UMILI O UMILIATI?

Uno strano rapporto quello tra l’umiltà e l’umiliazione.

Si, uno strano rapporto!

Umiltà non significa umiliazione: la prima è nobile, la seconda ignobile; l’umiltà è una virtù, la seconda è un abuso; la prima conserva il rispetto e la dignità della persona, la seconda calpesta entrambi.

Però bisogna parlare di questo strano rapporto.

Si, bisogna parlarne.

Eh già, perché temo che molti soffrano nell’ambito della chiesa non per l’umiltà, ma per l’umiliazione che subiscono e che alcuni (pastori) vorrebbero confondere e far passare per umiltà!

I cristiani sono (siamo) chiamati a conformarci all’immagine del Signore (che ci dice “Imparate da me, che sono mansueto ed umile di cuore” – Matteo 11: 29 -), quindi a rivestire la veste dell’umiltà, della mitezza, della compassione. Insomma a divenire conformi a Cristo.

Ma i cristiani non sono (no siamo) chiamati dal Signore a farci umiliare.

Quindi distinguiamo i confini di ciò che è l’umiltà e di ciò che, invece, è umiliazione; si distinguiamoli, perché, così, capiremo entro quali confini siamo chiamati a stare e a muoverci e entro quali confini, invece, non siamo chiamati né a stare e neanche a muoverci, ma dai quali uscire!

In altre parole, dato che il Signore ci chiama all’umiltà cerchiamo di stabilire cosa essa sia; e siccome, invece, Lui non ci chiama ad essere umiliati, maltrattati e abusati da coloro che dovrebbero curare le Sue pecore (mentre, invece, spesso, le umiliano curando se stessi) cerchiamo pure di definire cosa sia l’umiliazione subita dai credenti per denunciarla e respingerla.

  1. Potrebbe essere umiltà quella del neoconvertito di imparare a poco a poco le cose che riguardano Dio, attraverso un processo di apprendimento che, come quello che farebbe un allievo che cominci le prime classi della scuola, lo porti a maturare gradualmente gli insegnamenti del Signore rivelati nella Parola e ad assimilarli.

Ma sarebbe umiliazione quando un fratello convertito da diversi anni fosse ancora trattato come un bambino e come uno stupido che non capisse mai niente delle cose di Dio, da parte di un pastore, che – tra l’altro – dopo anni e anni continua a predicare sempre le stesse cose (le medesime cose che insegna al neoconvertito) e tratta l’uno (il neoconvertito) e il credente maturo alla pari, non riconoscendo nessuna differenza tra i due. Quindi tenendo i credenti che frequentano la comunità sempre ai margini, come degli eterni bambini;

1. sarebbe umiltà quella per cui un pastore consiglierebbe a un credente di approfondire e approfondirsi di più sulla Parola del Signore (magari esortandolo a pregare di più e/o a fare degli studi della Parola (anche attraverso una scuola biblica).

Ma sarebbe umiliazione quella fatta dal pastore nei confronti di un credente/dei credenti che non fossero mai invogliati a progredire, ai quali non si desse mai l’occasione di intervenire, che fossero da lui sempre criticati o semplicemente non presi in considerazione quando cercano di esprimere un’opinione e che fossero tenuti solo a riscaldare i banchi e interpellati solo per ricordare loro di pagargli puntualmente la decima;

2. sarebbe umiltà quella di cercare le anime per constatare quali sono i loro bisogni e vedere se effettivamente il pastore sta provvedendo col suo ministero alla soddisfazione di questi.

Ma è umiliazione a danno dei credenti (dei cristiani) quella esercitata da quei pastori che non cercano mai le anime (non andandole a trovare a casa per rendersi conto dello stato spirituale in cui si trovano e dei bisogni personali che hanno).

Ma è umiliazione tenere asservite le anime alle solite attività programmate “dalla chiesa” (in realtà dal pastore), che girano tutte intorno a ciò che lui sceglie e decide di fare e che spessissimo non coincide con la cura dei bisogni personali delle anime (costrette sempre a sentire le medesime cose dal pastore, mentre i loro bisogni restano sepolti e sconosciuti senza che nessuno parli ai loro cuori).

E si potrebbe continuare ancora così per molto, continuando a descrivere il deplorevole stato di molte anime in molte chiese.

Mi sbaglio? Non è questo lo stato di cose che è presente in molte comunità “cristiane”?

Chissà quanti vivono così, soffrendo dentro se stessi!

Chissà quanti/quante continuano a subire abusi da parte di quei pastori che chiamano umiltà tutto ciò che, invece, è chiaramente umiliazione di povere anime, costrette a subire i modi di fare i questi “servi” (prepotenti)!

Parlo credo a nome di tutti quelli che soffrono un simile stato di cose.

E la riprova di questo mi potrebbe essere data da tutti coloro che confermeranno di stare vivendo questa triste realtà.

Quindi, se siete d’accordo, voi che soffrite di questo genere di umiliazioni, fate sentire la vostra voce.

Chi vuole mi dia conferma di questo stato di cose, anche solo dando un accenno.

Io vorrei denunciare questo stato di cose. Sono stato per troppi anni abusato e non voglio più restare sotto questo gioco… perverso!

E voi?

Se volete condividere la vostra esperienza riguardo a queste cose scrivetemi pure:

Enzo Email: enzo_maniaci@libero.it  

Cell.: 340/3094547

Dio ci benedica e ci liberi, nel nome di Gesù che è benedetto in eterno.

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com

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