Triptorelina, il farmaco che blocca la pubertà e le sue conseguenze sulla salute

La Triptorelina (farmaco bloccante la pubertà) è stata proposta come trattamento farmacologico da utilizzare nei bambini che esprimono il desiderio di cambiare sesso. In questo modo, bloccando la pubertà, viene ritardata la comparsa dei caratteri sessuali secondari (aumento delle dimensioni del pene, aumento della peluria, comparsa della barba nei bambini, sviluppo del seno ed arrotondamento delle forme nelle bambine), affinchè, qualora il bambino crescendo confermi la sua decisione, la terapia ormonale prescritta per il cambiamento di sesso possa avere una efficacia maggiore.

Gli effetti a lungo termine della terapia con Triptorelina non sono del tutto noti. Solo due studi della letteratura scientifica hanno valutato le ripercussioni del trattamento con Triptorelina sulla salute.

Lo studio a primo nome Schagen, pubblicato sulla rivista The Journal of Sexual Medicine nel 2016, ha valutato gli effetti del trattamento somministrato per un anno in un totale di 116 adolescenti, di cui 49 “Male to Female” (bambini di sesso maschile alla nascita, ma che desiderano diventare donne) di età media pari a 13,6 anni, e 67 “Female to Male” (bambine di sesso femminile alla nascita, ma che desiderano diventare uomini), di età media pari a 14,2 anni. A 12 mesi dall’inizio del trattamento, lo studio ha dimostrato:

  • Un aumento significativo dell’indice di massa corporea
  • Una significativa riduzione della percentuale di massa magra ed aumento della percentuale di massa grassa

La terapia con Triptorelina potrebbe quindi avere una influenza negativa sulla composizione corporea, cosa che, a lungo andare, si associa ad un aumento del rischio di diabete e di infarto.

Il secondo studio, a primo nome Klink, pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Endocrinology and Metabolism nel 2015, ha valutato gli effetti del trattamento con Triptorelina sulla salute ossea, in 34 pazienti di età compresa tra i 12 ed i 16 anni. Lo studio dimostra un effetto negativo sulla salute ossea all’età di 22 anni nei pazienti sottoposti a trattamento, i quali saranno verosimilmente esposti ad un più alto rischio di fratture ossee in età anziana.

Inoltre, la terapia ormonale a cui si espongono i bambini per il cambiamento di sesso (per esempio la terapia con estrogeni o testosterone), ha note ripercussioni negative sulla salute. Nei “Male to Female” determina un aumento della massa grassa, un aumento del rischio di infarto del miocardio e di carcinoma della prostata. Nei “Female to Male” provoca un aumento dei valori di pressione arteriosa ed un peggioramento dei livelli di colesterolo.

In conclusione, i dati della letteratura scientifica disponibili ad oggi, supportano gli effetti negativi della terapia con Triptorelina, prescritta per ottenere un blocco della pubertà. Anche la terapia ormonale prescritta per il cambiamento di sesso, causa effetti negativi sulla salute. Globalmente, entrambe le terapie sembrano essere responsabili di un aumentato rischio cardiovascolare e di un peggioramento della salute ossea.

Viene quindi da chiedersi se sia proprio necessario somministrare dei farmaci che bloccano il processo naturale di crescita, in un’età in cui è complicato persino scegliere l’indirizzo di studi da seguire, se non addirittura quale gioco farsi regalare per il proprio compleanno. L’età infantile rappresenta infatti una fase in cui la propria identità non è affatto consolidata, ma viene influenzata fortemente dagli input provenienti dall’ambiente esterno (genitori, insegnanti, amici). In questa fase i bambini non sono nelle condizioni psicologiche di comprendere la propria identità, ma anzi cercano di imitare i modelli a loro più vicini. Considerare, pertanto, attendibile la scelta di cambiare sesso espressa da un bambino e, in accordo, prescrivere una terapia farmacologica che blocchi la pubertà, è assolutamente irrazionale e persino dannoso per la salute psico-fisica (come testimoniato anche dal tasso di suicidi della popolazione trans-gender, più alto rispetto alla popolazione generale).

La visione della Gender Theory, secondo cui il sesso biologico non esiste, sembra minare una verità assolutamente chiara e dimostrabile sotto il profilo medico e scientifico: ogni individuo nasce con un sesso biologico ben preciso, il cambiamento del quale ha come diretta conseguenza l’infertilità. Il risultato della diffusione ed accettazione generalizzata della Gender Theory sarebbe inevitabilmente l’estinzione della specie e, per quanto tutto in epoca moderna appaia relativo, ci si dimentica che la scienza, la biologia, la natura e le sue leggi, non sono tali.

missioneparadiso.it

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