Lahore (Agenzia Fides) – “In Pakistan la gente è preoccupata per l’aumento della tensione con l’India. I più anziani ricordano la guerra. Serpeggia una certa paura tra la gente, vedendo l’escalation al confine, gli scontri a fuoco e le vittime. Qui non siamo poi così lontani dal confine indiano e dal Kashmir, il che aumenta i timori. L’opinione pubblica, vedendo il costante aumento della violenza, e anche la violenza verbale, vede crescere il rischio di una nuova guerra”, dice all’Agenzia Fides padre Qaisar Feroz OFMCap, francescano Cappuccino di Lahore, presidente di “Signis” Pakistan e Segretario esecutivo della Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale del Pakistan.
“Quello che emerge è che i leader su entrambi i lati della frontiera stanno istigando alla violenza e al conflitto. Per questo oggi diciamo con forza: servono parole di pace, occorre intavolare colloqui, usando la ragione e pensando al bene dei rispettivi popoli”, dice il frate Cappuccino. “Vediamo che la conflittualità ha avuto anche l’effetto di generare una ‘guerra dell’acqua’, date le sorgenti che si trovano in territorio Indiano e che l’India ha bloccato verso il Pakistan. Questo avrà un impatto sulla povera gente, sulla popolazione civile, il che ci lascia tanta amarezza e nel contempo racconta la gravità della situazione”, nota.
In Pakistan – riferisce il frate – per scongiurare una nuova guerra “sono sorte iniziative e incontri interreligiosi per invitare i leader politici e pregare per il dialogo e per la pace. I Francescani e i Domenicani partecipano a questi forum, che stanno lanciando appelli alla politica, dicendo: per favore, incoraggiamo il dialogo e la pacificazione”.
“I cristiani In Pakistan – conclude – promuovono questo appello e pregano per una de-escalation, affinchè si riannodino i fili del negoziato. La violenza è una sconfitta in ogni circostanza e in ogni tempo”, dice p. Feroz, esprimendo i sentimenti e gli auspici della comunità cattolica.
La regione del Kashmir pakistano, a livello ecclesiale, è una porzione di territorio dell’Arcidiocesi di Islamabad- Rawalpindi. Nel territorio vi è una missione retta dai Missionari Oblati di Maria Immacolata.
(PA) (Agenzia Fides 5/5/2025)
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