Una sottile linea rossa che collega Cuba al Vaticano! Chi è nemico di Israele?

110504804-9e691f37-6256-4760-b1d6-3ca10c4bf3a1Dopo il recente incontro con Raoul Castro, fratello del dittatore cubano Fidel Castro (non sappiamo se il leader sudamericano si è convertito), l’argentino Jorge Bergoglio ha incontrato il leader palestinese Abu Mazen. Lo ha fatto in occasione della prima canonizzazione di due suore palestinesi, tali Mariam Baouardy e Marie Alphonsine Danil Ghattas morte tra il 1800 e i primi del 900; nel consueto scambio di doni, il vescovo di Roma ha donato al presidente musulmano una copia dell’Evangelii Gaudium e un medaglione con la figura dell’Angelo della Pace che “distrugge lo spirito cattivo della guerra”, ricevendo in cambio un rosario di legno d’ulivo e i reliquiari delle due nuove sante palestinesi.

A prescindere dal fatto che un autentico servo di Dio, quale dovrebbe essere il papa cattolico, si rifiuterebbe immediatamente di accettare “reliquari” di persone defunte, poiché ciò rappresenta lo spiritismo; come può definirsi “Angelo di Pace” chi disconosce del tutto Gesù Cristo e adora un dio minore chiamato Allah e il suo profeta Maometto? Un capo palestinese che rigetta continuamente la storicità di Israele e si guarda bene dal condannare il terrorismo islamico è sullo stesso errore teologico di chi, come il Cattolicesimo Romano, dichiara che fuori dalla Chiesa Cattolica non c’è salvezza: tutti e due sono presuntuosi! Eppure, anziché evangelizzare Raoul Castro e Abu Mazen, cosa naturale per un uomo che si spaccia per “Vicario di Cristo e successore di Pietro”, il papa argentino stringe sempre di più accordi di natura politico-religiosa con leader religiosi di fedi estranee al Cristianesimo, arrivando a parlare persino di uno “spirito cattivo della guerra” ma senza spiegare, in fondo, cosa sia questo “spirito”. Bergoglio stava parlando di un’entità astratta o costui si riferiva ad un angelo di Satana, cioè un dèmone? La differenza è sostanziale.

Non a caso, in futuro, saranno propri degli “spiriti di dèmoni” ad aizzare i leader del mondo a scendere in guerra contro Israele, nella valle di Meghiddo (Ap. 16:14), sicchè sarebbe stato opportuno che il vescovo di Roma fosse stato più esplicito su questo argomento. Spiace dirlo, ho l’impressione che il pontefice argentino stia accelerando le profezie bibliche sugli ultimi tempi, poiché “quando diranno pace e sicurezza, cadrà loro addosso la rovina” (1^ Tsl. 5:3). Oltremodo, un pontefice che approva la eventuale nascita di uno Stato Palestinese a fianco dello Stato di Israele non conosce evidentemente le scritture, né è consapevole della gravità di queste affermazioni: se Bergoglio leggesse attentamente l’Antico Testamento e il Nuovo, consiglio rivolto anche a chi si professa evangelico ma non dà peso alle profezie, probabilmente costui si renderebbe conto che le promesse di Dio sono state pronunciate sulla discendenza di Abramo (Isacco) secondo la libera, cioè Sara, e non su Ismaele, secondo la schiava (Agar). E ancora, se davvero lo Spirito Santo guida la Santa sede, come spesso scrive la stampa vaticana, il pontefice argentino avrebbe avuto il coraggio di dire senza peli sulla lingua ad Abu Mazen e company che solo il Signore Gesù porterà la vera pace in Gerusalemme. Per fare, però, una simile affermazione davanti a una platea mondiale ci vorrebbe un uomo infuocato come Pietro apostolo, per nulla timoroso di provocare un grosso incidente diplomatico (Atti 2:41)!

Il tempo stringe, ragion per cui esorto ogni credente a diffidare da queste solenni promesse o pretese umane di “pace” per esortarlo, invece, a leggere negli eventi attuali politico-religiosi l’adempimento profetico di cui trattano le scritture, tenuto conto che chiunque disobbedirà al vangelo di Cristo, cattolico o evangelico che sia, “sarà cacciato lontano dalla faccia del Signore” (2^ Tsl. 1:8).

Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com

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