Vincenzo Lipari: Come stanno cambiando le famiglie oggi

Proponiamo un interessante intervista a Vincenzo Lipari, Presidente dell’associazione Cristiana IASA For Peace… che si batte quotidianamente per portare anime a Cristo attraverso attività sportive, musicali, culturali, sociali e quant’altro

Iniziamo questa domanda con un sorriso… quantomeno diamo un segnale positivo al testo.

Oggi, epoca di cambiamento, qual’è la prima preoccupazione che il tessuto Cristiano dovrebbe affrontare?

Immigrazione, disoccupazione, famiglie “vere” o “acquisite”, relazioni sempre più social e poco reali…

mentre, la società spinge nella direzione opposta ai valori dello Spirito, si accentua maggiormente il bisogno di dare senso alla propria esistenza…

– Mi chiedo dove sta la differenza rispetto al passato prescindendo dal contesto tecnologico…

In questa “liquidità”, oggi più che mai siamo chiamati a essere capaci, non di adattarci, ma di rimanere ancorati all’unico punto fermo: la fede nel Signore Risorto. Lui ci dà quella solida robustezza che permette di affrontare gli affanni quotidiani,le delusioni, quei “no” che non dovrebbero ma che ahimè esercitano “podestà” sulla nostra pazienza. 

La nostra vera preoccupazione è conoscere Gesù Cristo e poi trasmetterlo. 

Siamo chiamati a vivere di Lui e in Lui. Solo così possiamo incarnarlo ed essere “samaritani” di ogni giorno. 

– Il problema forse vero è che siamo cresciuti in un contesto – italiano – dove per la maggiore, il Vangelo, al di là delle “”vesti” religiose cattoliche, evangeliche e ortodosse, si viveva espressamente la domenica e basta.

Quasi come un rito tradizionale da rispettare e tramandare.

Erano pochi i contesti familiari dove si cresceva e si praticava quotidianamente una meditazione, una lettura biblica.

Avvolte qualche film, forse quotidianamente qualche preghiera. 

Questo inevitabilmente ha creato quelle pagine vergognose a cui stiamo assistendo ed in cui tanti paesi nel mondo si rispecchiano.

La priorità è una ed è quella di sempre: “vivere il Vangelo”, imponendo questa volontà non con la forza ma con l’esempio, con la gratitudine, con la fermezza in ciò che è giusto e in cosa no,con la naturalezza di creare relazioni sincere tra le famiglie, nelle famiglie perché è questa la base di ogni società. 

Ecco perché la “prima chiesa” dovrebbe essere il focolare familiare. 

Trovare e ritagliarsi i giusti tempi con i coniugi e con i propri figli imparando a pregare assieme, nel leggere assieme la Parola di DIO, nel viverla quotidianamente.

Forse dovremmo “resettare” diversi nostri costumi ed abitudini, ma ritengo corretto farlo, perché alla fine del nostro vissuto, le assicuro, che solo l’ amore dato resterà unito alla ferma fede in Gesù. 

Il resto, sarà sepolto dal tempo e dalla polvere.ù

Vincenzo Lipari | Notiziecristiane.com

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