Un giorno un giovane mentre passeggiava in montagna vide una piccola lepre che portò del cibo ad un enorme tigre ferita che non poteva muoversi. Quel fatto l’impressionò così tanto che il giorno dopo tornò nello stesso posto e noto la stessa scena del giorno prima. Quest’uomo stupito dalla solidarietà di quella lepre pensò: se gli animali sono capaci di così tanto quanto più faranno gli uomini. Allora decise di fare un esperimento. Si gettò a terra simulando di essere ferito nella speranza che qualcuno si fermasse per aiutarlo. Ma passarono le ore e nessun si avvicinò per aiutarlo. Rimase deluso perché il giorno dopo rifece l’esperimento ma nessuno lo soccorse. Ma sentì una voce nel suo cuore: “Se vuoi continuare a credere nell’umanità smetti di fare la tigre e agisci invece come la lepre!”.
Stabilito il principio che ogni uomo dovrebbe sempre e dovunque vivere nella maniera più alta e migliore per il Signore, che qualunque uomo al mondo si adoperi per farlo o no, con l’aiuto di Dio, io lo farò.
Jonathan Edwards
Quante persone si sentono come la tigre ferita, il mondo ne è strapieno di persone che vogliono solo coccole, e non vogliono dar nulla. Ho sentito dalla predica di un pastore mio amico, il fratello Gennaro Chiocca, raccontava più o meno un fatto quasi similare a quello citato sopra.
“A Lodi c’era una credente, una donna in età avanzata che viveva con il desiderio di morire.
Era una sorella che spesso andava in crisi, le sorelle andavano a trovarle a casa e lei l’unica cosa che diceva era: “Voglio morire! Voglio morire!”.
Quando poi le sorelle non ne potevano più di queste lamentele, mi chiamavano e mi dicevano: “Fratello pastore puoi venire a fare una preghiera per questa sorella che non ha più voglia di vivere?” A noi ci dispiace, ma non sappiamo più come fare!”
Questa non era la prima volta che aveva questo atteggiamento, era da sempre che viveva con questa voglia di morire. Che poi motivi veri non ce n’erano. Tu gli chiedevi: “Sorella cos’è che non va? Cosa ti rende così infelice?”. Lei rispondeva con due parole semplici: “Niente voglio morire”. Io l’esortavo a cantare inni al Signore, a venire in chiesa, a testimoniare quello che il Signore aveva fatto per lei; niente da fare. “Voglio morire!” Non so quante volte sono dovuto correre a casa sua perché le sorelle della chiesa erano preoccupate che davvero voleva morire; e io andavo da lei e pregavo. Un giorno stavo a casa e mi stavo apprestando a mangiare con la mia famiglia. Arriva la chiamata: “Fratello ti prego vieni qua dalla sorella perché stavolta è davvero messa male, vuole morire!” – “Va bene!” – mi dissi – “Stavolta la sorella deve morire!”. Mi sono messo in macchina e mi sono recato a casa sua. Quando sono arrivato ho visto delle sorelle piangere: “Pastore stavolta veramente vuole morire!”. Gli chiesi: “Cos’è che non va sorella mia?” – E lei a me: “Pastore io voglio morire!” – “Va bene, basta, se questo è il tuo desiderio, allora pregherò il Signore che ti faccia morire. Cosa vuoi fare?” – “Pastore voglio morire!”. “Va bene, alzati, prendiamoci per mano, tu lo sai che la Scrittura dice: Se due o tre si accordano nel Mio nome quello avverrà?” – “Si” – “Noi pregheremo che tu muori!”- “Si!!” – mi rispose! Ci siamo presi per mano, una sorella mi guardava (la consolatrice), e io ho chiesto di pregare affinché morisse! Mentre stavo iniziando a pregare lei interviene. “No ma sai… pastore… io non è che veramente voglio morire! Io lo dicevo così per dire…” – io la ripresi con gentilezza: “Sorella, decidi adesso se vivere o morire! Perché se decidi di vivere devi vivere!”- “Voglio vivere!”. Da quel giorno non ha mai più espresso il desiderio di morire! Adesso ogni volta che ci incontriamo mi fa: “Fratello pastore gloria a Dio, Alleluia, a quale evangelizzazione andiamo…” La sorella adesso non vuole morire più… ringraziato sia il Signore”
Questo succede anche a me molte volte di sentire sorelle o fratelli che sono stanchi della vita. Che dire, la prossima volta che me lo diranno pregherò affinché muoiano!
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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