Una testimonianza sulla mia fede

Ho vissuto una lunga parte della mia vita come ateo, almeno dall’età di nove anni fino a trentaquattro. Un giorno un amico mi disse che senza Dio e tutte quelle cose religiose, avrei potuto fare tutto ciò che volevo. Io già vivevo in una famiglia dove certamente ero benvoluto e ricevevo affetto e insegnamento su diversi aspetti della vita, ma sicuramente l’insegnamento biblico non era compreso tra questi.

Ricevetti la cosiddetta prima comunione e poi la cresima, ma mi fu abbastanza facile rinnegare Dio in giovane età, non incontrai nessuna opposizione, tranne quella della maestra delle elementari e quella di mia nonna (le uniche che in qualche modo mi parlavano di Gesù); poca roba, comunque.

Sono cresciuto immerso in una cultura, dapprima di stampo marxista (appunto nella mia famiglia da ragazzino) e poi un po’ più orientata verso la cultura giovanile del dopoguerra (considerata da me a partire dalla fine degli anni ’70). I miei punti di riferimento culturali erano basati quasi esclusivamente sulla musica e sui viaggi. Insomma, sono stato un adolescente/giovane che come tanti non aveva grandi punti di riferimento.

Avendo abbandonato gli studi subito dopo la terza media, non mi accontentavo semplicemente di lavorare, ma desideravo fare esperienze fuori dalla routine quotidiana, quindi all’età di 24 anni, dopo aver lasciato molti posti di lavoro, decisi di avventurarmi all’estero. Ci furono almeno 10 anni di viavai tra Inghilterra, Francia e Germania, sempre cambiando posti di lavoro ogni volta che c’era una situazione difficile da affrontare (problemi di ego, di noia e anche di pagamento da parte dei datori di lavoro).

In tutto questo però cercavo sempre di capire il senso della vita, quindi avevo sempre la mente in azione, elaborando ragionamenti su ragionamenti (non sempre è positivo, la molta introspezione fa male). Un chiodo fisso in tutto questo è sempre stato che Dio non esiste.Mi sembrava un pensiero troppo assurdo, l’esistenza di Dio e di qualsiasi cosa di sovrannaturale.

Capisco veramente chi si definisce ateo convinto, leggo spesso pensieri di atei e sono gli stessi miei di quel tempo. Quando cominci a formulare pensieri sulla base di un presupposto, tutto ciò che ne è al di fuori ti sembra completamente assurdo. Spesso però, non consideriamo se il presupposto è valido oppure no. I ragionamenti dipendono dal presupposto, ma noi spesso invertiamo la parti. Ho formulato bene, quindi il presupposto è valido…

Bene,andiamo avanti… nell’estate del ’92 mi trovavo a lavorare in una piccola cucina italiana in un paese a sud della Germania. Era talmente piccola che li dentro ci lavoravo da solo. Questo mi dava la possibilità di pensare parecchio, e siccome era un periodo in cui molte cose iniziavano a non funzionare (tipo un disastroso rapporto sentimentale), ci fu un giorno in cui mi prese una strana e improvvisa convinzione, cioè che esiste una sola via.

Iniziai a pensare che la nostra vita non è un insieme di fatti casuali, ma c’è una via che dobbiamo seguire, altrimenti nulla può funzionare. La cosa bella è che questo era totalmente estraneo al mio modo di pensare, ma fu come una rivelazione. Insomma, questo pensiero lo portai con me per almeno sette anni, anni in cui cercavo di azzeccare la via giusta nelle cose che facevo. Solo che più ci provavo e più vedevo la mia incapacità nel trovarla, avevo come un muro davanti a me.

Stranamente però il nome di Gesù iniziò a gironzolare nella mia testa, tant’è che arrivai a pensare che se ci fosse stato un solo uomo perfetto su questa terra, avrebbe potuto avere un effetto a catena su tutti gli altri. Ma poi pensavo che non poteva essere Lui perchè era già morto senza lasciare alcun frutto in questo senso. Come ho già detto, questo andò avanti per sette anni, fino al giorno in cui, nell’estate ’99, dopo vari spostamenti e ulteriori cambi di posti di lavoro mi trovai a lavorare a nord della Germania come gelataio.

