
L’impatto della pandemia, in questo caso, è stato esponenziale: i reati relativi allo sfruttamento e all’adescamento di minori online nel 2020 sono aumentati del 110% rispetto al 2019. La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, la situazione sta peggiorando anno dopo e anno e richiede – finalmente – misure eccezionali: non è più il tempo dell’inazione o delle mezze misure, è il momento di politiche incisive e scelte decise per spezzare questo circuito allarmante e pericoloso.
Per questo, non possono essere accolte le tesi di chi, in questo caso, lamenta conseguenze dannose sul tema della privacy personale, o che antepone il problema della riservatezza a quello della violenza e dell’abuso. Il contrasto alla pedopornografia rappresenta un compito universale e del tutto prioritario, stante la portata di un’emergenza che va estendendosi di giorno in giorno nel nostro Paese e anche altrove: in questo senso non basta lo sforzo – pur importante – delle istituzioni, serve anche il contributo dei privati e delle aziende che garantiscono i servizi web e/o commercializzano le piattaforme necessarie per utilizzarli.
Per il Moige, che gestisce uno sportello di raccolta di segnalazioni in materia (https://www.moige.it/sos-minori/pedofilia/), ora è il turno di Google, WhatsApp, Telegram e di tutti gli altri produttori di device e strumenti tecnologici. C’è ancora tanta strada da fare per invertire la tendenza attuale, e raggiungere finalmente l’obiettivo condiviso: un futuro più sicuro e libero da ogni forma di abuso e violenza».
A noi sta molto a cuore la libertà di espressione sul web, che è un luogo dove ancora si può esprimere un pensiero controcorrente rispetto al politicamente corretto dominante. Ma già dobbiamo sopportare la censura contro chi – per esempio – sostiene che donne si nasce e non si diventa.
Quando, allora, c’è di mezzo l’abuso sui bambini – e anche quando i bambini rischiano di diventare fruitori di materiale pornografico – la censura è sacrosanta. Bisogna agire in modo concreto.
«Occorre lavorare uniti per la prevenzione e denuncia di abusi sessuali sui minori, che rappresentano una delle più inaccettabili forme di violenza, e dei materiali online che li contengono», dichiara il direttore generale del Moige, Antonio Affinita. «Ben vengano quindi gli strumenti, come quelli di Apple, per intervenire in modo innovativo: ogni sostegno alle istituzioni, in questa difficile battaglia, è utile e prezioso», conclude.
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