiamo il nostro potenziale dalla norma a sopra la norma. Non perché siamo capaci ma perché Dio aggiunge alle nostre capacità. Lo scrittore John Andrew Holmes scriveva: “Non dire mai a un giovane che una certa cosa non si può fare. Può darsi che Dio aspetti da secoli qualcuno abbastanza ignaro dell’impossibile da farla”. Ed io non voglio farlo! Gesù ha detto che basta un granello di fede per vedere l’impossibile materializzarsi.

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