
L’Esercito della Salvezza è quel gruppo con le trombette, gli inni fuori dai centri commerciali, e le famose divise da militare. Li abbiamo visti distribuire pasti caldi, vestiti, e a volte persino un sorriso a chi ha perso tutto. Ma la vera domanda è: possono davvero essere considerati una chiesa cristiana evangelica? Mentre distribuiscono cappotti, potrebbero aver lasciato indietro qualcos’altro… come la teologia di base della chiesa cristiana! Prepariamoci, dunque, a scavare un po’ nella dottrina e, con un po’ di ironia, esplorare se l’Esercito della Salvezza sia più vicino al Corpo di Cristo o a un gruppo di boy scout (con tutto il rispetto per gli scout!).
1. La Chiesa secondo la Bibbia: più che un’opera di beneficenza
Una chiesa cristiana, secondo la Bibbia e i grandi teologi evangelici, non è solo un gruppo di persone che fanno del bene. Non basta consegnare pasti caldi per essere una chiesa, altrimenti la mensa sotto casa sarebbe l’ultima frontiera del cristianesimo! Gesù, infatti, non ha fondato un’ONG; ha istituito la sua chiesa. Come ci ricorda l’apostolo Paolo, la chiesa è “la colonna e sostegno della verità” (1 Timoteo 3:15). E parte di questa verità, cari lettori, include la celebrazione dei sacramenti e una solida base nella Parola.
L’Esercito della Salvezza, invece, ha deciso che i sacramenti, come il battesimo e la Cena del Signore, sono, beh… opzionali! Sì, avete capito bene: niente battesimo, niente Cena del Signore. Il che, da un punto di vista teologico, è come aprire un ristorante italiano senza servire la pasta.
Prendiamo il battesimo, per esempio. Gesù non ha forse detto: “Andate dunque e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19)? Non stava facendo una semplice raccomandazione; stava dando un comando. Martin Lutero, che non era esattamente il tipo da ignorare i comandi di Gesù, descrive il battesimo come “un’opera divina” e “una grazia che non possiamo rifiutare” (Catechismo Maggiore). Eppure, l’Esercito della Salvezza ha deciso di “snellire” il processo. A quanto pare, hanno pensato che tutto quel battesimare e distribuire il pane e il vino fosse troppo vecchio stile.
2. La Cena del Signore: L’Esercito della Salvezza si è dimenticato il pane e il vino?
La Cena del Signore è uno dei pilastri della fede cristiana. Giovanni Calvino, che di cibo spirituale se ne intendeva, la definiva come un mezzo attraverso il quale “riceviamo realmente, per fede, il corpo e il sangue di Cristo, così che siamo alimentati dalla sua vita” (Istituzione, IV.17.10). Eppure, nell’Esercito della Salvezza, sembrano aver deciso che possiamo fare senza. Come mai? Forse perché servire a tavola può sembrare un po’ banale rispetto a consegnare pacchi di viveri.
Ma come direbbe Giovanni Wesley, fondatore del metodismo, che ha avuto un’influenza significativa sull’Esercito della Salvezza: “La Cena del Signore è un comandamento esplicito di Cristo. Non solo un’ordinanza, ma una benedizione indispensabile per la vita cristiana” (Sermone sulla Cena del Signore). Dunque, per Wesley, non celebrare la Cena del Signore sarebbe come trascurare di fare colazione: prima o poi, ti mancherà l’energia spirituale!
3. Il clero ordinato: ufficiali o pastori?
Una delle principali caratteristiche della chiesa cristiana, come insegnato nella Bibbia, è la presenza di pastori ordinati. Il Nuovo Testamento ci parla di anziani e pastori che guidano e curano spiritualmente il gregge di Dio. Paolo dice a Timoteo: “Predica la Parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole” (2 Timoteo 4:2). In altre parole, pastori che non solo visitano i bisognosi, ma che predicano il Vangelo e amministrano i sacramenti.
L’Esercito della Salvezza, però, ha una sorta di ufficiali che indossano delle divise militari (perché, ovviamente, nulla dice “spiritualità” come un bel cappello militare). Ma attenzione: questi ufficiali non sono pastori ordinati secondo la tradizione biblica o evangelica. Il che ci lascia un po’ perplessi. Insomma, puoi chiamarli colonnelli e capitani, ma se non predicano la Parola e non amministrano i sacramenti, come possiamo considerarli pastori?
4. Giustificazione per fede o per divisa?
Uno dei pilastri della teologia protestante è la dottrina della giustificazione per fede sola. Paolo lo dice chiaramente: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio” (Efesini 2:8-9). Tuttavia, nell’Esercito della Salvezza, c’è un’enfasi quasi totale sulle opere: nutrire i poveri, vestire i nudi, accogliere i senzatetto. E sebbene queste opere siano ammirevoli (e necessarie!), la chiesa evangelica insegna che queste sono il frutto della salvezza, non il fondamento.
John Wesley stesso, l’uomo che ha ispirato l’Esercito della Salvezza, avvertiva del rischio di perdere di vista la grazia: “Le opere sono la conseguenza della fede, non la causa della nostra giustificazione” (Sermone sulla Giustificazione per Fede). Insomma, fare del bene va bene, ma ricordiamoci che senza la fede in Cristo e la sua opera redentrice, non si tratta di altro che di buon moralismo. E come ci ricorda Karl Barth, un altro gigante protestante: “La fede senza le opere è morta, ma le opere senza la fede sono solo morte” (Dogmatica Ecclesiale).
5. Conclusione: ONG o Chiesa?
Alla fine dei conti, l’Esercito della Salvezza è una straordinaria organizzazione caritativa, e il loro impegno per aiutare i poveri è indubbiamente lodevole. Tuttavia, quando si tratta di essere una chiesa evangelica, beh… diciamo che manca qualche ingrediente fondamentale. È come chiamare una pizzeria che non serve la pizza una “vera” pizzeria.
Per essere una chiesa evangelica secondo il Nuovo Testamento, c’è bisogno di una chiara predicazione della Parola di Dio, l’amministrazione dei sacramenti e la guida di pastori ordinati. Senza questi elementi, l’Esercito della Salvezza, con tutto il rispetto per le sue divise e i suoi meriti sociali, sembra più un’agenzia di servizi che una chiesa di Cristo. E come direbbe lo stesso Wesley: “Si può avere la forma della religione senza il suo potere. E l’Esercito della Salvezza sembra avere una divisa senza i sacramenti”.
Quindi, la prossima volta che vedrete un ufficiale dell’Esercito della Salvezza con il tamburo in mano, ricordatevi: stanno sicuramente facendo del bene… ma forse non stanno celebrando una chiesa nel senso completo del termine cristiano
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