Erano passate poche settimane da quando espressi chiaramente dentro di me il desiderio di sapere di più su Gesù ed ecco che conobbi una ragazza che dichiarava di conoscerlo. Quando mi diceva cose del tipo “Gesù vive in me”, io la prendevo un po’ per pazza, ma ero interessato a sapere di più su di Lui. Mi dichiaravo comunque ateo davanti a lei e usavo i miei ragionamenti cercando di distoglierla dalle sue convinzioni, ma lei con molta semplicità continuava a mantenere la sua fede.

Mi regalò una Bibbia ed io la accettai volentieri perchè pensavo potesse contenere, anche tra le righe, una qualche risposta in più riguardo al senso della vita che io cercavo. Ero già tornato in Italia perchè la stagione di lavoro era finita. Iniziai a leggerla come fosse un romanzo, il quale già dalla prima pagina mi parlava di creazione. Notai però in alcuni passi che Dio è assolutamente contrario alle cose false, come per esempio i culti virtuali alle statue e alle immagini ed ebbi subito la sensazione di avere a che fare con un “Dio realista” che va all’essenza delle cose, quindi il contrario di ciò che fanno le religioni (in questo caso pensavo proprio a quella cattolica).

Così, quando questa cara amica mi mandò degli indirizzi di comunità evangeliche a Milano ed io vi entrai per la prima volta, notai subito che la sala era totalmente priva di statue e immagini, e questo mi fece molto piacere e mi diede coraggio per andare più a fondo. Un piccolo dettaglio che però era importante per me. La Bibbia diventava sempre più interessante per me e cominciai a leggere cose che erano in armonia con molto di quello che sentivo dentro di me negli ultimi sette anni. Certo correggevano la maniera in cui io le interpretavo, ma mi facevano sempre più capire che chi aveva ispirato queste scritture mi conosceva e mi parlava.

Tant’è che lessi quel passo dove Gesù disse “Io sono la VIA, la verità e la vita…”. Era proprio la VIA che cercavo da sette anni! Uno di quei giorni vidi un film su Gesù dove alla fine il narratore diceva che tutti gli esseri umani necessitano di Colui che è Dio fattosi uomo (appunto Gesù) come salvatore, perchè il nostro peccato ci impedisce di arrivare a Dio e per la prima volta non mi irritò il fatto di sentire parlare di peccato, ma mi resi conto di quello che portavo dentro di me e della condanna che ne consegue. La grande notizia stava e sta nel fatto che Gesù ha pagato sulla croce per liberarci da questa condanna e io dovevo riconoscere la mia ribellione da Dio e credere in questo fatto che Gesù ha pagato.

Quella notte, mentre ero nel mio letto sentii una pace sovrannaturale, ma ancora non sapevo realmente ciò che era accaduto. Qualche giorno dopo, al culto domenicale nella chiesa evangelica che avevo iniziato a frequentare, rimasi colpito dalla predica del pastore, quindi andai a parlare con lui. Mi spiegò che avevo bisogno della conversione, cioè accettare il perdono di Dio e ricevere Cristo nella mia vita, per essere salvato dal peccato e dalla morte eterna e avere una nuova vita in Lui. Chiesi allora il perdono al Signore e gli chiesi di entrare nella mia vita e salvarmi desiderando di seguirlo.

Da li iniziò la mia nuova vita, una vita dipendente da Dio, dove ancora oggi vedo cambiamento e desiderio sempre più profondo di conoscerlo appieno. Il peccato dentro di me è una realtà contro la quale sto lottando ogni giorno e molte volte cado, ma so che Dio è con me e mi fortifica e porterà termine l’opera di rinnovamento che Lui stesso ha iniziato.

Non c’è più alcuna condanna per coloro che sono in Cristo, ma è Cristo stesso che ci santifica e ci purifica con l’acqua della Parola e attraverso il suo Spirito Santo che vive in noi. Vedrò la totale liberazione in me e nei miei fratelli e sorelle quando sarò in cielo al cospetto di Dio, ma Cristo ci ha liberato già ora e voglio servirlo qui sulla terra portando l’evangelo alle persone che non lo conoscono.

Grazie al Signore anche per i fratelli e le sorelle con i quali mi ha fatto entrare in comunione.

A Lui sia la gloria, ora e sempre!

Da: vocechegrida.ning.com

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