Trasformata alla croce!


La storia vera della liberazione dal senso di colpa e di vergogna di una donna abusata sessualmente

“Se il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi!”  Giovani 8:36

di Elsa Jensen  –  La vergogna è un abisso buio e solitario. Esiste un senso di vergogna che porta al ravvedimento, ma c’è un altro senso di vergogna che é alquanto diverso: il senso di colpa, d’imbarazzo o disonore che ti porta sempre più lontano dalla libertà. É questo sentimento che mi ha tenuta schiava per molti anni. Per ragioni troppo complesse da spiegare, quando entrai nei miei vent’anni già soffrivo di un profondo senso di inutilità. In pratica ero stata manipolata da un uomo ad avere un rapporto sessuale che mi ha lasciata arrabbiata con me stessa e con lui.

Poco dopo, mentre vivevo in un kibbutz, venni abusata sessualmente da tre uomini per diverse ore. Passai un’intera settimana tentando di convincere un commissariato di polizia poco comprensivo a rispondere al mio rapporto. Alla fine gli agenti di polizia mi fecero firmare una dichiarazione nella quale dovetti affermare di aver “giocato alla prostituta”. Perfino un amico cristiano mi disse che l’aggressione era avvenuta probabilmente per colpa mia…

Dopo queste esperienze portai per anni un pesante manto di colpa. Medici e pastori mi furono di poco aiuto. Scoprii che elaborare le conseguenze dell’abuso sessuale è un compito molto triste e solitario.

Nonostante questo passato traumatico, mi sposai. Fu un matrimonio pieno di tensioni che aumentavano con l’arrivo di ognuno dei nostri tre figli. Col tempo sviluppai un odio pieno d’amarezza verso mio marito e verso tutti gli uomini. Cominciai a simpatizzare per i gruppi dei diritti delle donne e i movimenti femministi. Ma, peggio ancora, insegnai ai miei figli e a mia figlia che gli uomini sono da odiare.

Dopo un ulteriore e futile tentativo di ottenere aiuto da un medico, finalmente mi misi in ginocchio e nella disperazione gridai a Dio. Gli confessai i miei peccati e miei errori. Perdonai ogni persona che aveva in qualche modo causato le sofferenze di tutti quegli anni. Mentre pregavo, fu come se centinaia di chili cadessero dalle mie spalle. L’odio e la paura erano scomparsi.

Anche se sapevo di essere guarita, per molti anni la relazione fisica tra me e mio marito rimase molto difficile. In seguito, il Signore mi mostrò che c’era ancora una grande tristezza in di me. Compresi che anche se il mio odio e la mia aggressività erano stati curati, avevo soltanto seppellito tutte le sofferenze del mio passato. Dio mi disse: “Voglio che tutto venga alla luce!” Io risposi: “Se veramente dev’essere così, Ti prego di venire con me. Da sola io non ce la faccio!”

Dolcemente, durante i mesi successivi, Dio m’insegnò a perdonare me stessa. Mi mostrò che la vergogna mi impediva di affrontare la mia sofferenza. Finalmente un giorno gli dissi: “Signore, mi sento così umiliata!” Andai nella camera di mio figlio e mi sedetti sul suo letto. Rimasi lì con lo sguardo fisso.

Improvvisamente vidi Gesù vicino a me, appeso su una croce, in dimensioni reali. Era così reale che mi sembrava di poterlo toccare. Lo Spirito Santo mi mostrò che Gesù era nudo quando era appeso sulla croce. Il suo corpo era completamente spezzato, torturato e deformato – la Bibbia dice che la Sua forma era “sfigurata oltre ogni somiglianza umana” (Isaia 52:14). La manifestazione dell’impurità dell’umanità intera fu messa in mostra in quel corpo. Fu crocifisso su una collina vicino alle porte della città, sotto gli occhi di tutti. Non c’era alcun modo di nascondere alcunché! E poi vidi delle persone, che ridevano e gridavano e Lo ridicolizzavano.

Per un breve istante sentii la sofferenza dell’umiliazione di Gesù. Ne fui talmente sopraffatta che cominciai a piangere. Tutto quello che io avevo vissuto sembrava insignificante in confronto a quello che Lui aveva sopportato. E una cosa rendeva tutto ciò più straziante: era innocente. Nel corso degli anni avevo “meritato” la mia vergogna a causa dei miei propri errori e peccati, ma Lui stava portando il peso di peccati che non aveva mai commesso. Allora compresi che una parte di quel peso era dovuto al mio peccato. Lui stava portando la mia vergogna. E poiché lo vidi su di Lui – e non più su me – fui capace di affrontarla e lasciarla andare.

Mi inginocchiai davanti alla croce e dissi: “Oh Signore, come è terribile che Tu abbia dovuto sopportare tutto questo!” E con molte lacrime raccontai tutta la mia storia a quel Gesù nudo sulla croce. Non sentivo più alcuna vergogna, perché Lui stava subendo il mio destino.

Per me è così importante che sia stato un uomo a consolarmi e guarirmi – un uomo che comprende ogni cosa. Ero veramente consapevole che il Signore Gesù è un uomo. E poiché Lui è un uomo, mi guarì completamente dalla mia paura e dal mio odio per gli uomini. Cominciai ad amare e ad aver fiducia in mio marito, proprio come desideravo da  tempo. Il giorno dopo gli raccontai tutto nei dettagli, e il Signore gli diede compassione. Insieme abbiamo pianto, e lui mi ha consolata.

Adesso so di essere veramente guarita. La vergogna e il dolore sono scomparsi. Il Signore è stato davvero buono con noi. Il nostro matrimonio è così cambiato! Io sono cambiata. Il Signore ha esaudito la mia preghiera e mi ha mostrato che, letteralmente, Lui ha attraversato il mio dolore con me. Ho conosciuto Dio in un modo che non avrei mai potuto immaginare. Invece di un Dio severo e austero, Lui è divenuto mio Padre – la mia fonte d’amore, di saggezza, di tenerezza e gentilezza. Lui è il mio rifugio, la mia ancora. Il mio tutto.

Proclama la Parola di Dio:  «Io non ho paura, non soffrirò vergogna.
Io non temo il disonore; non sarò umiliata.
Dimenticherò la vergogna della mia giovinezza…»  (personalizzato da Isaia 54:4)

Fonte: http://www.benmelech.org/discepolo/croce-trasforma.htm

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