Un dovere… Accogliere colui che è debole

La Bibbia dice di “accogliere colui che è debole nella fede, ma non per sentenziare sui suoi scrupoli” (Rom. 14:1). L’apostolo Paolo ordina di accogliere colui che è debole nella fede con amore, senza sentenziare o esprimere opinioni sulle sue debolezze. E questo è uno dei pericoli in cui cadiamo un po’ tutti quanti, non siamo noi che dobbiamo giudicare le debolezze dei fratelli, ma Dio! Paolo in questo capitolo porta a paragone il cibo, in relazione alla fede cristiana, che a quei tempi era motivo di divisione, poichè non tutti condividevano – e direi anche oggi: tradizioni, convinzioni – per i pagani erano offerte agli idoli, e Paolo li riprende non tanto per la motivazione, ma perché era motivo di differenti opinioni.

In una situazione del genere, un credente non deve mai giudicare le debolezze dell’altro credente, come purtroppo spesso accade. Il cristiano “forte spiritualmente” non deve mai giudicare il cristiano debole, perché ognuno è responsabile davanti a Dio che è suo giusto giudice; e quando siamo tentati di giudicare le debolezze altrui, dobbiamo porci la domanda: “Chi sei tu che giudichi il domestico altrui?”. Questo spetta solo a Dio, e noi siamo in piedi, come dice Paolo, solo perché il Signore e solo Lui è potente dal farlo.

Piuttosto, ogni cristiano dovrebbe “sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a sé stesso” (Rom 15:1) e “rialzare con spirito di mansuetudine, il fratello che viene sorpreso a peccare” (Gal. 6:2). Ma siamo sicuri che noi adempiamo a questo comando con ogni giustizia e amore? Io credo che molto spesso, a causa della nostra debole natura umana, tendiamo più a giudicare e condannare il fratello o la sorella colti in peccato; e in questo c’entra sempre il nostro “io”. Infatti, se la Bibbia dice di “non cercare il proprio vantaggio, ma quello degli altri” (1Cor. 10:24), molti di noi, sentendoci più “spirituali” di altri, usiamo le debolezze dei fratelli per innalzare noi stessi.

Ora, purtroppo, tutto ciò è una realtà presente ancora oggi nella chiesa e in molti credenti, ed è estremamente anti-cristiano.

Come dice Paolo, quanto a colui che è debole nella fede, la cui fede non è arrivata a un grado di forza e di chiarezza sufficiente da fargli considerare le sue pratiche esterne come nocive per la vita spirituale, comanda di accoglierlo con benevolenza, come fratello, ma non per discutere opinioni sulle sue debolezze, cioè non per sottoporre ad un continuo esame le sue debolezze. Ciò non riuscirebbe che a confonderlo mentre, invece, la carità del cristiano lo edificherà.

Dio ci benedica

Alessio Sibilla | Notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook