
Dal silenzio del dolore al canto di gioia.
Abbiamo preso un pezzo della testimonianza di Nico Battaglia per far conoscere questa opera magnifica e gloriosa che Dio ha fatto per mezzo di Nico.
Questa testimonianza è tratta da un video e viene riportata in scritto da me. È un servizio che svolgo da tempo ed è rivolto particolarmente alle persone audiolese (nota di chi scrive).
Ho sempre cantato; ho sempre cantato per Dio da quando ero adolescente. Il mio percorso di fede è sempre andato di pari passo con il mio percorso musicale e le sfide non sono mai mancate nella mia vita. Un giorno però ho dovuto affrontare una storia durissima.
Era il 4 maggio 2018 quando mi diagnosticarono un carcinoma – pensate un po’ – alla lingua. Un tumore stava divorando la mia lingua, e dopo essermi sottoposto a varie visite, questo bravo medico mi condivide questa terribile diagnosi, e mi dice: “Devi subire immediatamente un intervento chirurgico. Dobbiamo asportare gran parte della tua lingua e del tuo collo per combattere il tuo tumore e se tutto andrà bene probabilmente dovrai convivere con una disabilità più o meno grave. Non sappiamo se riprenderai a parlare, non sappiamo come riprenderai ad alimentarti, certamente riuscirai ma non sappiamo con certezza come”.
Vi lascio immaginare i miei pensieri in quel momento. Certo ho pensato alla gravità di questo male. Tumore è una parola che spaventa non c’è niente da fare. Spaventa anche le persone più forti nella fede perché siamo uomini e donne fragili e non dobbiamo spaventarci di constatare la nostra fragilità, ma abbiamo un Dio potente nel quale possiamo confidare.
Sì, questa parola metteva paura nel mio cuore, l’idea di vivere con tutti i problemi collegati all’operazione da subire che mi aveva descritto il medico mi terrorizzava, ma ciò che letteralmente addolorava il mio cuore era immaginare per un attimo il mio futuro senza poter più cantare per Gesù. Come avrei potuto mai cantare più dopo un intervento così invasivo e mutilante? Da lì è iniziato un viaggio; un viaggio che mi ha portato dopo anni come vedete questa sera a cantare ancora, ma è stato un viaggio lungo, un viaggio doloroso, un viaggio Glorioso accomunato da un’unica cosa: mia moglie ed io abbiamo imparato giorno dopo giorno a fidarci di Dio.
Ti vuoi fidare di Dio? Eh, ma la montagna è troppo alta. Ti vuoi fidare di Dio? Eh, ma io non riesco a vivere con una cosa impossibile davanti a me. Ti vuoi fidare di Dio sì o no? L’Apostolo Paolo scrive ai Colossesi dicendo: “Cristo in voi speranza di gloria”. Cristo che abita in noi diventa speranza non solo per una benedizione qui su questa terra che passa, ma una speranza che ci proietta verso le cose eterne. Perché Gesù è venuto sulla terra per le cose eterne, per portare il Suo Regno Eterno, per portare salvezza eterna nell’anima e nella vita degli esseri umani per riconciliare l’uomo a Dio. I miracoli sono arrivati ma la missione principale è stata quella di portare le cose eterne all’essere umano, la vita eterna.
In Primo Samuele Capitolo 1 versetto 33 sta così scritto: Saul disse a Davide: “ Tu non puoi… tu non puoi… .Tu non puoi andare contro questo Filisteo; Poiché tu non sei che un ragazzo, ed egli è un guerriero fin dalla sua giovinezza”. Tu non puoi… . Il re Saul ha detto al giovane Davide che non poteva sfidare il filisteo, questo abile guerriero, questo gigante, quest’uomo forte e potente… Tu non puoi… . Quante volte qualcuno viene a noi e ci dice: Tu non puoi… tu non puoi… ma non ti sei visto? Tu non puoi… . Era il 28 giugno del 2018 un mese dopo l’intervento che ho subito, un intervento che è durato svariate ore e che prevedeva esattamente quanto descritto dal medico. Sono rimasto in ospedale immobile nel letto più di due settimane, non potevo fare nulla se non comunicare scrivendo sul cellulare con la mia mano destra; solo questo potevo fare, non potevo neanche respirare.
Dopo ho dovuto prepararmi per un lungo periodo di radio e chemioterapia, ma prima di questo percorso, esattamente il 28 giugno 2018, un bravissimo otorino mi ha visitato per prepararmi a questo percorso. Era un giorno speciale perché ricorreva l’anniversario di matrimonio mio e di Ester e volevamo provare a portare un pizzico di gioia in mezzo a tanto dolore.
Non potevo parlare, ero debilitato da tutto quello che avevo vissuto, i miei pensieri, il mio cuore… vi lascio immaginare. Il medico mi visita e poi ad un certo punto mia moglie gli dice: “Mi scusi, ci può consigliare un bravo logopedista perché vorremmo capire mio marito fin dove può arrivare con il recupero”. Il dottore le rispose: “No signora non si preoccupi, ora è tempo di concentrarsi sulle terapie”. E poi mia moglie chiede ancora: “No, la prego ci dia un consiglio per noi è importante”. “Ma perché è così importante signora?” “Sa mio marito canta… mio marito canta…”.
