
L’azienda americana Bioscience, colosso dell’Ingegneria Genetica mondiale, ha appena riportato in vita due cuccioli di “Enocione”, ossia una specie di lupo dal manto bianco che un tempo popolava il nord e il sud degli Usa.
Gli scienziati hanno combinato il patrimonio genetico del lupo grigio con dei frammenti di DNA estratto dai resti fossili di un dente e di un cranio di 72.000 anni, secondo i calcoli del tempo non ovviamente su base biblica (Dio creò l’universo in sette giorni – cfr. Genesi 2:1-2), clonando così delle cellule di alta qualità ed inserendole nel Dna di una cellula-uovo donatrice priva del proprio nucleo.
Gli embrioni ricavati sono stati impiantati in un lupo che lo scorso ottobre ha partorito tre cuccioli. Naturalmente il team dei ricercatori esulta per questo traguardo, ma l’uomo gioca ancora a fare dio (ricordate la pecora Dolly?), tant’è che Bioscience sta studiando il modo di estrarre il Dna di mammut da esemplari di elefanti in perfetta salute o imbalsamati, per creare un topo lanoso dal manto dorato.
Ma dietro la scusa di preservare le specie a rischio di estinzione si nasconde, a mio parere, quel desiderio di orgoglio umano di dare vita a creature immortali come già si nota dall’avanzata tecnologia degli “umanoidi” tipo Sophie, robot androidi talmente somiglianti agli esseri umani nell’aspetto e nel comportamento che stanno diventando sempre più intelligenti e versatili.
Se la società Clone Robotics ha in progetto la produzione di oltre duecento robot Clone Alpha entro il 2025, per l’utilizzo in ambito dell’automazione domestica, è chiaro che il riportare in vita animali estinti o vicini a scomparire riflette, in parallelo, lo stesso concetto di ri-creare un essere pressoché immortale, uomo o animale che si tratti.
Credo che sarebbe preferibile approfondire gli studi sulla conservazione delle specie a rischio d’estinzione e mantenere stabili gli habitat un tempo occupati da molti animali, piuttosto che clonare bestie e robot: se Dio creò l’uomo “a sua immagine e somiglianza” (Genesi 1:26), è evidente che il nemico sta spingendo l’uomo a creare un essere “a sua immagine e somiglianza e immortale”!
Stranamente, lo stesso mondo scientifico che sta esaltando la nascita di questi due cuccioli di cane-lupo bianco è in piena crisi per l’invasione di stormi di ibis nelle campagne del Veneto, probabilmente attratti dal clima mite di questi giorni, laddove questi grossi uccelli stanno distruggendo tutto: infatti, essendo volatili alquanto voraci che si nutrono di insetti terrestri e acquatici, pesci, anfibi, molluschi e crostacei, piccoli mammiferi e uova di uccelli, specialmente anatre e fagian, gli ibis stanno divorando anche i semi di mais già coltivati, gettando nello sconforto gli agricoltori veneti.
Che strana coincidenza: il dio Toth nell’Egitto dei faraoni era raffigurato da una divinità con la testa appunto di “ibis” che presenziava nel giudizio dei morti, assistendo alla “pesatura del cuore” del defunto, per decidere se costui poteva raggiungere l’aldilà di Osiride. Gli ibis in Veneto stanno causando, invece, la “morte” dei raccolti. Salvatore Di Fede.
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