Fedeltà come prevenzione al tradimento

E’ un dato, accertato e convalidato da molteplici esperti di coppie, che la rottura della relazione nasce a partire dalla scoperta di infedeltà. Si scopre l’infedele partner che messaggia, in chat e social, impropriamente.

L’idea corre al “tradimento” ed ad un tradimento di tipo fisico. “E quando vi siete visti? Dove vi siete incontrati? Sono le prime affermazioni a riguardo del tradirsi fisicamente. Certo, ogni coppia che voglia mantenersi equilibrata, stabile deve considerare in senso più ampio il concetto di tradimento. E il sentirsi lontani, distanti fisicamente e psicologicamente, il venir meno alla comunione di vita dei due sotto lo stesso tetto. Il nascondersi dietro agli impegni lavorativi delegando solo all’altro la natura della comunione di vita è un tradimento alla fiducia iniziale della scelta della vita matrimoniale. Ascolto coppie in cui entrambi convengono che non hanno mai tradito fisicamente ma lo stato di insoddisfazione maschera una mancanza di lealtà, di fedeltà nella promessa. Basta ascoltarli, si parla del suo tempo, del suo lavoro, del suo rapporto con i figli, del suo stress, della sua carriera, della sua rinuncia per la famiglia ecc…., quasi, a far sentire in colpa l’altro. Mancando di un esame reale della comunione di vita manca, la vita in due del concetto di fedeltà. Sono molte, oramai le letture psicologiche e sociologiche sul tradimento, ma poche sono quelle che centrano il discorso sull’infedeltà. Cos’è dunque la fedeltà? E’ un valore, un principio di base della scelta matrimoniale. La formula che sancisce la scelta dice: “Io, accolgo te, come mia/o sposa/o. Con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.” Lapalissiano notare il “sempre”, al di là delle difficoltà. Purtroppo oggi alle prime difficoltà il sempre scompare ed è la prima radice del tradimento alla scelta. La vita di coppia dall’iniziale facciamo insieme le cose, pensiamola in due, passa al tradizionale “io faccio” io penso…. Mantenere l’impegno alla vita in due è un altro passo di fedeltà. Questa consapevolezza ha necessità di essere, di volta in volta, recuperata dalla distrazione del tempo degli impegni. Occorre rinnovarsi la memoria che il cammino lo si è scelto insieme. E basta poco per ricordarselo. Basta dialogare sui cambiamenti iniziali al momento di crisi. Quando la coppia inizia a dirsi a raccontarsi si chiarisce, in entrambi, l’iniziale buona volontà del senso comune, per finire alle lamentele sullo stress dove ognuno lamenta l’assenza dell’altro. Fondamentale in questo dialogo far recuperare il senso della comunione di vita che è cambiato. E’ probabile che ci si sia persi in una forma di non rispecchiamento nell’altro, ma la comunione di vita presuppone un mettere insieme, condividere ciò che sta accadendo. Al contrario, facilitati dalle distrazioni dei social, ci si chiede sempre di più, tradendo, ancora una volta al principio di fedeltà di scelta. Certo il quotidiano è pieno di impegni che annullano lo spazio dell’incontro. E se provassimo a diminuire il tempo inutile? Il tempo del social, il tempo del cercare il successo? Il tempo dell’Io faccio? Ci vuole coraggio e maturità, ma soprattutto ci vuole esempio come possiamo vedere che Dio è fedele (Ebrei 6:18).

Ogni fedeltà è segno dell’amore che contrassegna l’agire di Dio con noi; un amore che ha portato Gesù a dare la vita sulla croce. Essere fedeli significa quindi per ogni cristiano riscoprire che si dà la vita per l’altro. Argomento non facile se l’io è ipertrofico, egoico e narciso.

Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com


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