Un Islam privo di Intesa con lo Stato? No grazie!

di FRANCESCO MAGGIO

Dati statistici evidenziano che gli italiani che hanno abbracciato la fede di Maometto sarebbero tra i 50.000 e i 70.000. Sono diverse le ragioni di tali conversioni automatiche. Molte di queste sono dovute ai matrimoni misti, ma ci sono anche altre motivazioni più o meno latenti. Alcuni si avvicinano all’Islam perché affascinati dal radicalismo di questa ideologia fortemente distinta o perché delusi da un cristianesimo annacquato e troppo indulgente verso i costumi lascivi della nostra società; altri trovano nell’Islam una forma di ribellione alla società occidentale; altri infine ci arrivano attraverso la personale applicazione intellettuale, altri ancora cavalcando la disinformazione o la superficialità.

Non soddisfatti della vita nella nostra società occidentale, i musulmani in Italia percepiscono le manifeste carenze dilaganti come la loro opportunità d’oro per marcare il nostro territorio.

Tra le conseguenze più recenti della forte laicizzazione della società italiana da un lato, e della presenza islamica in Italia dall’altra, c’è l’emergere di associazioni e realtà musulmane dedite alla predicazione del Corano in aggiunta ad una preoccupante apertura degli italiani all’Islam. Stiamo assistendo ad attività preoccupanti di proselitismo islamico per le strade, nelle scuole e su internet. Come è noto, la Costituzione sancisce e garantisce la libertà di culto. La Costituzione, quando è nata, non aveva a che fare con l’Islam e le sue implicazioni. Lo stesso valeva per il resto dell’Europa. Si pensava al massimo alle varie correnti filo-cristiane che potevano originarsi.

Mentre per quanto riguarda la presenza di milioni di musulmani in Europa occidentale, si tratta di un fenomeno relativamente nuovo. Prima della seconda guerra mondiale, i musulmani vivevano quasi esclusivamente nella casa dell’Islam (Dar el’Islam).

Nel tempo attuale, la libertà religiosa completa in favore dell’Islam stride alquanto in Europa.

Anche l’Italia di oggi è divenuto substrato fertile in cui proliferano islamisti radicali che pretendono di imporsi con l’Islam alla maniera di Maometto. Negli ultimi 12 mesi alcune centinaia di pericolosi elementi estremisti sono stati espulsi dal nostro territorio. Questi signori vorrebbero che il nostro Paese, in un giorno neanche troppo lontano, fosse regolato dalla Costituzione islamica come avvenne, nel 625 d.C., per Medina, ad opera del loro “Profeta”. Tali islamisti radicali si affaticano affinché sia affermata la Sharia, in certe città.

La vasta maggioranza di musulmani che si incontrano nella vita di ogni giorno – sono però persone comuni, rispettabili, rispettosi della legge e grandi lavoratori.

La maggior parte dei musulmani non seguono Maometto nei suoi combattimenti: pochi, infatti, conoscono la verità sulla Jihad di matrice islamica. A loro è stato insegnato nelle moschee che Muhammad ha combattuto solo difensivamente e controvoglia.

I musulmani non credono la stessa cosa. Sono individui che comprendono la loro fede in modi diversi, proprio come i cristiani hanno opinioni diverse.

I governi e le società occidentali devono offrire loro sostegno, e contemporaneamente mantenere una posizione ferma all’estremismo islamico e alla dura intolleranza contro i “mushrikuna” europei e in altre parti del mondo. 

Certo, andrebbe garantita ai fedeli musulmani un sistema di garanzie e regime di libertà religiosa privilegiata al pari delle altre confessioni acattoliche, ma rivalutato entro una Carta di Intesa a pro di tutti i non-musulmani in Europa, studiata intorno a un tavolo, con i massimi leader musulmani, rappresentanti delle comunità musulmane, nella qualità di leader a vari livelli come mufti, ulema, imam, responsabili di comunità, capi di madrasse islamiche, e tutti gli altri rilevanti incarichi, inclusi i liberi pensatori e leader delle organizzazioni non governative, così come quelli delle organizzazioni non a scopo di lucro, e che  si impegnino a sostenere, promuovere diffondere e a far rispettare nella lettera e nello spirito, gli accordi per una convivenza pacifica.

