SUD SUDAN – Colera e piogge aggravano la situazione umanitaria, migliaia di rifugiati nelle paludi in fuga dalla guerra: testimonianza di un missionario

colera_sudan_R439_thumb400x275Juba – “Le autorità hanno annunciato che 18 persone sono morte per il colera e circa 170 persone sono state ricoverate per l’epidemia.Inoltre sono stati riaperti 3 centri diagnostici per accertare i casi sospetti” dice all’Agenzia Fides p. Daniele Moschetti, missionario comboniano che opera in Sud Sudan, dove la capitale, Juba, è stata colpita da un’epidemia di colera.
“È iniziata la stagione delle piogge è questo favorisce la diffusione di malattie come il colera. Già l’anno scorso il colera aveva ucciso 170 persone su un migliaio di persone infettate” racconta p. Daniele. Il colera aggrava la già pesante situazione umanitaria causata dalla guerra civile tra le forze leali al Presidente Salva Kiir e quelle fedeli all’ex Vice Presidente Riek Machar.
“Si combatte in tre Stati del nord, Upper Nile, Unity e Jonglei, ma di riflesso sono coinvolti tutti gli altri Stati del Sud Sudan” precisa il missionario. “In questo momento mi trovo a Wau, a circa 400 km da Juba. Gli effetti della guerra sono indiretti: scarsità di cibo e di lavoro, economia allo sfascio. I giovani hanno come unica prospettiva, al momento, quella di fare la guerra”.
P. Daniele sottolinea che una delle situazioni critiche concerne “l’Upper Nile dove siamo stati costretti ad evacuare la nostra missione da Leer. L’area era sotto il controllo dell’opposizione ma ora l’esercito regolare è riuscito a riconquistare la città ed alcuni villaggi vicini. I combattimenti proseguono per la riconquista di altri villaggi della regione”.

“Ci sono pervenute notizie di atrocità assurde anche su donne e bambini. Migliaia di persone sono state costrette a scappare nelle aree paludose Anche Médecin Sans Frontière ha dovuto abbandonare il suo ospedale, che serviva migliaia di persone. La popolazione rimasta è priva di cibo e di assistenza medica. Con l’arrivo della stagione delle piogge la situazione di coloro che si sono rifugiati nelle paludi, che sono immense (è la seconda area paludosa del pianeta dopo quella amazzonica), è destinata ad aggravarsi ulteriormente. È bene che il mondo sappia di quello che sta accadendo da queste parti” conclude il missionario. (L.M.) (Agenzia Fides 25/6/2015)

da: Fides.org

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