VIDEO SHOCK – SIRIA: STRAZIANTE ESECUZIONE DI CRISTIANI, INGINOCCHIATI E GIUSTIZIATI A COLPI IN TESTA

Siamo stati combattuti però alla fine abbiamo deciso che era giusto suonare la tromba per svegliare quanto più possibile le coscienze (a parte, naturalmente, i bambini a cui è vietatissima la visione del video). Sappiamo bene che corriamo il rischio di essere criticati e giudicati come quelli che cercano lo scoop, ma è corretto documentare i fatti, per quelli che sono riguardo ai cristiani perseguitati della Siria; a chi, cioè, rischia la vita per cercare il Signore. Certo, è facile oggi in Europa parlare di ecumenismo e dialogo intereligioso occultando quanto accade nel resto del Mondo ma è giusto, ribadiamo, raccontare i fatti per quelli che sono! (ndr, N.E.). Sono stati giustiziati, anche se è un termine completamente inadatto per quello che è un vero e proprio omicidio di massa. E’ il drammatico e tragico destino dei soldati siriani che erano di guardia all’ospedale Kindi di Aleppo. Un attentatore islamico suicida si è fatto esplodere in ospedale, poi alcuni dei soldati, identificati come cristiani, sono stati presi prigionieri dal cosiddetto ‘esercito siriano libero’ e dai fanatici di Al-Nusra, e uccisi a colpi di pistola in testa. (Fonte: voxnews.info). La visione non è adatta ai minori di 18 anni

 

Non è certo una sorpresa che la Siria continui a salire nella WWList. Per la prima volta nella storia della WWList, il paese entra fra i primi dieci. È già salita notevolmente dalla posizione 36 con 11 punti fino ai 71 punti dell’anno scorso, mentre quest’anno detiene il 3° posto con un punteggio di 79 punti. Nel contesto della guerra civile, la violenza è generalmente aumentata. L’ascesa di estremisti islamici gioca un ruolo predominante nella situazione già deteriorata dei cristiani siriani.

Fonti di persecuzione

Il volto della persecuzione in Siria è cambiato. Considerando che la principale causa della persecuzione prima della guerra civile in Siria era la paranoia dittatoriale, l’attuale causa predominante è diventata l’estremismo islamico. Un recente studio afferma che  quasi la metà dei ribelli che combattono in Siria hanno uno sfondo jihadista o islamico intransigente.

L’influenza di questi gruppi, che sono collegati ad Al Qaeda, e di altre fazioni estremiste è aumentato notevolmente nel corso dell’anno passato. Recentemente questi gruppi integralisti, che sono spesso i migliori combattenti e meglio equipaggiati, hanno iniziato a combattere contro le fazioni più moderate nel tentativo di raggiungere il controllo completo della zona. Nel nord del paese hanno guadagnato molto potere sulle fonti generatrici di reddito, come il petrolio, il gas e il grano. Questo ha dato loro la possibilità di fornire cibo alla popolazione locale, grazie al quale ottengono il loro sostegno. Lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) ha anche avviato un programma di indottrinamento per radicalizzare i musulmani moderati sunniti nelle aree controllate dai ribelli. Il loro obiettivo finale è quello di trasformare la Siria in uno stato islamico estremista all’interno di un “califfato” regionale.

Il conflitto sta evidenziando la rivalità tra la maggioranza sunnita del Consiglio di Coordinamento del Golfo, guidato da Arabia Saudita e Qatar, che approva varie fazioni dell’opposizione siriana, e la Repubblica Islamica dell’Iran a maggioranza sciita e la sua “Resistance Axis”, indirettamente attraverso gli Hezbollah o direttamente attraverso il sostegno al governo di Assad.

Elementi di contesto

La guerra civile siriana è cominciata come una rivolta popolare nel 2011, con la richiesta di maggiori libertà politiche e riforme economiche, come in altri paesi arabi in quello stesso periodo. Tuttavia le radici del conflitto sono più profonde e più complicate, e comprendono il conflitto di classi (rurali contro le divisioni urbane), e le libertà politiche represse. Questa costatazione spiega in parte perché il conflitto sia così rapidamente evoluto in un violentissimo conflitto di identità confessionale che dura ormai da quasi tre anni.

Come il conflitto sta diventando sempre più settario, così la violenza contro i cristiani è aumentata nel corso del periodo esaminato dalla WWList. La dimensione settaria del conflitto è infatti un fattore che ha reso i cristiani, in quanto minoranza religiosa/etnica, più vulnerabili. L’USCIRF, in uno speciale rapporto intitolato “La protezione e la promozione della libertà religiosa in Siria”, sottolinea: “A causa del conflitto intensificato tra le forze governative e gli affiliati che sostengono il regime di Bashar al-Assad e gli elementi anti-governativi che mirano al suo rovesciamento, il popolo siriano ha sperimentato eclatanti violazioni dei diritti umani, compresa la libertà di religione o di credo”.

In realtà, l’opposizione siriana è sempre più “islamizzata” e la guerra civile sta prendendo sempre più la forma di una “jihad” contro il governo siriano. Nel conflitto, tutti i siriani stanno soffrendo enormemente, ma alcuni gruppi sono in una posizione più vulnerabile di altri. In una dichiarazione del Religious Liberty Partnership rilasciato nel mese di aprile di quest’anno si sottolinea “la necessità di prestare particolare attenzione alle minoranze etniche e religiose più vulnerabili”.

Una delle caratteristiche principali della popolazione cristiana della Siria è la sua combinazione di  identità etnica e religiosa. Un’altra caratteristica della comunità cristiana siriana è la sua presenza numerica, che si traduce nella sua rilevanza economica e politica. Particolarmente significativa, per la comprensione della situazione dei cristiani nel contesto della guerra civile in corso, è la concentrazione dei cristiani siriani in aree strategiche del paese, che sono vitali sia per il governo che per gli sforzi bellici dell’opposizione, come nelle città e nei dintorni di Aleppo e Damasco, e nelle zone del sud del governatorato di Homs, vicino al confine libanese. La concentrazione geografica dei cristiani nei settori strategici è un fattore importante della loro vulnerabilità.

Tipi di cristianesimo colpiti

Prima della guerra civile, tutti e quattro i tipi di cristianesimo erano presenti in Siria. Attualmente praticamente tutta la comunità di cristiani stranieri ha lasciato la Siria, a causa della situazione di pericolo nel paese. La guerra civile ha causato un numero notevole di espatriati di tre tipi: 1) cristiani delle chiese storiche (ossia siro-ortodossi e cattolici romani); 2) cristiani ex musulmani e 3) un piccolo numero di protestanti. Infine ci sono diversi profughi cristiani dall’Iraq. In totale i cristiani in Siria ammontano a 1,3 milioni, rispetto agli 1,7 dello scorso anno.

Sfere della vita

Con la guerra civile, la società siriana è deteriorata in modo tale che la pressione per ogni cittadino siriano è molto elevata. All’interno di questo contesto di guerra e con la crescente influenza degli jihadisti islamici nelle forze di opposizione, i cristiani sono diventati un gruppo sempre più vulnerabile, di fronte a una crescente pressione in tutte le sfere della vita.

Gli ex-musulmani affrontano molti problemi, soprattutto dalla famiglia e dagli amici, ma anche dai combattenti fondamentalisti e mercenari. Dato che il controllo del governo è diminuito, la pressione governativa sugli ex-musulmani recentemente è diminuita, ma è cresciuta dalle forze islamiche. In reazione alla crescente radicalizzazione dell’Islam, l’opposizione da parte della famiglia e della società verso gli ex-musulmani è aumentata, in particolare nelle zone controllate dai ribelli.

Violenza

Abbiamo ricevuto segnalazioni di molti cristiani rapiti, feriti e uccisi. Nel contesto della guerra civile, molte chiese sono state danneggiate o distrutte, in molti casi deliberatamente. Il 21 ottobre, Sadad, una città a maggioranza cristiana è stata invasa dalle milizie islamiste, prima di essere riconquistata dall’esercito siriano il 31 ottobre.

Sono state raccontate storie di 45 civili assassinati e gettati in fosse comuni. Alla fine di ottobre, oltre a Raqqah, ci sono state segnalazioni di Bibbie e altra letteratura cristiana che sono state bruciati davanti alla Chiesa greco-cattolica di Nostra Signora dell’Annunciazione e una croce strappata via dalla sommità della Chiesa armena a Tal Abyad e arsa da militanti dell’ISIS.

In mezzo a tutte le violenze e le persecuzioni, ci sono anche scintille di speranza. Anche se molti cristiani hanno lasciato il paese o sono rifugiati interni, vi è una crescita nel numero dei cristiani così come delle persone che si sono convertite a Cristo in questa terribile situazione di guerra civile. Un pastore ha recentemente detto a un collaboratore di Porte Aperte: “Abbiamo pregato per un risveglio per anni e ora è qui, ma non ci saremmo mai aspettati che Dio avesse usato una guerra civile”. Il Vaticano ha riferito che 12 suore sono state rapite da ribelli dell’opposizione, catturate nella città siriana storicamente cristiana di Maaloula (2 dicembre).

Prospettive future

La crescente influenza dei gruppi radicali islamisti e jihadisti infiamma ulteriormente le tensioni settarie e più specificamente la persecuzione contro i cristiani, in aggiunta alle pressioni che i cristiani hanno già sperimentano, bloccati come sono in mezzo al fuoco incrociato. Con la componente settaria della guerra civile in aumento, ci si aspetta che i cristiani soffrano di più per motivi legati alla fede. Anche se le cause della persecuzione sono in genere non uniche, ma contengono molti aspetti differenti soprattutto in una guerra civile complessa come questa, è chiaro che la situazione dei cristiani peggiorerà ancora di più visto che i ribelli più radicali stanno guadagnando maggiore potere.

Ora la violenza ha raggiunto proporzioni disumane. Ma quel che è peggio è che la fine della violenza non sembra vicina soprattutto perché sarà molto complesso trovare una configurazione politica vitale per il paese quando terminerà la guerra civile, principalmente a causa della componente confessionale del conflitto.

Anche se è difficile prevedere gli avvenimenti futuri, un cambio di governo potrebbe portare a una situazione di anarchia e di lotta per il potere. Secondo l’Economist Intelligence Unit, anche se Assad sarà rimosso “…lo stato di disorganizzazione dell’opposizione e lo stato frantumato dell’economia rendono una transizione ordinata improbabile”. Se questo si traduce in una presa del potere dell’estremismo islamico, la situazione sarà ancora peggiore per i cristiani e le altre minoranze. (Fonte: porteaperteitalia.org)

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