Finora l’Islam in Italia non ha mai siglato un’Intesa come previsto dalla Carta costituzionale fra lo Stato e la confessione religiosa dell’Islām

Non sancire un regime di garanzie e libertà religiosa privilegiato a beneficio dell’Islam, al pari delle altre confessioni religiose riconosciute, prima che venga siglata una vera e propria intesa con lo Stato. Vuol dire avere prudenza oggi!

La libertà religiosa privilegiata come tutti, SI! Ma riconosciuta dentro il quadro costituzionale italiano fra Stato e l’Islam come tutte le confessioni acattoliche che hanno finora siglato l’Intesa con lo Stato.

La prospettiva europea occidentale di vedere la religione, raggiunto dopo secoli di spargimenti di sangue, conflitti e divisioni, intende la religione come una questione privata di fede e coscienza. I fondamentalisti islamici non condividono questo punto di vista. Non credono nella democrazia, nell’eguaglianza delle donne o nella tolleranza. Credono soltanto nella teocrazia islamica, in una società universale musulmana, cosiddetta Umma, basata sulle regole politiche in accordo con il Corano e la Sunna.  Il Corano, testo medievale, è impugnato per essere rispettato nel XXI secolo, perché da esso procede la parola di Allah e del suo Messaggero. Non ci sono storie! Questi punti di vista sono semplicemente incompatibili con la democrazia liberale occidentale, e abbiamo visto dove possono portare queste interpretazioni religiose estremiste. La presenza musulmana, ormai decennale, in Italia e altrove in Occidente, ha dimostrato che il loro passaggio dalla “casa dell’Islam”, all’Occidente laico e democratico, si è rivelato più problematico per la loro assimilazione che per altri immigrati nella stessa posizione. Il loro credo islamico impedisce loro di voler far parte della totale libertà personale sostenuta dallo spirito democratico dell’Occidente.

Le loro convinzioni islamiche impedirebbero loro di essere parte di quella totale libertà personale che lo spirito democratico dell’Occidente promuove male. E chi potrebbe biasimarli quando siamo testimoni quotidiani di un deterioramento morale e spirituale delle nostre società libere? La laicità delle nazioni democratiche ha favorito l’autonomia personale che genera immensa anarchia morale e spirituale: droghe, dipendenze, immoralità sessuale, corruzione politica sono rampanti perché l’Occidente ha respinto in gran parte la fede cristiana, che in precedenza influenzava molto sui principi delle culture occidentali. Si può capire perché i musulmani credono che la loro religione e la loro fede siano superiori a ciò che vedono intorno a loro e non vogliono assimilarsi ad essa.

Eppure, sono prigionieri di una ideologia religiosizzata che è autoritaria e sposa credenze che hanno creato terrore e caos in tutto il mondo. Ma il dissenso c’è tra “gli italiani”. Un esempio è se assecondare ancora la libertà religiosa privilegiata all’Islam debitamente siglata con una regolare Intesa.

L’Islam nella sua componente intrinseca è un sistema ideologico ma passa come religione. Pertanto è dissonante riconoscere la libertà religiosa ad una realtà che prevede di introdurre la Sharia. Semanticamente, il termine ‘religione’ si fa fatica a riscontrarlo in lingua araba. Ad esempio: Dîn (arabo:دين [di-n]) è una parola araba della quale non esiste un esatto equivalente in italiano e resa normalmente come «religione» islamica. Il termine è tradotto malissimo. “Din” significa «stile di vita»! Garantire la libertà religiosa privilegiata all’islam, nella prospettiva islamica  comporta tout court il riconoscimento del “Din”, che non significa religione, bensì significa un codice secondo il quale vivere. In altre parole diventa un codice religioso politico. Il codice si esprime nella dottrina, di conseguenza ogni dottrina diventa un sistema legale politico. Pertanto quando l’islam diventa demograficamente e numericamente importante in un paese, i leader musulmani iniziano a esigere sempre più spazi e diritti importanti; la prospettiva è riaffermare il Din, il codice politico religioso che hanno lasciato nella loro nazione di provenienza. Nei paesi islamici più chiusi si spiega così perché è vietato parlare, condividere la propria fede cristiana o donare Bibbie ai cittadini musulmani. Dalla prospettiva giuridica diventa un vero e proprio crimine.

