La notizia: Due membri del personale dell’ambasciata israeliana — tra cui un cristiano — sono stati uccisi all’inizio di questa settimana fuori dal Capital Jewish Museum a Washington DC, in quello che le autorità hanno definito un attacco antisemita da parte di un uomo armato filo-palestinese.
Contesto: Yaron Lischinsky, 30 anni, e Sarah Milgrim, 26, sono stati colpiti a distanza ravvicinata mentre partecipavano a un evento promosso dall’American Jewish Committee rivolto a giovani diplomatici.
Lischinsky, cittadino israeliano nato in Germania da famiglia ebraica, aveva prestato servizio nelle Forze di Difesa Israeliane e conseguito un master in governo, diplomazia e strategia presso la Reichman University. Lavorava come assistente alla ricerca nel dipartimento politico dell’ambasciata israeliana a Washington, occupandosi di affari mediorientali e di promozione delle relazioni diplomatiche.
Lischinsky era un ebreo messianico — credente in Gesù come Messia — attivamente impegnato nel dialogo interreligioso e appassionato nel costruire ponti tra culture e fedi diverse. Nato da padre ebreo e madre cristiana, si era trasferito in Israele a 16 anni, dove aveva iniziato a frequentare Melech Ha’Mlachim (in inglese “King of Kings”), una comunità messianica a Gerusalemme. Secondo un amico appartenente alla stessa congregazione, Lischinsky traduceva le predicazioni per i visitatori anglofoni.
Ronen Shoval, preside dell’Argaman Institute di Gerusalemme, dove Lischinsky aveva studiato, lo ha descritto come “un cristiano devoto” che “aveva legato il proprio destino al popolo d’Israele.” Anche l’ambasciatore israeliano in Germania, Ron Prosor, ha fatto riferimento a lui come a un cristiano.
Sarah Milgrim, americana di Overland Park, Kansas, era altrettanto animata da una passione per la pace e la diplomazia. Con due master in studi internazionali e sviluppo sostenibile, lavorava nel dipartimento di diplomazia pubblica dell’ambasciata israeliana, organizzando missioni ed eventi volti a promuovere comprensione e cooperazione.
Milgrim aveva una lunga esperienza in iniziative di dialogo israelo-palestinese, tra cui il suo impegno con Tech2Peace, un’organizzazione che riunisce giovani israeliani e palestinesi per progetti congiunti.
Nel 2014, quando Milgrim era ancora adolescente, un suprematista bianco uccise tre persone in istituzioni ebraiche nella sua città. Nel 2017, si era attivata dopo che alcune svastiche erano state dipinte nella sua scuola. In un’intervista a una televisione locale dichiarò: “Sono preoccupata quando vado in sinagoga e ora devo preoccuparmi anche per la mia sicurezza a scuola — e non dovrebbe essere così.”
Secondo l’ambasciatore israeliano, Lischinsky aveva acquistato un anello di fidanzamento e intendeva chiedere a Sarah di sposarlo durante un prossimo viaggio a Gerusalemme.
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha collegato direttamente l’attacco al clima “velenoso di incitamento antisemita” diffusosi dopo il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023. Secondo le testimonianze, l’attentatore avrebbe urlato “Libertà per la Palestina” subito dopo la sparatoria.
Perché è importante: L’omicidio di Lischinsky e Milgrim non è solo una tragedia personale, ma anche un drammatico segnale dell’aumento dell’antisemitismo e della violenza di matrice ideologica. Il fatto che tra le vittime vi sia anche un credente ebreo messianico come Lischinsky sottolinea ancora di più l’urgenza di vigilare e opporsi a qualsiasi forma di odio.
È fondamentale non ridurre questa coppia a semplici figure politiche. Erano due giovani creati a immagine di Dio, con una vita davanti e dei sogni che sono stati spezzati da un odio ideologico. Le loro morti ci ricordano che ogni atto antisemita colpisce persone reali: figli amati, futuri sposi, individui creati e preziosi agli occhi del loro Creatore.
L’identità di Lischinsky come ebreo messianico è anche un simbolo potente del ponte tra la comunità ebraica e quella cristiana. La sua vita e il suo servizio incarnano il potenziale di unità e comprensione reciproca. La sua morte rappresenta un appello per i cristiani a stare accanto al popolo ebraico, riconoscendo la nostra eredità comune e il dovere di opporci a ogni forma di pregiudizio.
Alla fine, la nostra risposta all’antisemitismo nasce dal Vangelo stesso. Cristo è morto per ebrei e gentili, abbattendo “il muro di separazione” e creando “un solo uomo nuovo” in sé (Efesini 2:14-15). Lo stesso Vangelo che ci riconcilia con Dio è anche quello che ci riconcilia gli uni agli altri, oltre ogni barriera etnica e culturale.
L’uomo che ha ucciso Lischinsky e Milgrim ha anch’egli disperatamente bisogno di questo Vangelo. Solo la buona notizia di Gesù ha il potere di liberare una persona da catene così profonde di odio.
Onoriamo la memoria di Lischinsky e Milgrim continuando il loro impegno: operare per la pace, opporci all’antisemitismo e costruire relazioni nonostante le differenze che ci dividono.
https://www.coramdeo.it/articoli/un-attacco-antisemita-uccide-un-pacificatore/

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