Svizzera: NO alla Legge Federale sull’identificazione elettronica

La legge sull’identità elettronica (E-ID) è stata respinta, l’esito del 64% risultante dagli scrutini di domenica 7 marzo ha guadagnato terreno anche nella Quinta Svizzera. Nicolas Bürer, direttore generale di Digitalswitzerland, alla televisione svizzera tedesca SRF ha dichiarato: “La votazione sull’E-ID non ha avuto luogo nel momento migliore a causa del coronavirus. Ora bisogna muoversi rapidamente per trovare una soluzione per un’identità elettronica che possa ottenere il sostegno della maggioranza”.

“Bocciando la legge sull’identità elettronica, la Svizzera ha perso l’opportunità di fare un grande passo avanti nello sviluppo tecnologico, tocca ai politici trovare una nuova soluzione!”, questo è il parere dei sostenitori del progetto.  L’Alleanza per un’E-ID svizzera chiede quindi un dialogo rapido e costruttivo.

I sindacati interpretano il “no” all’identità elettronica come un segno che il popolo non vuole privatizzare la sovranità dei dati. L’aspetto della sicurezza dei dati ha avuto un grande peso nella scelta dell’elettorato.

Il netto risultato popolare contro l’E-ID dimostra che “i compiti sovrani devono essere mantenuti in mani pubbliche”, secondo il Sindacato dei servizi pubblici (VPOD-SSP). “Gli svizzeri sanno a chi possono affidare un compito delicato”, precisa un comunicato. Il fatto che qualcuno potesse trarre profitto utilizzando i dati dei cittadini è stato decisivo per la bocciatura del progetto.  Anche l’Unione sindacale svizzera (USS) ha espresso chiara soddisfazione per il risultato delle urne che “impedisce la creazione di una società a tre classi su Internet”. È compito dello Stato, e non delle banche e delle assicurazioni, certificare l’identità dei cittadini. A differenza di molti altri Paesi europei, la Svizzera non fornisce ancora ai suoi residenti un metodo di verifica certificato per l’identità digitale.

Questo strumento ha lo scopo di semplificare l’uso dei servizi online con un’unica funzione di login ed è considerato la chiave d’accesso al mondo digitalizzato e a tutti i servizi online erogati dall’amministrazione pubblica.

La legge federale sui servizi d’identificazione elettronica, respinta alle urne, dava in mano principalmente ad aziende private il compito di emettere identità elettroniche e di agire da cosiddetti identity provider (IdP, fornitori di identità), mentre lo Stato faceva da pretto garante e da fornitore di dati.  Con la votazione del 7 marzo, la popolazione si è chiaramente espressa a favore di una soluzione in cui sia lo Stato, e non le aziende private, a garantire ai suoi cittadini l’uso sicuro dei servizi online, sia per scopi commerciali sia governativi.

                                                                                                                                                   “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve.” Apoc.2:17

LELLA FRANCESE

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