Sono un figlio di Dio

Mi chiamo Alessandro, ho 46 anni, e sono un Cristiano.

Vorrei condividere la mia storia, fatta di alti e bassi, di cadute e rialzate, ma soprattutto, della relazione con Dio, per mezzo di Gesù CRISTO.

Sono figlio di divorziati, cresciuto per lo più con mia mamma e mia sorella. Ero un bambino piuttosto ribelle e indipendente, grassottello e preso in giro dalla maggior parte dei compagni di scuola. Lo zimbello della classe!
Nonostante il rifiuto ho preferito rapportarmi con i compagni più ribelli, a 15/16 anni ho cominciato a fumare spinelli, e a 20 ho iniziato con l’eroina. Ero diventato un drogato! Nonostante questo ho potuto fare un apprendistato e iniziarne un secondo. Il 7 novembre del 1993 ho avuto un incidente stradale, ero sotto l’effetto di alcool e lsd. Ho rischiato di morire, sono andato a sbattere contro una pianta secolare, in mezzo ad un prato, non mi ricordo di nulla, solo qualche flashback, niente di più. La settimana prima di questo incidente, mio padre insisteva che facessi una terapia per uscire dalla tossicodipendenza, perché, lui essendo già Cristiano da alcuni anni, ha conosciuto in chiesa un ragazzo che aveva appena terminato un programma in un centro di recupero che si chiamava Teen Challenge in Sicilia, e ne era uscito bene. Allora per accontentarlo gli dissi di si, ma non volevo assolutamente fare un programma in un centro dove si parlava di Dio. Si, perché a quel tempo, di Dio non volevo per nessun motivo saperne. Beh l’incidente, dopo che mi resi conto che potevo morire, mi aiuto…forse Dio esiste, perché non è possibile che sia ancora vivo. Durante la mia degenza in ospedale, un gruppo di giovani che stavano facendo la terapia a Teen Challenge nella Svizzera italiana, fece una presentazione con testimonianze nella chiesa che frequentava mio padre e sua moglie. Mi raccontò la cosa e io decisi di andare a farmi aiutare proprio lì. A dicembre dello stesso anno feci i giorni di prova, e a gennaio del 1994 iniziai il programma. È stato l’inizio della mia salvezza, il 13 aprile dello stesso anno, sono nato di nuovo, e in settembre mi feci battezzare. Ho terminato il programma a settembre del 1995, finalmente potevo mettere in pratica la mia nuova vita. A gennaio 1996 iniziai la scuola di discepolato a Gioventù in Missione nel nord Italia, un esperienza meravigliosa, dove ho anche conosciuto la donna che poi in maggio del 1998 divenne mia moglie. Ho cominciato a lavorare presso l’azienda di mio padre, e poi un’esperienza di quasi 3 anni in un’azienda molto più grande, ed infine nel 2002 decisi di continuare con l’azienda di mio padre, ero diventato un imprenditore. Ho fatto altre due formazioni per poter svolgere al meglio la mia attività professionale, ho potuto fare una legislatura in consiglio comunale, e la mia piccola carriera in chiesa fino a diventare membro del consiglio. Nel 2002 è nato il nostro primo figlio e nel 2005 è nata la nostra seconda figlia …sembrava tutto perfetto! Ero diventato orgoglioso, mi sentivo giustificato, perché mi comportavo bene. Arrivai anche a dire: Signore dovresti essere contento di avere uno come me dalla tua parte! Dal mio pulpito, giudicavo tutto e tutti…

L’inizio del declino è cominciato tra il 2006/2007. Ero molto impegnato con il lavoro, lavoravo 12/13 ore al giorno e spesso anche al sabato e alla sera, ricordo che a volte mia moglie mi guardava e diceva, a che tubo pensi? Visto che mi occupo di idraulica! Il mio senso di responsabilità per il lavoro, per i collaboratori, per i clienti, era diventato la priorità N. 1. Poi nel 2008 inizia una formazione di 2 anni e iniziai anche ad insegnare ai progettisti del 3 e 4 anno di apprendistato. Lavoravo tutti i giorni, per tutto il giorno, compresa la sera…mi ero sovraccaricato di impegni. Il malessere in famiglia si poteva toccare con mano, papà era sempre occupato. Per sfogare la tensione, inizia ad usare la pornografia, quasi tutti i giorni, anche se capitava già da un paio d’anni.

