Immagine di Dio

Di Cristian Nani, direttore di Porte Aperte in Italia

L’immagine che abbiamo di Dio ci apre o ci chiude al mondo.  

Ancor di più: la nostra immagine di Dio ci rende schiavi o liberi.  

Di fatto, una sana teologia e una sana spiritualità, capaci di interrogarsi, sempre aperte alla domanda piuttosto che stoicamente chiuse in risposte, possono renderci la vita quotidiana prospera. Chiunque abbia veramente fatto un viaggio dentro di sé (e abbia una minima esperienza di cura pastorale), intuisce che l’immagine di Dio più diffusa tra cristiani (e non cristiani) è un mix pericoloso di mamma e papà, mescolati e agitati con altre figure autoritarie (o traumatiche) della nostra fanciullezza. Una fede così diventa una sorta di suggestione infantile che, per carità pura, il nostro Dio comprende, accoglie e, quando possibile, utilizza. Tuttavia, una religione derivante da tale immagine di Dio è sempre punitiva, grigia, basata sulla paura, distanziante invece che evangelizzante. Non dico che non faccia breccia sulle persone, anzi! Ne seduce molte, proprio perché fa leva su suggestioni infantili. Ma a un dio così piccolo è difficile affidarsi veramente, crea superstizione (esatto contrario della fede) e una religione vuota, anziché una relazione piena.  

Ancor di più: con una caricatura di dio si rimane caricature di sé stessi. Un dio piccolo, magari punitivo e ansioso come nostra madre oppure assente ed evanescente come nostro padre, ci condanna all’essere infantili nelle nostre relazioni e nelle nostre visioni del mondo.  

L’aspetto dirompente dell’esperienza cristiana dei perseguitati è che ci obbliga ad abbandonare quelle suggestioni infantili su Dio.  

Le vite dei cristiani perseguitati ci sbattono in faccia un Dio più grande, misterioso, soprannaturale, a cui non riusciamo a dare un volto umano se non quello di Gesù Cristo, il Dio fattosi uomo; un volto che non riusciamo a incartare in quello di figure del nostro passato e che siamo costretti a cercare guardando molto più in alto e in profondità. Il Dio che ci presentano i perseguitati va percorso e conosciuto una vita intera: suppongo intendesse anche questo Gesù quando si definiva la Via.  

Cresce il numero di perseguitati, come riporta la nuova World Watch List di Porte Aperte: oltre 380 milioni nel mondo sperimentano un livello almeno alto di discriminazione e persecuzione.  

Non sono solo la famiglia di cui dobbiamo prenderci cura. Sono anche coloro che ci accompagnano nella Via, coloro che ci presentano una Verità più grande e che ci invitano a una Vita più ricca della presenza del nostro Creatore.  

Lo ripeto all’infinito: hanno bisogno di noi e abbiamo bisogno di loro.  

Siamo un Corpo.  

https://www.fedepericolosa.org/immagine-di-dio/


Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui