In un giorno di sconforto e tristezza il Signore si è rivelato a me, tramite il suono della tromba di tre angeli. Era la fine dell’anno 1977; avevo 22 anni, appena congedato dal servizio militare.
La mia vita è stata segnata, nel periodo della mia infanzia, dalla tragica perdita della mia mamma in un incidente stradale quando aveva 35 anni. Io avevo appena 4 anni, non ho mai conosciuto mio papà: lei era una ragazza madre.
Rimasi con mia zia e mio nonno, che morì pochi mesi dopo. Frequentavamo la chiesa cristiana evangelica valdese di Venezia. Subito fui messo in un orfanotrofio cristiano Valdese, in un paese in provincia di Torino.
Mia zia, quando mi portò in quel posto, dovette scappare e lasciarmi lì, mentre ero confuso e guardavo l’ambiente, subii il trauma dell’abbandono. Un giorno mi spiegò perché fece così, disse che era l’unico sistema, altrimenti mi sarei aggrappato a lei con tutte le mie forze e non l’avrei lasciata andare. Soffrimmo moltissimo questa separazione, ero figlio di sua sorella e mi voleva tanto bene.
In questo orfanotrofio, noi bambini eravamo orfani di uno o entrambi i genitori; feci le scuole elementari, andavo a casa solo una volta all’anno, durante le vacanze estive. Mia zia si preoccupò di trovarsi un lavoro a Torino come colf presso un ingegnere della FIAT, per starmi un po’ più vicino. Veniva a trovarmi almeno una volta al mese.
Negli orfanotrofi, è noto che la vita non è l’ideale, il trattamento è abbastanza duro, senza i propri genitori che ti amano e che ti educano e i bambini sono in balia di mani e sistemi estranei al calore di cui si ha effettivamente bisogno. Mi stavo formando un carattere piuttosto vendicativo e ribelle, tale reazione era quasi inevitabile. Insomma, è stato un periodo molto duro, dai 4 ai 10 anni d’età.
Mia zia più tardi si è sposata e, di conseguenza, mi ha avvicinato a lei, facendomi trasferire in un collegio di Venezia, all’isola di S. Giorgio dove ho frequentato le scuole medie e superiori per studiare il tipo di lavoro che volevo intraprendere.
Ma ciò che caratterizza i collegi è sempre la disciplina. Eravamo più di trecento ragazzi, provenienti da molte parti d’Italia. Il collegio era di stampo militare (istituto professionale per le atività marinare). Indossavamo divise della marina, con relativa disciplina. Non ne potevo più! Avevo sete di libertà, amore e giustizia. Il mio carattere si era indurito, ma ero anche molto sensibile, ero arrivato al punto che non tolleravo ordini più da nessuno.
In seguito, i miei zii mi accolsero in casa loro: ero finalmente libero!
Più tardi, all’età di vent’anni, dovetti affrontare il servizio militare in marina. Fu una tragedia: il mio carattere insubordinato e ribelle mi creò parecchi problemi. Il servizio militare mi maturò ulteriormente su questioni riguardo la guerra, la violenza, le ingiustizie, mi piacevano gli Hippies, il disordine, ero contro le istituzioni “borghesi”, il conformismo, volevo rivoluzionare il sistema attuale.
Stavo cambiando interiormente, seguivo cantautori come Bob Dylan e Joan Baez, che cantavano contro le guerre, in particolare quella in Vietnam, che si svolgeva in quel periodo, quindi contro le armi e a favore dei diritti civili.
I testi delle canzoni influirono su di me in modo straordinario, come: “Padroni della guerra”.
Dylan era il portavoce di quelle centinaia di migliaia di giovani che erano contrari al tipo di società costituita e imposta. Egli percepì gli umori di quel tempo, in qualità di menestrello. Era un cantautore simbolo e coscienza di una generazione.
Un’altra canzone fu determinante per me: “Tre angeli”.
La statua di questi tre angeli con le trombe, posta al di sopra di un tempio, ispira il cantautore a chiedersi come mai la gente non riesce a sentire il suono di quelle trombe e, fermo all’angolo della strada, commenta la cecità, l’inumanità e l’insensibilità degli uomini.
Mi successe una cosa analoga: passando davanti ad una chiesa evangelica, soffermandomi davanti al cartello che la segnalava, erano impressi passi della parola di Gesù: “Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo” (Matteo 11: 28). “Io sono la Via, la Verità e la Vita, nessuno viene al Padre, se non per mezzo di me” (Giovanni 14: 6).
Erano parole che mi arrivavano diritte al cuore; quel cartello era come quei tre angeli di pietra che suonavano la tromba, le mie orecchie hanno sentito quel suono, che ha fatto battere il mio cuore. Quelle parole erano di Cristo Gesù, che mi stava parlando; erano ciò che cercavo, di cui avevo bisogno in un momento di sconforto e tristezza.
Quelle parole presero vita. Fui stimolato a leggere la Bibbia e le parole sembravano saltar fuori dalle pagine, ne volevo di più, sempre di più:ero assetato ed affamato della Parola di Dio. Avevo trovato la pace che cercavo, la pace di Gesù.
Gesù ha cominciato da quel momento a rivoluzionare la mia vita: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura, le cose vecchie sono passate, ecco sono diventate nuove” (II Corinzi 5: 17).
Cristo Gesù è stato il vero rivoluzionario in questo percorso.
Se cerchi amore, pace, serenità, gioia di vivere, giustizia, potrai trovare in Gesù il primo pezzo di questo meraviglioso mosaico.
Quei tre angeli di pietra fungevano da metafora per annunziare il Vangelo al mondo e continuano a suonare: possa il Signore aprire le orecchie del tuo cuore per ascoltarli.
A LUI SIA LA GLORIA IN ETERNO!
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