Un’altra vittima del male oscuro! Ci dispiace enormemente leggere della morte di Robin Williams. È morto a 63 anni, secondo la polizia – che sta indagando sui fatti, per un suicidio. Robin Williams, memorabile interprete di film diventati culto come Goordmorning, Vietnam!, Good Will Hunting, L’attimo fuggente e Mrs Doubtfire, è stato trovato senza vita nella sua casa di Tiburon, in California, a nord di San Francisco. La autorità hanno riferito che il corpo dell’attore è stato trovato da una sua assistente, Williams si è impiccato con una cintura. Inoltre, in prossimità dei polsi c’erano dei tagli, che l’attore si era procurato con un coltello trovato nella stanza e su cui c’erano tracce di sangue essiccato.
L’attore, ha ricordato in un comunicato il suo agente Mara Buxbaum, “combatteva contro una forte depressione“. In passato aveva ammesso di avere problemi con l’alcol, ma per conoscere con certezza le cause della sua morte bisognerà attendere i risultati dell’autopsia.
Una cosa che ricordo sempre con piacere della mia adolescenza era il telefilm che rese famoso Robin Williams, ossia Mork & Mindy. L’extraterrestre Mork che negli anni ottanta arriva sulla terra con la sua astronave a forma di uovo e, in un paese della provincia americana, incontra la bionda Mindy che decide di ospitarlo, stupita e preoccupata di fronte alla sua totale incapacità di comprendere il mondo dei terrestri. Lo sguardo dell’alieno Mork sulla Terra e i suoi bizzarri modi di dire e di comportarsi diventarono per me e per milioni di adolescenti sparsi nel mondo immediatamente un successo straordinario in tutto il mondo. La parte che preferivo era quella finale, quando Mork parlava con il suo capo extraterrestre … un’entità invisibile a cui lui si confidava per ricevere consigli e risposte. Se solo Robin gli ultimi istanti della sua vita si fosse ricordato di quel telefilm, di quell’entità invisible (Dio) che è reale ed esistente, cui ognuno di noi si rivolge, parla, prega e ama tutto questo non sarebbe accaduto!!
“Ho perso mio marito e il mio miglior amico. Il mondo ha perso uno dei migliori artisti e persone”, ha scritto in una nota la moglie di Williams, Susan Schneider, chiedendo anche di rispettare la privacy della famiglia e di ricordare Robin per la sua carriera e non per la sua morte.
Due settimane fa l’ultimo post dell’attore sui social network. Una foto in bianco e nero, con in braccio la figlia Zelda, allora bambina, e un messaggio: “Buon compleanno a Ms. Zelda Rae Williams! Oggi compi un quarto di secolo di vita oggi, ma per me sei sempre la mia piccolina….”
Il conduttore televisivo Larry King ha ricordato Williams alla Cnn.”Aveva un grandissimo talento, era spiritoso, ma anche pieno di attenzione per il sociale”, ha detto, ricordando quando, dopo l’incidente a cavallo in cui Cristopher Reed rimase paralizzato, lo aiutò molto. Glenn Close lo ha definito “un tesoro nazionale” Per il regista Steven Spielberg se n’è andato “un genio comico. Le nostre risate erano il fragore che lo sosteneva”.
Ma a parte i ricordi verso un artista che ha dato emozioni ed ha fatto sognare, dobbiamo con giudizio rimanere con i pedi per terra e condannare senza se e senza ma il suicidio. Secondo la Parola di Dio, il fatto che una persona come Robin Williams si suicidi non è ciò che determina la possibilità o meno di entrare in cielo. Se si suicida un perduto, non ha fatto altro che “accelerare” il passo verso lo stagno di fuoco. Tuttavia, chi ha commesso suicidio andrà in definitiva all’inferno per aver rifiutato la salvezza mediante Cristo, non per essersi suicidato. La Bibbia menziona cinque specifiche persone che hanno commesso suicidio: Abimelec (Giudici 9:54), Saul (1 Samuele 31:4), lo scudiero di Saul (1 Samuele 31:4-6), Aitofel (2 Samuele 17:23), Zimri (1 Re 16:18) e Giuda (Matteo 27:5). Ognuno di loro fu un uomo malvagio, perfido e peccatore (non si dice abbastanza sullo scudiero di Saul per esprimere un giudizio sul suo carattere). Alcuni considerano Sansone un esempio di suicida (Giudici 16:26-31), però il suo scopo era di uccidere i Filistei, non se stesso. La Bibbia considera il suicidio al pari dell’omicidio, perché di questo si tratta: uccidere se stessi. Dio è Colui che deve decidere quando e come una persona dovrebbe morire. Secondo la Bibbia, prendere quel potere nelle proprie mani significa bestemmiare contro Dio.
Secondo la Bibbia, il suicidio è omicidio, è sempre sbagliato. Chi conosce la Parola di Dio ha seri dubbi riguardo alla genuinità della fede di chiunque affermasse di essere cristiano eppure si suicidasse. Non c’è alcuna circostanza che possa giustificare qualcuno, specialmente cristiano, che volontariamente decide di perdere la propria vita. I cristiani sono chiamati a vivere la loro vita per Dio: la decisione su quando morire spetta a Dio e a Lui soltanto.
Pietro Proietto
notiziecristiane.com
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