Il medico mi guarda diritto negli occhi. Un bravo medico; noi dobbiamo costantemente pregare per i nostri medici, credenti o non credenti che siano non importa; essi sono uomini e donne che studiano tutta la vita per curare i nostri corpi e il Signore si serve di loro. Ma in quanto medici o scienziati devono sempre dire la verità. È come un calcolo matematico non puoi dire ad una persona che due più due fa cinque perché di fatto due più due fa quattro, è la matematica. È una verità e non si sfugge. E questo medico come dicevo mi guarda dritto negli occhi e mi racconta la sua verità dal suo punto di vista e mi dice: “Nico, tu non canterai mai più…”.
Tu non puoi ha detto Saul a Davide. Sapete Davide cosa fece dopo aver ricevuto questo scoraggiamento tremendo da parte del re Saul? Stiamo parlando del re, non di uno dei fratelli di Davide che poteva essere accettabile come scoraggiamento, ma del re in persona. Davide inizia a raccontare quello che Dio ha già fatto per lui, perché c’è un passaggio da raccontare. Quante volte Dio ha operato nella nostra vita, non smettiamo mai di ricordare quello che Dio ha compiuto per noi ogni giorno. Facilmente ci dimentichiamo delle cose gloriose che Dio ha fatto nella nostra vita e ci lamentiamo per quello che Dio non fa ora nella nostra vita.
“Non dimenticare alcuno dei suoi benefici…“ scriverà il Salmista. E Davide inizia a raccontare che quando una pecora era minacciata da un orso o da un leone, lui andava dall’orso e dal leone e si riprendeva la sua pecora e se era necessario uccideva l’orso o il leone. In qualche modo Davide stava dicendo a Saul: Saul hai capito chi hai davanti? Tu vedi un giovane, smunto ragazzino, ma quel ragazzino ha ucciso il leone con le sue mani, senza lance, senza scudo e senza armatura. E Davide andrà senza lancia, senza scudo, senza armatura.
Come andrà Davide davanti a Golia? Con una fionda? No, non solo: quello è un semplice strumento come può essere per noi una chitarra. Davide andrà davanti a Golia nel nome dell’Eterno degli eserciti. Ripeto: Davide andrà davanti a Golia nel nome dell’Eterno degli eserciti. E se qualcuno un giorno ti dirà: “guarda che tu non puoi…” sarà anche vero ma è a Dio che spetta l’ultima parola, e se Dio mi dice che io canterò ancora, andrò nel nome dell’Eterno degli eserciti.
Sapete, un giorno mi sono messo a scrivere un brano perché il mio percorso è stato lunghissimo non posso raccontarlo tutto qui. Ho iniziato a scrivere “Canti al Signore”. Amo scrivere, scrivo da quando ero adolescente e ho iniziato a scrivere canti anche se non potevo ancora cantare. Spesso dico, è come ci fossero tanti pastori molto abili nella predicazione qui, in mezzo a noi questa sera, come se un pastore perdesse l’uso della voce ma nonostante questo continuasse a preparare Sermoni.
Ho scritto un canto, un canto che mi piace definire un canto di fede ispirato da un Salmo. Dobbiamo divorare la Parola di Dio fratelli e sorelle, sempre, soprattutto nei momenti difficili. E mentre divoravo un Salmo, il Salmo 42 l’ultimo verso mi incoraggia tantissimo, il salmista scrive: “Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché Dio lo celebrerò ancora…, io lo celebrerò ancora…”. Non era uscito dal percorso del dolore, ma il salmista per fede ha scritto: “Io lo celebrerò ancora”.
E così è stato per me, è diventato un: va bene Signore, io canto e canterò ancora; non so quando e non so come ma intanto il mio cuore continua a cantare e ad adorarti in Spirito e Verità nel deserto. Ed è nato questo brano; si intitola: “Io canto ancora… io canto ancora”.
Un giorno un pastore è venuto da me e mi ha detto: “Nico io canto ancora e tu?” Ah ah ah anch’io canto ancora. E voglio farvi questa domanda: Io canto ancora e tu? Puoi cantare ancora? Puoi cantare ancora? Quando ho scritto “Io canto ancora”, in effetti io ancora non potevo cantare; è stato il mio canto di fede. Oggi, grazie al Signore perché questo Lui ha voluto per me, questo canto è diventato il mio canto di testimonianza per Gesù Cristo nostro Signore.
Amen!
Per chi volesse approfondire o sapere di più della testimonianza del fratello Nico Battaglia, c’è il suo libro “Fidati di me”.
Dio ci benedica.
Francesco La Manna
https://www.facebook.com/storiedifedevissute.blogspot.it
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