Ti ricordi il tuo primo amore?

Gesù gli disse: “Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo?” (Gv 14:9).

Le parole di Gesù a Filippo mi toccano in una maniera forte. Ognuno di noi che ha conosciuto il Signore può mettere il proprio nome al posto di quello di Filippo. Nei versi seguenti Gesù spiega a Filippo, (ed ad ognuno di noi), in maniera chiara ed inequivocabile: “Oh il mio caro Sander… non lo sai ancora che IO SONO DIO?” (Gv 14: 10-11).

Quando Paolo sta per partire a Roma ed esorta agli anziani di Efeso circa i pericoli di falsi profeti e falsi dottori che si infiltreranno nella comunità, (Atti 20:28-30), questi lo prendono veramente sul serio, e lo capiamo (più avanti), dalla lettera di Gesù stesso alla chiesa di Efeso. (Ap 2:2-7).

Prima di questo però, Paolo scrive la sua lettera agli Efesini. Quest’epistola è un inno chiaro e tuonante della Gloria di Dio dichiarata nella luce della Sua volontà verso coloro che Lui ha eletto, salvato, santificato e redento in Gesù, ma Paolo stesso scrive le conclusioni riguardo queste rivelazioni.

La prima è questa:
A ME, (Paolo), il minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare fra i gentili le IMPERSCRUTABILI ricchezze di Cristo, e di manifestare A TUTTI la partecipazione del MISTERO che dalle più antiche età è stato nascosto in Dio, il quale ha creato tutte le cose per mezzo di Gesù Cristo; affinché, per mezzo della chiesa, nel tempo presente sia manifestata ai principati e alle potestà, nei luoghi celesti, la MULTIFORME SAPIENZA, secondo il proponimento eterno che egli attuò in Cristo Gesù, nostro Signore… (Efesini 3:8-11).

Spesso il credente si “appropria” di una parte della lettera, come sul soggetto di elezione e predestinazione,  mentre queste sfumature fanno parte di un quadro più grande dato a Paolo, (il quale dichiara che sono imperscrutabili, misteriosi e multiforme in sapienza).

La seconda conclusione, (e preghiera di Paolo per la chiesa di Efeso affinché non ci siano equivoci), è questa:

Affinché egli (Dio Padre), vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, MEDIANTE LO SPIRITO SUO, nell’uomo interiore, E FACCIA SI’ che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, RADICATI E FONDATI NELL’AMORE, SIETE RESI CAPACI DI ABBRACCIARE CON TUTTI I SANTI quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità DELL’AMORE DI CRISTO E DI CONOSCERE QUESTO AMORE che SORPASSA OGNI CONOSCENZA, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. (Efesini 3:16-19).

Lo scopo della rivelazione data a Paolo, è di conoscere, non solo una dottrina specifica come potrebbe essere quella dell’elezione, ma di essere resi capaci di abbracciare  quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità DELL’AMORE DI CRISTO, E DI CONOSCERE QUESTO AMORE che SORPASSA OGNI CONOSCENZA. La lettera non ha lo scopo di farci concentrare sul specifico di una dottrina, ma di sperimentare l’amore di Dio per noi in Cristo, perché dichiara esplicitamente che quest’ultima sorpassa ogni conoscenza, (il capire una dottrina specifica)…

Se non capiamo appieno queste conclusioni di Paolo, avremmo problemi quando ci addentriamo nelle due lettere di Paolo a Timoteo, ed in specifico i comandi dell’apostolo verso Timoteo nella guida e l’incoraggiamento della chiesa di Efeso nell’evangelizzazione verso un mondo perduto che sembrano (a primo impatto), in netto contrasto a dei particolari della lettera agli Efesini.

Perché Paolo scrive a  Timoteo: Dio, vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità (1 Tim.2:4), se Dio salva esclusivamente attraverso il principio di elezione?

La risposta la troviamo nella lettera agli Efesini al capitolo 2:11-18:

Chi era il popolo eletto prima della croce? La risposta è: Israele. Chi non era eletto? La risposta è: gli stranieri.

Paolo scrive: Con la sua venuta, (Gesù), ha annunciato la pace a voi che eravate lontani, (i non eletti), e la pace a quelli che erano vicini, (gli eletti); perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito. (vrs 17,18).

Se ci concentriamo solo sull’elezione di Dio, sulla esclusività dell’espiazione del sacrificio effettivo solamente per gli eletti, manchiamo il bersaglio, (la definizione di peccato), cioè ciò che Gesù ha veramente compiuto sulla croce, dove la Scrittura dichiara che per mezzo di lui, gli uni e gli altri, (gli eletti ed i non), abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito, per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia. (Efesini 2:17,16)…

Se non capiamo questo, non capiremo mai quando Paolo scrive a timoteo: CERTA E’ QUEST’AFFERMAZIONE E DEGNA DI ESSERE PIENAMENTE ACCETTATA: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo… Dio vuole CHE TUTTI gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto PER TUTTI; questa è la testimonianza resa a suo tempo, e della quale io fui costituito predicatore e apostolo (io dico il vero, non mento), per istruire gli stranieri nella fede e nella verità…  CERTA E’ QUEST’AFFERMAZIONE E DEGNA DI ESSERE PIENAMENTE ACCETTATA (infatti per questo fatichiamo e combattiamo): abbiamo riposto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il Salvatore DI TUTTI GLI UOMINI, SOPRATUTTO dei credenti. Ordina queste cose e insegnale…
(1 Tim 1:15/2: 4-7/4:9-11).