Non avevo più comunione con Dio, quando dovevo insegnare religione ai ragazzi in chiesa mi preparavo senza il suo aiuto. Inizia l’anno 2009, l’anno della mia arresa! Tra febbraio e marzo conobbi una donna, e me ne infatuai, lei mi sembrava un ancora di salvezza dalla tensione che vivevo in casa. Così verso fine aprile lasciai mia moglie e andai a vivere da mio padre. Ho iniziato a frequentare alcuni postriboli, e mi sentivo bene, almeno era quello che credevo. Poi con mia moglie, provammo a rimettere a posto le cose, andammo in un consultorio cristiano per farci aiutare, a luglio del 2009 ritornai a casa, ma la verità è che io non volevo farmi aiutare! Di nascosto continuai a frequentare quei posti! Avevo cominciato a mettere una maschera, e non sono mai stato capace di farlo, ma in quel periodo ci ho provato. Poi conobbi una donna, me ne innamorai e a luglio del 2010 uscii di casa per la seconda volta, ma quella volta in via definitiva, nel 2011 ottenni il divorzio. Poi andai a vivere con la mia nuova compagna, all’inizio andava abbastanza bene, ma non riuscivo neanche ad esserle fedele. Dal 2009 al 2011 mi hanno tolto la patente due volte per alcool, mi piaceva bere, anche se non lo facevo tutti i giorni. Ho condotto una vita dissoluta, come se non avessi mai conosciuto il Signore, come se avessi dato un colpo di scopa a tutti i principi in cui credevo.

Quando decisi di lasciare mia moglie, per me era chiaro che dovevo lasciare anche il Signore. Quando ci siamo conosciuti, io sapevo che lei era la donna che Dio mi stava dando, e io l’uomo che stava dando a lei. Ci siamo fidanzati, lo siamo stati per 2 anni, e abbiamo onorato il Signore in quel periodo, rimanendo fedeli senza esserci conosciuti prima del matrimonio. Sapevo che era nella Sua volontà la nostra alleanza. Anche se poi, io questo l’ho rinnegato, ed ho sbagliato. Voglio fare la seguente precisazione, perché è molto importante per una domanda che farò dopo. Quando decisi di lasciare lei e il Signore, parlai con Dio…Signore, io so che tu ci sei, ti ho sperimentato nella mia vita, ti ho conosciuto, ma ora…faccio la mia strada senza di te! Così me ne andai.

All’inizio del 2013 inizia a fumare spinelli, e a metà di quell’anno, iniziai con la cocaina. Una sostanza che non conoscevo, ma che mi rese prigioniero, all’inizio iniziai a sniffarla, poi a fumarla, infine per vena. Il culmine è stato tra novembre 2013 e aprile 2014. Non ne potevo più fare a meno, e a differenza della mia esperienza precedente, questa volta mi sono sentito più drogato che allora. A metà gennaio 2014 mi resi conto che non riuscivo a smettere, allora non me la iniettavo ancora, ma ne fumavo parecchia ogni giorno. A casa avevo una vecchia Diodati, non so per quale motivo, ma era lì. La presi in mano…poi alzai lo sguardo e dissi al Signore: ero convinto che ti sarei mancato tanto, ma la verità…è che tu mi sei mancato da morire! Crollai sulle ginocchia e mi misi a piangere come un bambino, poi sentii come se Lui mi afferrava la mano e mi disse…ora ci tiriamo fuori insieme.
Questo era l’inizio per tornare a casa.

Chiamai un caro amico, che è anche un fratello, e gli dissi quello che stava succedendo, e lui pregò per me. Inizia ad andare nella chiesa che frequentava, ma non ancora a smettere con la cocaina. A febbraio inizia ad usarla per vena, la mia compagna cominciò ad accorgersene perché trovava del sangue in bagno. Allora mi chiese cosa stavo combinando. Dovetti confessare la mia dipendenza, allora mi disse che avrebbe chiamato mio padre, ma la convinsi di aspettare perché volevo smettere. Dopo 2/3 settimane lei chiamò mio padre e lui venne da me. Mi disse di farmi aiutare dal suo pastore, che è stato anche il mio per molti anni. Gli dissi che lui non sarebbe stato in grado di aiutarmi, e che conoscevo solo due persone che avrebbero potuto farlo, e che lavoravano entrambi nel centro Teen Challenge nella Svizzera italiana. Uno era in svizzera tedesca e l’altro nella svizzera Italiana. Quindi verso aprile chiamai questa persona e gli dissi del mio problema. Lui mi disse: ecco la tua pianta, che ogni tanto il Signore ti mette davanti per fermarti! Così cominciai un percorso di terapia ambulatoriale, a giugno andai per tre settimane dall’altra persona in svizzera tedesca, per staccare. Sono comunque ricaduto ancora diverse volte, è stato un percorso lungo e faticoso, da luglio cambiai il consulente nel programma terapeutico, si chiama Angelo, e per me è stato come un angelo messo dal Signore. Durante questo periodo ho affrontato la mia colpa e il senso di colpa delle scelte egoistiche che ho fatto. Come nella parabola del figliol prodigo, tornai a casa come un servo, ma l’opera di Dio nel mio cuore, mi ha ridato la mia identità di figlio. Per mettere a posto tutto questo c’è voluto più di un anno. Ora sono consapevole che Gesù ha pagato al mio posto, che sono stato perdonato, perché mi sono pentito di vero cuore. Durante questo percorso, a dicembre 2014 mi hanno tolto di nuovo la patente, per alcool e non solo. Me l’hanno ridata a maggio di quest’anno, ma il punto è che anche questo è servito per il mio restauro.
Ogni cosa coopera al bene di coloro che amano il Signore, e sono chiamati per il suo proposito! Ogni cosa vuol dire tutte le cose, anche quelle negative.

