Tutto è perfetto

A volte dimentichiamo che ciò che ci accade fa parte di un disegno di più ampio respiro, che il più delle volte si nasconde dentro le nostre inconsce profondità. Ci lamentiamo di un destino avverso, ci lamentiamo di una disfatta o una relazione che non va, perché ignoriamo il nostro essere; ignoriamo chi siamo. Non ci conosciamo affatto. Ignoriamo cosa si nasconde nelle nostre viscere più profonde (inconscio). Quando ci lamentiamo allora non ci resta che comprendere che quello di cui si sta vivendo rientra in un disegno di più ampio respiro che ci indica chi siamo. Se vogliamo cambiare rotta alle nostre lagnanze e, non vivere da vittime, non resta che comprendere e capire che tutto rientra in un disegno di Armonia e Perfezione di Dio. Diventa difficile capire, per chi non è credente cristiano, che Dio è principio e causa di armonia e perfezione. Dalla notte dei tempi ognuno personifica Dio come un concetto antropomorfo, con un volto, un’immagine, un’entità figurata. Niente di più errato è solo una visione infantile dell’esistenza. Dio è armonia è perfezione. Per cui ogni cosa che avviene è un volere che accade nelle leggi dell’armonia e tutto ciò che accade rientra nella perfezione dell’armonia. Certo si potrebbe pensare che anche la violenza subita, un torto ricevuto rientri nella perfezione e nell’armonia. Non affatto, non si intende né giustificare la violenza, né comportamenti sbagliati, ma accettare il fatto che molte cose avvengono perché si sono create le condizioni che le favoriscono è iniziare a pensare in termini di armonia e perfezione. Tra condizioni e comportamenti vi è sempre una sinergia, sebbene patologica, ma è sempre sinergia. Come ci fa riflettere la parabola del seminatore che uscito per seminare le sue semente lungo la strada cadono in parti e terreni diversi e ad ogni semente la propria sorta, chi viene mangiata dagli uccelli chi cresce (Lc 8:4-8).

Spesso ci lamentiamo di un ritardo fatto, di una promozione lavorativa non avvenuta, del beccarsi la febbre prima dell’esame, di un accidentale imprevisto ecc. Poco ci concentriamo sul fatto che questi accadimenti, benché possano provocare sofferenza e disagi, rientrano nell’armonia del proprio essere. Magari a quell’appuntamento non si voleva andare, magari all’esame non si era del tutto fiduciosi di superarlo, ecc. Così tutto ciò che accade va visto nell’incapacità propria di tendere verso una perfezione armonica di sé. Le cose che ci accadono, spesso, non sono altro che il riflesso del nostro specchio interiore. Pulito il quale tutto brilla diversamente. “Quando una situazione interiore non viene portata alla coscienza, essa appare all’esterno di te come tuo destino”, afferma lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung. Prima di lamentarci, prima di incolpare il destino, allora, non resta che leggere nello specchio della nostra vita per riportare ad una nuova armonia positiva e non patologica la propria esistenza

Pasquale Riccardi D’Alise

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