Fermiamoci un secondo per ricordare lo scopo descritto da Paolo agli Efesini  nella sua lettera: di essere resi capaci di abbracciare  quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità DELL’AMORE DI CRISTO E DI CONOSCERE QUESTO AMORE che SORPASSA OGNI CONOSCENZA…
In fondo questo è lo scopo secondo Scrittura, per la quale Dio ha tanto amato il mondo… Perché, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi, (non solo per gli “eletti”)… Poiché a questo fine Cristo è morto ed è tornato in vita: per essere il Signore sia dei morti sia dei viventi, (non solo dei viventi). (Gv 3:16/Rom.5:6/14:9).

In conclusione andiamo proprio a vedere la lettera di Gesù alla chiesa di Efeso:
“Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. (Ap 2:2,3).

Il Signore loda la comunità che ha preso in parola le avvertenze di Paolo, ed è stato fedele in questo, mettendo i puntini sulle “i” e tenendosi alla sana dottrina imparata da Paolo, ma qui arriva la bomba…
Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. (Vrs 4,5)…

A volte possiamo essere così concentrati su una o più dottrine specifiche, che perdiamo di vista Colui che fa si che la sana dottrina esista. A volte siamo così concentrati nel rafforzare una specifica parentesi o colore di un insieme che compone il quadro completo, che manchiamo il bersaglio, (di novo la definizione di peccato), riguardo Colui che fa si che noi siamo ciò che siamo…

Non è la dottrina che costituisce chi siamo, ma Colui che ha fatto si che noi siamo ciò che siamo, incluso la dottrina…

IN LUI, (in Gesù), abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati. EGLI E’ l’immagine dell’invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, poiché IN LUI sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. EGLI E’ PRIMA DI OGNI COSA E TUTTE LE COSE SUSSISTONO IN LUI. Egli stesso è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché abbia il primato in ogni cosa, perché è piaciuto al Padre di far abitare in lui TUTTA LA PIENEZZA, e, avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli. (Colossesi 1:14-20).

“Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Sander?” (mi ricorda il Signore Gv 14:9)…

Sono stato reso capace di abbracciare  quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità DELL’AMORE DI CRISTO E DI CONOSCERE QUESTO AMORE che SORPASSA OGNI CONOSCENZA? …

Sono stato reso capace di capire come ci ricorda anche l’apostolo Giovanni che Egli è l’espiazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo? (1 Gv 2:2),

E’ proprio in questo che spesso noi abbandoniamo il nostro primo amore quando perdiamo di vista il perché Gesù si è offerto su quella croce per me…. e la ragione è solamente per amore nei miei confronti…

CERTA E’ QUEST’AFFERMAZIONE E DEGNA DI ESSERE PIENAMENTE ACCETTATA: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo… (1 Tim. 1:15)…
Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! (1 Gv 3:1), eletti perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, ma predestinati NEL SUOAMORE a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà… (Efesini 1:4,5).

Amo Dio perché Lui mi ha scelto, oppure amo Dio perché ho scoperto (mediante il Vangelo), che Lui mi ha amato per primo attraverso il Suo amore per me espresso nell’opera redentrice di Gesù? Riesco a scegliere di amare alcuni, (come anch’io sono stato scelto), o posso amare tutti, perché anch’io ne facevo parte di quel mondo perduto? (1 Gv 4:10,17,19)

Quando Gesù dice ai 12: Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, (Gv 15:16), sta parlando anche a tutti gli altri che lo seguivano e che avevano creduto in Lui o solamente ai 12?

Quando Gesù prega (nella preghiera sacerdotale Gv 17), sta pregando per tutti coloro che hanno creduto alla Sua Parola, o solamente per i 12 che Lui ha scelto?

Nei Vangeli vediamo che Gesù sceglie 12, mentre ad altri li comanda di ravvedersi e credere, e questo si compie.

La mia speranza e fiducia non sono nel fatto di essere stato eletto, (anche se questo concetto è chiaro nelle Scritture), ma la mia sicurezza e pace riposa nel Suo AMORE verso di me peccatore, insieme alla Sua Parola dichiarata verso coloro che lo accettano e crederanno in Lui… (Gv 1:12/Rom 5:8-10/Efesini 2:4-10).

Sander Steall | Notiziecristiane.com

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