Sono grato anche alla chiesa che mi ha accolto durante questo percorso, mi hanno inserito per il montaggio video e mi è stato veramente utile per sentirmi di nuovo capace di fare qualcosa. Il Signore mi ha ripreso con se, non mi ha mai abbandonato, però mi ha lasciato andare quando sono uscito di casa. Il capitolo 1 della lettera ai romani, dal verso 18 fino alla fine, spiega cosa succede a coloro che lasciano il Signore, questo è successo anche a me, e credo che sia giusto!
In proverbi 16 verso 2 sta scritto: la superbia precede la rovina. Questo anche mi è successo, ed è giusto!
Ho sperimentato la grazia e l’amore di Dio, ma ho anche sperimentato la Sua giustizia e Santità. E questo è giusto! Ritornando alla domanda di cui ho accennato prima, mi sono chiesto tante volte, se fossi morto in quel periodo, sarei andato dal Signore? È un tema molto discusso, lo so. Però la parola di Dio afferma che coloro che lo hanno ricevuto (Gesù) hanno il diritto di diventare figli di Dio. E ce ne sono tanti altri che affermano che la salvezza non si può perdere. Ho riflettuto tanto e personalmente credo che la salvezza non si possa perdere, ma la domanda dovrebbero essere: sono veramente stato salvato?
Il Signore mi ha lasciato andare, fino a finire in mezzo ai porci, ma poi mi ha riportato a casa…perché nonostante la mia ribellione, sono comunque un Suo figlio, e per questo non mi ha abbandonato.

Ho perso ogni cosa, tutto quello che credevo importante, l’ho perso. La mia reputazione, la mia dignità e la mia identità. Cose per cui ho lottato, che credevo giuste, ma per questi valori, mi allontanavo sempre più dal Signore. E quello che è successo, sono le conseguenze del mio orgoglio. Ed è giusto! Ora non ho più nulla da perdere, perché ho ritrovato l’unica cosa veramente importante… il Signore! Questa è l’unica cosa che non voglio più lasciare per niente al mondo.

Il Signore sta cambiando il mio cuore, e non solo. Sta restaurando il rapporto con i miei figli, ed è meraviglioso. Ho potuto riallacciare dei rapporti ormai persi da tanto tempo, con fratelli meravigliosi, ed è stupendo. Ma la cosa più importante è che sta cambiando radicalmente il mio cuore, e la relazione con Lui. Il desiderio di stare nella Sua presenza, nella Sua Parola, ogni giorno…questo è un miracolo!

Voglio ringraziare tutte le persone che il Signore ha messo nel percorso della mia vita, e che in qualche modo hanno contribuito alla mia nuova rinascita o meglio, al restauro del mio cuore per il Signore.

Soprattutto voglio ringraziare il mio Salvatore Gesù Cristo, che ha pagato al mio  posto, che non si è tenuto niente in riserva, ma ha dato la Sua vita per l’opera di redenzione, per riconciliarmi con Dio, il Creatore dell’universo, e Padre, che ringrazio con tutto il cuore.

Salmo 51
1 Abbi pietà di me, o DIO, secondo la tua benignità; per la tua grande compassione cancella i miei misfatti. 2 Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. 3 Poiché riconosco i miei misfatti, e il mio peccato mi sta sempre davanti. 4 Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi. 5 Ecco, io sono stato formato nell’iniquità, e mia madre mi ha concepito nel peccato. 6 Ma a te piace la verità che risiede nell’intimo, e m’insegni la sapienza nel segreto del cuore. 7 Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve. 8 Fammi sentire gioia e allegrezza; fa’ che le ossa che hai spezzato festeggino. 9 Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. 10 O DIO, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito saldo. 11 Non rigettarmi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito. 12 Rendimi la gioia della tua salvezza e sostienimi con uno spirito volenteroso. 13 Allora insegnerò le tue vie ai trasgressori, e i peccatori si convertiranno a te. 14 Liberami dal sangue versato, o DIO, DIO della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà con giubilo la tua giustizia. 15 O Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode. 16 Tu infatti non prendi piacere nel sacrificio, altrimenti te l’offrirei, né gradisci l’olocausto. 17 I sacrifici di DIO sono lo spirito rotto; o DIO, tu non disprezzi il cuore rotto e contrito. 18 Fa’ del bene a Sion per la tua benevolenza, edifica le mura di Gerusalemme. 19 Allora prenderai piacere nei sacrifici di giustizia, negli olocausti e nelle offerte da ardere interamente; allora si offriranno torelli sul tuo altare.

Alessandro Mombelli

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