Un uomo di Dio si riconosce!

Ecco, io so che quest’uomo che passa sempre da noi, è un santo uomo di Dio. (2 Re 4: 9) Questa frase esprime tutta la convinzione, la certezza e la fede di una donna che confida nel suo Dio.

Questa donna essendo sensibile alle cose di Dio aveva imparato a non dare nulla per scontato nella sua vita, sapeva che ogni persona o situazione poteva essere usata da Dio per parlare al suo cuore per questo, quando vide passare Eliseo, si accorse subito che era un uomo di Dio.

E offrendo ad Eliseo tutta la sua disponibilità, sapeva di piacere a Dio.

In questa storia emergono due figure: la donna e l’uomo di Dio.

La fede nell’unico vero Dio è il filo conduttore tra l’uomo di Dio e la donna.

E’ importante notare, che quando Dio parla al nostro cuore lo fa in modo diretto e personale preparando tutto ciò che è attorno noi.

Dio ci ha creato in modo diverso l’uno dall’altro, spetta a noi uomo o donna, scoprire quali sono i talenti che Dio ci ha donato e adoperarli per Lui, in tutta la sua potenzialità.

Come la salvezza è personale, individuale anche il nostro rapporto con Dio e la nostra crescita spirituale è personale e individuale.

In base al nostro rapporto con Dio, anche nelle situazioni più difficili, riusciremo a distinguere in modo chiaro la Sua voce.

Il marito pur non avendo la stessa sensibilità e la stessa apertura verso le cose di Dio della moglie, viene comunque, usato e preparato da Dio per i suoi piani.

Andando avanti con la lettura, vediamo che: “Un giorno Eliseo passava per Sunem; là c’era una donna ricca che lo trattenne con premura perché mangiasse da lei; così tutte le volte che passava di là, andava a mangiare da lei”. (v. 4: 8)

Il dialogo, si svolge esclusivamente tra l’uomo di Dio e la donna.

Dal punto di vista umano, il comportamento della donna potrebbe non essere capito o addirittura criticato… una donna ricca, sposata vede passare un uomo, lo trattiene con premura, circondandolo di attenzioni e convince quest’uomo a fermarsi a mangiare da lei, e l’uomo accetta l’invito.

Tutto questo, può apparire strano ai nostri occhi.

Ma fortunatamente, Dio non ragiona con la nostra mente e non vede le cose con i nostri occhi, Lui non si ferma davanti a ciò che appare, ma va oltre, va diritto al cuore e il cuore della donna era gradito a Dio.

Questa donna nonostante il fatto che non aveva potuto avere figli, perché come vedremo più avanti il marito era ormai vecchio, era comunque serena, non permise in alcun modo al suo cuore di inaridirsi, ma lo lasciò libero di espandere attorno a se, l’amore di Dio… sapeva che solo Dio era in grado di capirla davvero nella profondità del suo essere e a Lui aveva affidato ogni cosa.

Al (v. 10) la donna dice al marito: “… Ti prego, costruiamogli, di sopra, una piccola camera in muratura e mettiamoci per lui un letto, un tavolino, una sedia e un candeliere, affinché, quando verrà da noi, egli possa ritirarvisi”.

“Così, un giorno che egli giunse a Sunem, si ritirò in quella camera, e vi dormì.” (v.11)

Ciò che sembrava strano, diventa ancora più strano… in un certo senso, il marito acconsente al fatto che il Profeta entri a far parte della vita della moglie… dal punto di vista umano, ancora non riusciamo a comprendere, ma anche questo era nei piani di Dio.

“Egli fa cose grandi e imperscrutabili, meraviglie innumerevoli.” (Giobbe 9:10)

L’uomo a volte, può ostacolare o ritardare i disegni di Dio, ma una cosa è certa i disegni di Dio sono e saranno sempre, portati a compimento.

In (Isaia 46: 11) è scritto: “Sì, io l’ho detto e lo farò avvenire; ne ho formato il disegno e l’eseguirò”.

