UN CONTAGIO DI FEDE

Trovare un senso a tutto ciò che sta accadendo, un senso (in qualche modo) positivo, forse è possibile.

Molte cose si sentono dire sui social, dai media, dalla gente.

Alcuni parlano del l’esito infausto del comportamento umano, altri di guerra batteriologica, altri ancora scorgono in ogni scia bianca in cielo tonnellate di veleni per intossicare l’umanità, a che fine poi?

Certi si lasciano prendere, da funeste e apocalittiche visioni terminali del mondo.

Forse hanno tutti ragione, o forse no! Non lo so e non voglio saperlo, chi mai potrebbe trarre una verità in tutto ciò?

Da cristiano e da uomo di fede alcune considerazioni certo vorrei farle.

Per chi crede, per chi conosce e per chi segue le scritture alcune cose sono colonne inamovibili.

Per esempio: Crediamo di essere in un tempo di attesa del ritorno di Cristo sulla terra, crediamo che prima che ciò avvenga ad ogni uomo dovrà essere stato predicato il Vangelo.

Crediamo che oggi come al tempo di Gesù siamo discepoli istruiti e mandati perché ciò avvenga.

Riconosciamo in oltre i segni citati nei vangeli che manifesteranno l’imminente ritorno di Cristo e crediamo che quel tempo porterà con se la fine della terra e di questo tempo per come lo conosciamo.

Che dire allora di questo momento strano, mortalmente contagioso.

Come trarre da ciò qualcosa di utile, chi deve trarre da ciò qualcosa di utile?

Ovviamente tutti possiamo fare tesoro, trarre insegnamenti da queste circostanze.

Abbiamo la possibilità di riflettere sui nostri comportamenti e in verità, avremmo parecchio da discutere con la nostra coscienza.

Dal comportamento civile in poi, mille fronti di ragionamenti introspettivi farebbero bene all’uomo.

Dalle relazioni tra persone, allo sfruttamento delle risorse, dalla narcisistica stima che nutriamo per noi stessi alla poca stima o amore che abbiamo per gli altri.

Da quanto l’uomo sia facilmente corruttore e corruttibile, alle mille e mille, altre questioni ancora.

Ed in fine non ultimo, per tutti coloro che credono, il rapporto che abbiamo verso colui in cui crediamo e verso l’autenticità della nostra fede.

Come ho detto sono un credente, lo sono sempre stato, ma da quando ho conosciuto Gesù e l’unicità di Dio lo sono diventato ancora di più.

Così mi domando: “che ne sarà di questa storia, passerà tutto, si dimenticheranno i morti e la paura fino alla prossima epidemia?”

Che fare perché il disastro non sia inutile? Gli uomini saranno migliori dopo questo spavento o con i mesi torneranno ad essere quelli di sempre?

Per noi… e parlo ai credenti, si apre un’ importante possibilità di riflessione, che spero diventi una potente opera di conversione.

A noi pare facile comprendere che l’uomo, avverso ai canoni divini, conduca se stesso e globalmente l’umanità verso un baratro.

Come dirlo agli altri? Come dirgli che ci siamo così tanto allontanati dalla fonte della vita che essa stessa si ritrae.

Come dirgli che non abbiamo più divine difese immunitarie grazie all’arroganza del nostro comportamento, dei nostri modi.

Già, come dirlo ha chi non ha un sestante per seguire la rotta, come dirlo a chi non ha avuto nella propria vita la luce della rivelazione.

Egli non sa, non può rendersene conto, egli è convinto che le tenebre siano luce, e più desidera luce e più precipita nel buio.

Ecco allora una ragione per la chiesa, un motivo, un senso per sperare nella Salvezza altrui.

Chi potrà mai appoggiarsi su di una cronaca così dolente per proclamare la Gloria di Dio, chi mai farebbe leva sul dolore per parlare d’ amore?

Infatti, credo che non sia quello il sistema, certo portare conforto è d’obbligo, ma la vera richiesta di cambiamento del Signore è per la sua chiesa.

A chi parlerà il Signore se non ai suoi discepoli, a chi Gesù lasciò autorità se non ai suoi?

Colui che non ha rivelazione non può credere, ma colui che è stato bonificato ha un compito importante, intercedere!

In questo momento chi crede in Cristo deve Immedesimarsi in un umanità dispersa, priva di orientamento, sofferente, per soffrire a sua volta della sua sofferenza, farla propria per portarla in preghiera.

Riunirsi in preghiera, in ogni chiesa, in ogni luogo, in ogni tempo, (con i metodi consentiti in questi giorni) perché il cuore del Signore sia mosso a misericordia.

Perché da questa misericordia nasca il perdono e da questo perdono, la giustizia dimentichi il fare malvagio dell’uomo.

Riunirsi in preghiera con una precisa richiesta, perché grazie all’intercessione della Sua Chiesa l’uomo riceva rivelazione e la luce possa risvegliarlo dal suo sonno di tenebra.

Affinché ogni uomo si redima e si converta, perché egli stesso a sua volta interceda, perché l’umanità si svegli e di amore contagi se stessa.

Francesco Blaganò

copyright©francescoblaganò 3/2020

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook