Turchia. Pastore americano accusato di “terrorismo cristiano”

Il pastore presbiteriano Brunson è accusato di strumentalizzare la sua fede al fine di dividere la popolazione turca. Scopo del governo turco sarebbe quello di scambiare il pastore statunitense con il presunto istigatore del golpe del giungo 2016, Fethullah Gülen, attualmente in USA.

Roma, 30 marzo 2018 – Il mese prossimo un pastore statunitense della Carolina del Nord comparirà davanti a un tribunale turco. È accusato di complotto terroristico sfruttando il cristianesimo. E’ quanto emerge dall’accusa emessa la scorsa settimana da un tribunale contro Andrew Brunson, 50 anni, in carcere da un anno e mezzo. Originario di Black Mountain, una cittadina nella parte occidentale del Nord Carolina, Brunson viveva e lavorava in Turchia da quasi 25 anni. Rischia una pena detentiva di 35 anni.

Più specificamente, i procuratori turchi lo accusano di due crimini: appartenenza a un’organizzazione terroristica armata e spionaggio militare. “I giudici hanno equiparato il cristianesimo al terrorismo”, denuncia CeCe Heil, consulente legale presso il Centro americano per il diritto e la giustizia e avvocato difensore del pastore Brunson. Secondo l’avv. Heil l’accusa mossa al suo cliente è quella di essere “un agente di guerra non convenzionale che si atteggia a pastore evangelico”. L’accusa turca afferma inoltre che l’imputato “ha portato avanti obiettivi tipici di gruppi considerati dal governo turco come organizzazioni terroristiche armate usando l’evangelizzazione per dividere la popolazione turca diffondendo convinzioni religiose e settarie”. L’udienza di Brunson è prevista per il 16 aprile. A rappresentarlo sarà Cem Halavert, il suo avvocato turco, spiega l’avv. Heil.

La Turchia, di cui il 99% della popolazione è musulmana, dopo il tentato colpo di stato nel 2016, ha intensificato la sua lotta contro i presunti oppositori del regime e altri gruppi percepiti come tali. Secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, istigatore del golpe sarebbe Fethullah Gülen, studioso e leader musulmano attualmente residente negli Stati Uniti. Erdogan avrebbe proposto a Washington di liberare Brunson in cambio dell’estradizione in Turchia di Fethullah Gülen. “Dateci Gülen, e noi, processato Brunson, ve lo rimandiamo indietro”, avrebbe dichiarato Erdogan l’anno scorso, secondo AP. “È una pedina in una sporca partita diplomatica che la Turchia gioca con gli Stati Uniti”, denuncia Kristina Arriaga, vicepresidente della Commissione degli Stati Uniti sulla libertà religiosa internazionale, che lo scorso ottobre ha incontrato Brunson in carcere, dimagrito di 20 chili.

Andrew Brunson è pastore della “Chiesa della Resurrezione” a Izmir, sulla costa turca dell’Egeo. Un ministero che dipende dalla Chiesa presbiteriana statunitense. È sposato e ha tre figli. Brunson e sua moglie sono stati arrestati una prima volta perché considerati minacce alla sicurezza nazionale. La moglie è stata rilasciata, ma lui, due mesi dopo, è stato accusato di appartenere a un’organizzazione terroristica armata.

“Erdogan vuole dimostrare di essere un uomo forte rimanendo sulle proprie posizioni per mostrare agli Stati Uniti che ha potere. In realtà è solo un prepotente che si accanisce su Andrew Brunson, proprio come un ragazzino in un parco giochi bullizzerebbe un compagno innocente con lo scopo di mostrare chi è al comando. È spregevole”, conclude Arriaga. (Traduzione a cura di Gaelle Courtens).

(NEV/Protestinter)

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook