Un po di leggerezza nell’anima

I professionisti della salute mentale devono riconoscere un certo mercato degli psicofarmaci, secondo l’ultimo rapporto del Censis, pubblicato il 6 dicembre del 2019, negli ultimi tre anni in Italia è aumentato del 23 percento il consumo di ansiolitici e sedativi. Gli utilizzatori italiani sono ormai 4.4 milioni, 800mila in più rispetto al 2015. Le statistiche parlano chiaro si si vendono fiumi di psicofarmaci e si elargiscono consigli a non finire sul come vivere, sul come essere felici, pur tuttavia le persone vivono appesantite nell’anima. Inquiete, preoccupate di molte cose, angosciate in ogni piccolo particolare; eppure Gesù da sempre ha letto questo strana modalità ansiogena del vivere ed ha indicato la strada, una strategia direbbero oggi gli psicoterapeuti, me compreso. «Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?» (Matteo 6, 25-27).

L’ansia è tra le sfide più comuni che le persone affrontano oggi. Chi non ha modo di dire che l’ansia distrugge la propria pace interiore. E non sorprende, allora, che anche gli adolescenti e giovani sperimentino alti livelli di ansia. La prescrizione di psicofarmaci per bambini e adolescenti è aumentata in modo allarmante, secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra il 2005 e il 2012.

Quest’ansia che compromette la nostra capacità di goderci la vita, la qualità dei nostri rapporti e perfino la nostra salute; parliamo di disturbi psicosomatici, da stress e post traumatici da stress; di ansia somatizzata. Spesso colite, gastrite, mal di testa, stanchezza ecc. L’ansia è una dimensione esistenziale fa parte dell’uomo essere attenti a quanto accade nel mondo intorno a noi e di quello che ci si aspetta da noi il mondo, ma quando questa consapevolezza non è focalizzata, o è eccessiva, inizia a divorare le nostre energie e a dominare le nostre emozioni, diventa un’ansia malsana, che invade e pervade il nostro equilibrio interiore, la nostra pace interiore. Questo tipo di ansia e preoccupazione non è qualcosa di nuovo e Gesù lo predicava alle genti che lo ascoltava, gente reali che avevano molti degli stessi tipi di stress e di tensioni che affliggono tanti di noi ai nostri giorni: preoccupazioni per la salute, per il benessere dei propri cari, per l’aspetto finanziario, tensioni politiche e sociali e paura per il futuro. E così, uno dei doni più grandi che Gesù ha offerto ai suoi ascoltatori ansiosi era la certezza che deriva dalla fede, per questo Gesù insiste in tre momenti diversi sul fatto che non ci si dovrebbe preoccupare della vita, di cosa mangiare o bere, del corpo o del vestiario. Esorta a confidare in Dio e nella misericordia e nell’amore divini. Questo appello a confidare nella provvidenza di Dio parla a tutti a coloro che hanno tutto dal cibo, al vestiario, dalle posizioni sociali alle sicurezze interiori. Gesù ci ricorda che ci dovremmo concentrare il nostro agire, i nostri pensieri sempre sul “regno di Dio e la sua giustizia” (v. 33). Questo ammonimento è importante perché sfida tutti noi che abbiamo tutto, dalle comodità esistenziali e materiali ad abbandonare l’ansia derivante all’attaccamento a ciò che abbiamo e per questo elargisce l’altro ammonimento importante delle beatitudini che ho ampiamente descritto nel mio libro (Riccardi. P “psicoterapia del cuore e beatitudini” edito da cittadella 2018), nell’affermazione beati i poveri in spirito.

Gesù, ad ogni modo, non ci sta dicendo di smettere di preoccuparci della nostra vita o di smettere di lavorare per provvedere a noi stessi e a coloro che amiamo. Piuttosto, cerca di liberarci dalle ansie che spesso ci schiacciano e influiscono tanto sulla nostra vita. Per cui, ci ricorda la psicoterapia di Gesù, che c’è una sottile differenza tra quello che vogliamo nella vita e quello di cui abbiamo bisogno (Riccardi P., “parole che trasformano, psicoterapia dal vangelo; edito cittadella 2016). Quando siamo onesti, dobbiamo ammettere che molte delle cose per cui possiamo essere ansiosi hanno più a che vedere con le “esigenze” della vita che con le nostre necessità. Siamo in sovrappeso psicologico, mentale, spirituale e non si riesce a ritrovare la leggerezza che ci appartiene; è un peso inaccettabile. Mettersi a dieta spirituale non è come la dieta fisica che basta ridurre le calorie giornaliere, è necessario, per la dieta spirituale prendere consapevolezza del proprio vivere e lavorare sul piano emotivo e psicologico per rimuovere pesi mentali inutili. Dobbiamo cambiare il nostro punto di vista sul ben-essere perché esso non è solo un corpo stilizzato dall’eliminazione del grasso di troppo o dai lifting di ringiovanimento o dalla posizione di prestigio sociale. Siamo bravi e attenti quando andiamo dal nutrizionista e ci facciamo consigliare di che mangiare, ma siamo poco attenti e spesso ci perdiamo, quando si tratta di cibo per la psiche che alleggerisce lo spirito. Diciamo sin da subito che per la propria salute dell’anima dobbiamo mangiare, masticare, elaborare, non ingoiare cibi propinati dalla cultura del marketing, del potere, dell’immagine fine a se stessa che alimenta insoddisfazione e mal del vivere. Per alleggerire la propria anima dobbiamo privilegiare la vita semplice e spontanea, che ci offre la natura nei suoi atti quotidiani come quando si osserva il mare, un tramonto, un bosco, il verde del prato, il prossimo amorevolmente. Eppure ogni nostro atto, anche il divertimento è programmato, senza spontaneità delegando ad altri cosa fare per noi. Agenzie organizzative di divertimento, acquisti, viaggi, spettacoli, televisione organizzano la nostra vita dando poco peso alla capacità di ognuno di discernere ciò che è necessario da ciò che è un bisogno. Indirettamente associazioni di benessere, nel proporci ricette per star bene, come meditazioni, esercizi di pilates, yoga, alimentazione sana, con tutto il rispetto per queste discipline ci aumentano i pesi per la gioia di vivere. “Ci sono persone che vogliono rendere pesante la vita agli uomini, per nessun altro motivo se non quello di offrir loro in seguito le proprie ricette per l’alleviamento della vita”, ha affermato il filosofo Friedrich Nietzsche.

Eppure la psicologia di Gesù ci ricorda il silenzio, la preghiera, la contemplazione e il contatto con la natura, l’affidarsi, la fede, l’amore per il creato e per il prossimo. Ci ricorda che è possibile trovare la leggerezza dell’anima che è energia vitale, emozione del vivere quando la si inquadra nel vivere autentico, spontaneo e semplice. La leggerezza dell’anima la si scopre nel momento che ci liberiamo dalle zavorre del passato che costantemente riportiamo nel presente; quando ero giovane, ai miei tempi, la gioventù di oggi ecc. sempre una critica al tempo attuale, sempre un giudizio del presente. La leggerezza dell’anima la si conquista con il non attaccamento alle cose, del resto viviamo la vita contornandoci di troppe e inutili cose. Ricordo dell’aneddoto di Socrate che sistematicamente si recava per i mercati osservando delle numerose mercanzie affermando di essere fortunato dicendosi di quante cose non ho bisogno.  La leggerezza dell’anima corrisponde alla capacità di perdonare affinché non si alimenti quel risentimento e quel rancore, quell’invidia e gelosia che tenute dentro per troppo tempo diventano emozioni negative compromettendo la salute psicofisica; sono la carie delle ossa (Proverbi 14,30). Il perdono questo processo interiore, psicodinamico capace di guarire le proprie ferite più profonde; Con il perdono si eliminano le cicatrici emotive e ci si alleggerisce nell’animo (Riccardi P., https://www.notiziecristiane.com/con-il-perdono-si-eliminano-le-cicatrici-emotive/)

Pasquale Riccardi D’Alise

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook