Zan porta il gender a scuola ed esclude qualsiasi punto di vista diverso

Il 4 ottobre scorso l’onorevole Alessandro Zan è stato il protagonista di quello che il vicecapogruppo della Lega, alla Camera, Alessandro Pagano ha definito “un gravissimo monologo gender”.

Si tratta della sua presenza – e appunto monologo – al liceo Cannizzaro di Palermo, dove ha tenuto un incontro sul tema della discriminazione, senza alcun contraddittorio. Il leghista Pagano, infanto, ha annunciato anche un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione, per denunciare “l’ennesimo, vergognoso episodio di indottrinamento gender nei confronti degli studenti e sollecitare provvedimenti disciplinari”.

E in effetti non si può non considerare una vera e propria operazione di indottrinamento quella che  si propone come se fosse l’unica possibile, un punto di vista basato sulla condivisione di un determinato modo di pensare e concepire l’identità che non per forza trova una larga condivisione in una società che presenta, spesso, tanti punti di vista.

Per non parlare poi del punto di vista della scienza che, da chi propina l’ideologia gender, è puntualmente ignorato, come se le basi biologiche dell’identità maschile e femminile fossero un dettaglio irrilevante.

Pagano, inoltre, indignato dall’iniziativa denuncia: “Questa non è autonomia scolastica, ma il frutto evidente di una squallida iniziativa politica avvallata palesemente dalla preside Catalano che già nota per il suo esplicito sostegno alla sinistra social ha fatto stavolta addirittura carta straccia della nota del Miur del 15 settembre 2015, nella quale si chiarisce nero su bianco che le teorie gender non rientrano in alcun modo nell’insegnamento scolastico”.

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