Tra dialogo interno e ricerca psico spirituale

Prima o poi tutti nella vita fanno esperienza di un dialogo interno. Tutti prima o poi si sono trovati a fare esperienza di un percorso interiore fatto di domande e di perché, di scopi e di mete da seguire. Una esperienza interna che il più delle volte è descritta come viaggio interiore, cammino interiore, ricerca interiore. Nient’altro che un simbolismo per descrivere una realtà che non può essere spiegata solo con il dinamismo psichico, di scientifica conoscenza, ma anche attraverso la ricerca della spiritualità a cui molti maestri del passato ne sono stati testimoni e viaggiatori. Molte sono i simboli e le metafore; salire la scala o scendere nell’abisso; traversare il deserto o trovarsi in altro mare; afferrati dal demonio o da Dio. Di sicuro in ogni metafora sono implicite le difficoltà e i dubbi del procedere o del tornare indietro, della paura e del coraggio, della sfida e della resa. Denominatore comune di ogni percorso interiore non è il modo o il mezzo ma la consapevolezza della ricerca, in fondo, il filosofo Eraclito, vissuto ad Efeso tra il VI e il V secolo a.C., ben sintetizzava quando affermava: «La scala che scende e che sale è sempre la stessa».

L’uomo, da sempre sente dentro di sé, una chiamata, una vocazione (Riccardi P., Ogni vita è una vocazione, per un ritrovato benessere. Ed. Cittadella Assisi 2014), percepita nel simbolismo di un malessere interiore, nelle insoddisfazioni, nel momento dei conflitti, nel momento del disagio. Simbolismo di una strada, vocazione, in distonia con il proprio essere.  Sono questi momenti che evidenziano il coraggio di intraprendere il cammino interiore, la strada, la vocazione che, chiama, il più delle volte a lasciare, ad abbandonare ciò che sta vivendo e facendo: «Va’ verso te stesso!» (Gen 12,1), dice Dio ad Abramo quando questi intraprende il suo viaggio, di credente, che lo porta da Ur dei Caldei fino alla terra promessa; viaggio come metafora di ricchezza interiore. Abramo esce fuori dal paese, metafora anche dell’uscita da se stesso vecchio per ritrovarsi giovane nonostante il tempo. Difatti i coniugi pur avanti negli anni, rispettivamente 90 e 100 anni hanno un figlio e lo chiamano Isacco, cioè «sorriso di Dio». (Genesi, 17,5). Immagine di evoluzione e progressione. Ma un viaggio non è mai lineare, è irto di ostacoli e messe alla prova come Abramo che deve affrontare il sacrificio del figlio Isacco (Genesi 22,1-18). Ogni ricerca interiore, una volta iniziata richiede la costanza del non fermarsi, poiché come dice il salmista è: «un’inarrestabile ascesa» (Sal 49,19).

La ricerca interiore diventa un itinerario spirituale e psicologico capace di umanizzare ogni uomo, religioso o no, cristiano o buddista, ateo o credente sempre che ognuno riconosca in se le voci che affiorano dal proprio profondo, che emergono sotto forma di domande, chi sono? perché esisto? dove vengo? dove vado? Sono domande essenziali ed esistenziali della vita, sono il terreno della vita spirituale e interiore che aprono una riflessione per una nuova antropologia dell’uomo in cerca di libertà. Una nuova antropologia che non si ferma all’Io, al cosa ha contribuito lo sviluppo della proprio personalità; i propri genitori, il legame di attaccamento da loro, i condizionamenti e la morale insegnata. Senza ombra di dubbio, fattori importanti per la conoscenza psicologica ma per il viaggio interiore spirituale, bisogna spostarsi dall’Io alla ricerca del senso della vita in generale e personale. Sono molte le psicologie che si soffermano all’Io chi sono? ma per una visione più completa del proprio essere bisogna spostarsi dall’Io sono al cosa la vita si aspetta da me

Pasquale Riccardi D’Alise | Notiziecristiane.com

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