Finché la libertà religiosa a pieno regime non sarà un giorno estesa anche all’Islam, garantita dall’Intesa, grazie alle nostre leggi democratiche, l’Islam continuerà a galoppare fino ad introdurre gradualmente la Sharia (vero traguardo) incluso la cristofobia di cui il Corano ne impersona la caratteristica. Un altro caso recente è l’Algeria! La polizia è tornata a chiudere edifici di culto cristiano in questi giorni, pastori strattonati e malmenati. E la reciprocità tanto evocata in questi anni rimane lastricata di buone intenzioni.

Veri rapporti di reciprocità devono essere garantiti fra i paesi occidentali a partire da quei paesi islamici dai quali provengono moltissimi di loro.

OPINIONISTI DELL’ULTIMA ORA

Negli ultimi 10 anni, avremo visto in TV almeno una volta accademici, giornalisti, anche professori emeriti prendere parte a dibattiti televisivi dove li sentiamo come opinionisti (che darebbero “addosso” a questo articolo con epiteti impronunziabili). Purtroppo è il solito vizio del cane che girando su se stesso si morde la coda. Intanto, chi fra loro ha dimestichezza con la letteratura arabo-islamica, almeno sufficiente? Chi fra loro ha mai vissuto almeno due anni in Medio Oriente come laico o come cristiano…o chi di loro conosce la semantica, gli esatti significati dei termini originari, o un po’ di filologia araba, per non parlare della storia di Maometto… hanno mai letto gli Hadith (è un gravissimo errore ignorarli) la Siratullah Nabi Muhammad… e o si affidano ciecamente alle traduzioni “europeizzate” del Corano; o  magari sono semplicemente buonisti, venduti alla mercé della disinformazione. Taluni di questi opinionisti dell’ultima ora, traggono le loro opinioni attingendo a loro volta dal contenitore del comodo corrente pensiero filosofico occidentale del politicamente corretto a tutti i costi unendosi al coro. Certo, essi direbbero che la situazione mondiale attuale pone una, purtroppo, super caotica critica verso le espressioni religiose e quindi qualunque ostentazione di parte risulterà sempre razzismo religioso, o affibbiando etichette ridicole contro chiunque esce dai ranghi qualunquisti.

Dall’altro lato, lo stesso rigore però non è applicato al Corano né ai radicalizzati. Il Cristianesimo è criticato; l’Islam no!! Non si deve denigrare la fede di chiunque. Invece assistiamo a cose tristi. Più fallimentari di così!

Anche i nostri connazionali musulmani accademici e i giovani musulmani non aspettano che a confrontarsi su questo terreno politico/religioso, sapendo come spuntarla sui saccenti discorsi all’occidentale per quanto sofisticati siano…essi sanno che gli interlocutori devono tuttavia pronunciarsi sempre nelle maglie di un sistema di pensiero tollerante e democratico autolesionista. Finora sta andando così!

Con l’Islam, grazie alle forti carenze del nostro sistema, sia moralmente che spiritualmente irreparabile, colgono l’opportunità di gettare un po’ di sabbia agli occhi degli occidentali riuscendo ad annebbiare le loro menti.

Ricordiamo che nella maggior parte dei casi i musulmani trasferiti in Europa sono fuggiti da Paesi dominati da un ambiente politico-religioso (Din) e fallimentare, altri dal pericolo della morte o da una feroce dittatura politica. Alcuni di loro sono disgustati dall’enorme corruzione politico/economica, mentre altri se ne vanno perché semplicemente stufi di una religione sterile e apparente, che viene utilizzata ideologicamente e che alimenta regole intolleranti. Qualcuno/a emigra solo con il proposito di “vivere e vestire all’occidentale”, perché sanno che alla lunga verrebbero comunque emarginati nella società islamica. Altre migliaia di individui, gay per scelta, sono fuggiti qui per scampare da una sicura condanna a morte.  Intanto balzano alla cronaca italiana di continui episodi di scontri culturali e guerre di religione. Al momento di scrivere, il tema dell’accoglienza dei migranti è in primo piano sia tra l’opinione pubblica sia nel dibattito nazionale. Accoglienza sì…accoglienza no. Io sono per l’accoglienza a favore di reali profughi di guerra (da Siria e Iraq) e di cristiani in fuga da paesi cristofobici (ad es. Somalia, Nigeria, Etiopia, Eritrea). E tu?

Papa Francesco, con i suoi ripetuti appelli all’accoglienza indiscriminata ha perso molto in popolarità, influenza e credibilità. Fin qui la situazione, per ora.

Francesco Maggio

Autore “Il Corano e la Bibbia: una questione di confronto”

 

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