Dachau, 80 anni fa

Il primo campo di concentramento ad essere costituito, nel 1933, fu quello di Dachau, vicino a Monaco di Baviera, in Germania. Erano passati un paio di mesi appena dalla nomina a cancelliere di Adolf Hitler, e se qualcuno poteva manifestare ancora qualche dubbio sulla natura del progetto nazionalsocialista, da quel momento in poi avrebbe dovuto sapere.  Circa dodici anni più tardi, il 29 aprile 1945, le forze armate americane liberarono il campo. All’epoca, vi erano ancora circa 30.000 prigionieri, vicini alla morte per fame. 

Il pastore Klaas Touwen della Chiesa protestante dei Paesi Bassi, cura la comunità olandese di Monaco di Baviera e con un articolo sul sito della Chiesa protestante spiega il legame profondo fra Dachau e l’Olanda: «200.000 persone vi furono imprigionate, di queste 40.000 morirono di fame o furono assassinate. Tra queste c’erano quasi 2.000 uomini e oltre 200 donne olandesi. Di questi 2.000 uomini, 24 erano pastori protestanti e molti erano sacerdoti cattolici, tra cui San Tito Brandsma», canonizzato da papa Francesco nel 2022. A Dachau vennero imprigionati moltissimi religiosi. Touwen è pastore della comunità olandese a Monaco da due anni e ogni mese trascorre una settimana in Germania.

La liberazione del campo di Dachau, avvenuta il 29 aprile 1945, viene commemorata la prima domenica dopo il Giorno della Liberazione, quest’anno il 4 maggio. Durante la funzione di preghiera ecumenica nel monastero del Karmel Heilig Blut, adiacente al campo, Touwen reciterà una preghiera in olandese. «La domenica successiva commemoreremo la liberazione dell’Europa e la posa della prima pietra della Versöhnungskirche, la Chiesa della Riconciliazione, protestante, costruita secondo i progetti dell’architetto Helmut Striffler dal 1965 al 1967 sul terreno del memoriale del campo di concentramento di Dachau, giusto 60 anni fa. La chiesa fu costruita su iniziativa olandese.

La pastora Marieke Fernhout è stata nominata dalla Chiesa protestante nei Paesi Bassi per partecipare. È la prima volta che la chiesa olandese è rappresentata. «Ciò significa molto – afferma Touwen -. Il parroco di Dachau aveva le lacrime agli occhi quando glielo dissi. La Germania ha una forte cultura della memoria e questo è meraviglioso, ma è anche una parte importante della nostra storia. Come comunità olandese a Monaco, ora celebriamo una funzione religiosa un paio di volte all’anno nella Versöhnungskirche del campo».

«È molto importante diffondere la consapevolezza di quanto accaduto – prosegue il pastore -. In Germania, la chiesa è vigile ora che il radicalismo di destra è in aumento». E mette anche in guardia contro di esso. «Durante le ultime elezioni, nelle chiese è stato appeso uno striscione con la scritta “L’esclusione è disumana”».

https://riforma.it/2025/04/29/dachau-80-anni-fa/


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