Dio aveva predisposto ogni cosa e in seguito vedremo che nonostante il fatto che il marito non sentisse e non vivesse le cose di Dio come la moglie, contribuisce alla benedizione nella vita della moglie tramite la presenza di Eliseo, usufruendone in seguito, lui stesso.

Se il marito avesse voluto, non avendo la stessa convinzione, la stessa certezza e la stessa fede della moglie, avrebbe potuto ostacolarla (ostacolare ma non impedire) come marito poteva farlo; ma non lo fece perché questo, non era nei piani di Dio!

A un certo punto, Eliseo sente il bisogno di contraccambiare in qualche modo la gentilezza e la premura della donna e dice il suo servo Gheazi: “Chiama questa Sunamita”. Egli la chiamò, e lei si presentò davanti a lui. Eliseo disse a Gheazi: “Dille così: “Tu hai avuto per noi tutta questa premura; che si può fare per te? Hai bisogno che si parli per te al re o al capo dell’esercito?” (v.12 e 13)

Alla domanda di Eliseo la donna risponde soltanto: “io vivo in mezzo al mio popolo”.

Dalla risposta sembra che la donna stia bene così, probabilmente neppure lei si era resa conto di ciò che mancava nella sua vita “l’essere benedetta con la nascita di un figlio” dando forse per scontato, che non avrebbe mai potuto aver figli.

Eliseo però non si da per vinto, insiste e chiede ancora al suo servo Gheazi: ” Che si potrebbe fare per lei?” Gheazi risponde: “Certo non ha figli, e suo marito è vecchio”. Eliseo, disse: “chiamala!”. Gheazi la chiamò, e lei si presentò alla porta. Ed Eliseo le disse: «L’anno prossimo, in questo stesso periodo, tu abbraccerai un figlio». Lei rispose: «No, mio signore, tu che sei un uomo di Dio, non ingannare la tua serva!” (v.14 a 16)

E come avvenne per Sara, “Questa donna concepì e, l’anno dopo, in quel medesimo periodo partorì un figlio, come Eliseo le aveva detto. anche per lei e l’anno dopo, in quel medesimo periodo partorì un figlio, come Eliseo le aveva detto.” (v.17)

Ecco la benedizione di Dio per lei, tramite Eliseo; il dono di un figlio…finalmente avrebbe provato la gioia, di tenere tra le braccia un bambino… il suo bambino.

Purtroppo però, nei versetti successivi vediamo che le cose cambiano drasticamente.

Il bambino si fece grande: e un giorno, uscito per andare da suo padre che era con i mietitori, disse a suo padre: “La mia testa! la mia testa!”. Il padre disse al servo: «Portalo da sua madre!» 20 Il servo lo portò via e lo condusse da sua madre. Il bambino rimase sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì. (v.18 a 20)

“Allora lei salì, lo adagiò sul letto dell’uomo di Dio, chiuse la porta ed uscì”.

In questo gesto c’è un’ulteriore esempio di fede da parte della donna, una fede vera, concreta che non viene mai meno!

Dio gli aveva dato un figlio e Lui era l’unico che poteva aiutarla, la donna sapeva che Eliseo dipendeva da Dio, lasciando il bambino adagiato sul suo letto nella stanza dove lui pregava e meditava, era come se avesse messo in certo senso, il suo bambino nelle mani di Dio!

“Poi, la donna chiamò suo marito dicendo: “Ti prego, mandami un servo e un’asina, perché voglio correre dall’uomo di Dio, e tornare”. (v.22)

Il marito non comprende, non si rende conto dell’urgenza della cosa, della necessità della moglie di andare subito dall’uomo di Dio e pone domande che in quel momento, data l’urgenza erano forse fuori luogo. (v. 23)

Anche in questo caso, si vede nuovamente la fede, la dinamicità e la prontezza della donna la quale, avviandosi rassicura il marito dicendo: “andrà tutto bene”

“Poi fece sellare l’asina e disse al suo servo: “Guidala, e tira via; non mi fermare per strada, a meno che io non te lo dica ” Così partì, e giunse dall’uomo di Dio, sul monte Carmelo“. Appena l’uomo di Dio la vide da lontano, disse a Gheazi, suo servo: “Ecco la Sunamita che viene!” Ti prego, corri a incontrarla, e dille: “Stai bene? Sta bene tuo marito? E il bambino sta bene?”. (v. 24 a 26)

Ma lei non vuole perdere tempo nel dare spiegazioni a Gheazi, la persona di cui si fidava era Eliseo non il suo servo, la sua fiducia era riposta nell’uomo di Dio, perché l’uomo di Dio dipendeva da Dio!

Quando finalmente giunse da Eliseo, si gettò ai suoi piedi e pianse amaramente dicendo: “avevo forse chiesto di poter avere un figlio? Non ti dissi dunque: Non m’ingannare?” (v.28)

Allora Eliseo disse a Gheazi: Cingiti i fianchi, prendi in mano il mio bastone, e parti. Se incontri qualcuno, non salutarlo; e se qualcuno ti saluta, non rispondergli; e poserai il mio bastone sulla faccia del bambino. La madre del bambino disse ad Eliseo: “Com’è vero che il SIGNORE vive e che tu vivi, io non ti lascerò». Ed Eliseo si alzò e andò insieme con lei” (v.29 a 30).

La donna sentiva che l’unico che poteva aiutarla era Eliseo perché egli, era stato il mezzo attraverso il quale Dio l’aveva benedetta con la nascita di un figlio e non se ne sarebbe mai andata, senza di lui!

“Gheazi, che li aveva preceduti, pose il bastone sulla faccia del bambino, ma non ci fu voce né segno di vita”. (v. 31)

Il fallimento nel riportare in vita il bambino, dimostra che Dio agisce e risponde soltanto, alle persone che si fidano di Lui e Dio rispondeva ed agiva tramite Eliseo perché Eliseo si fidava completamente di Dio.

Eliseo aveva bisogno di concentrarsi sul suo Dio: “Egli entrò, si chiuse dentro con il bambino, e pregò il SIGNORE. Poi salì sul letto e si coricò sul bambino; pose la sua bocca sulla bocca di lui, i suoi occhi sugli occhi di lui, le sue mani sulle mani di lui; si distese sopra di lui, e il corpo del bambino si riscaldò”. (v. 33 e 34)

Continuò a pregare con fervore, spandendo la sua anima davanti all’Eterno, finché Dio non ripose alla sua supplica.

E il bambino dopo aver starnutito sette volte apre gli occhi. Ed Eliseo dice alla donna: “prendi tuo figlio.”

Con estrema gratitudine verso il suo Dio: “La donna entrò, gli si gettò ai piedi, e si prostrò in terra; poi prese suo figlio, e uscì.” (v.37)

La fede e la fiducia della donna, vengono ricompensate da Dio con una nascita miracolosa e una restituzione miracolosa alla vita, esaltando così tutta la Sua gloria!

Ma questa non fu l’unica benedizione concessa alla donna.

Infatti sempre in (2 Re 8:1-2) vediamo che quando alcuni anni dopo, il paese venne minacciato dalla carestia la donna fu avvisata dal profeta di andarsene con la sua famiglia; sfuggendo così alla fame e alla morte.

Finiti i sette anni, ritornò nel suo paese. E siccome durante la sua assenza aveva perso sia la casa che i terreni, chiese al re che gli venissero restituiti.

“Il re interrogò la donna, che gli raccontò tutto; e il re le mise a disposizione un funzionario, al quale disse: «Falle restituire tutto quello che è suo, e tutte le rendite delle terre, dal giorno in cui lasciò il paese, fino a ora”. (2 Re 8:6)

Tutto questo, venne fatto sulla base che lei era la donna alla quale Eliseo aveva riportato in vita il figlio e perché aveva aiutato Eliseo “l’uomo di Dio” e il regno di Dio!

In (Luca 6:38) è scritto: “Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi”.

Ed è così… è inevitabilmente cosi… donando con un sincerità davanti a Dio riceviamo di più, molto di più di ciò che abbiamo donato!

Damaris Lerici | notiziecristiane.com

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