
Alla richiesta del discepolo di insegnare loro a pregare, Gesù risponde: «Quando pregate, dite: “Padre nostro che sei nei cieli, ecc. ecc…”»
Cosa intendeva il Signore? Voleva indicare che dobbiamo ripetere precisamente queste parole a memoria, così come tanti lo interpretano?
Sono convinto che questo significhi intendere male le parole di Gesù e interpretare male il Suo proposito. Gesù non voleva tramandare certe parole affinché le recitassimo a memoria. Il Signore si serve di questa preghiera come modello per insegnarci il modo giusto di pregare quando ci rivolgiamo a Dio.
Nel considerare questa preghiera scopriremo che, in linea di massima, contiene tutti gli ingredienti necessari. Non c’è quindi niente da aggiungere perché è stato pensato a tutto: la santificazione del nome del Padre e del Suo regno, la Sua volontà, i bisogni quotidiani di ogni credente, il perdono di Dio nei riguardi del credente e quello del credente nei riguardi dei peccatori, la prevenzione dalla tentazione e dal maligno. Eppure questo non significa che basta semplicemente recitarla per aver compiuto tutto quello che c’è da fare.
Il comportamento di Gesù stesso è prova che non era inteso così perché, come narrano i Vangeli, Gesù pregava per notti intere. Una cosa comunque è chiara: anche quando preghiamo a lungo, è bene imitare i punti salienti di questa preghiera modello. In più, si può dire che la nostra preghiera è veramente valida solo quando corrisponde in forma e contenuto al Padre nostro, quando è fatta con tutto il cuore e non meccanicamente. Dio ci benedica!
Alessio Sibilla | Notiziecristiane.com
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