Rottura e Posizione

Dio è Colui che vede, interviene per liberare e ci guida per arrivare ad una condizione di completezza.

Ai tempi di Giacobbe il patriarca, mentre Giuseppe suo figlio era in Egitto, scoppiò una grande carestia. Una carestia che colpì Canaan, l’Egitto e i paesi intorno.

Dio attraverso diverse circostanze fece modo che Giuseppe potesse trovarsi in Egitto in una posizione importante per permettere alla famiglia di Giacobbe di giungere in Egitto e restare in vita.

A volte Dio ci mette in luoghi, circostanze, posizioni, tra persone, per un tempo, per uno scopo.

In Egitto la situazione cambia, c’è un nuovo faraone che non conosce Giuseppe ed inizia ad esercitare tirannia verso il popolo d’Israele riducendolo in schiavitù.

Il Paese d’Egitto inizia a diventare scomodo ed Israele desidera andare via, vuole libertà.

È incredibile come a volte per uscire da certe situazioni, amicizie e contesti, il Signore debba mettere le persone alle strette.

Israele stava bene in Egitto e non l’avrebbe mai lasciato.

Il piano di Dio per loro, il loro bene, era che fossero in Canaan. Desiderarono andare via SOLO quando iniziarono a stare male nel luogo dove si trovavano.

Furono oppressi dagli egiziani per 400 anni di dura schiavitù, tanti morirono, generazioni passarono, nessuno di quelli che aveva lasciato Canaan era ancora in vita.

Mentre probabilmente solo pochi si aspettavano un intervento divino da parte di quel Dio del quale avevano sentito parlare, che li aveva condotti in Egitto, arriva Dio:

“7 Il SIGNORE disse: «Ho visto, ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni. 8 Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre il latte e il miele, nel luogo dove sono i Cananei, gli Ittiti, gli Amorei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei. 9 E ora, ecco, le grida dei figli d’Israele sono giunte a me; e ho anche visto l’oppressione con cui gli Egiziani li fanno soffrire. 10 Or dunque va’; io ti mando dal faraone perché tu faccia uscire dall’Egitto il mio popolo, i figli d’Israele».” Esodo 3:7-10

Dio invia Mosè che per mezzo di opere potenti libererà Israele dalle mani di faraone.

Nel momento in cui faraone pronuncia la loro liberazione, il popolo è:

  • Libero ma è ancora in Egitto
  • Libero ma è ancora nel deserto
  • Libero ma non è ancora in Canaan
  • Libero ma non sta ancora mangiando i frutti del Paese
  • Libero ma non ha ancora una proprietà
  • Libero ma ha ancora il faraone alle calcagna
  • Libero ma sul sentiero incontrerà ancora altri nemici prima di giungere a Canaan

Oggi parliamo di ROTTURA e POSIZIONE che sono due realtà materiali e spirituali distinte.

Spesso l’atto di LIBERAZIONE non significa COMPLETEZZA.

L’atto di LIBERAZIONE rappresenta la fine di una situazione e l’INIZIO di un PERCORSO.

L’ATTO di LIBERAZIONE è solo la CONDIZIONE, la POSIZIONE che permette di raggiungere il “BENESSERE”.

La LIBERAZIONE è importante ma non è TUTTO.

Alcuni cercano LIBERAZIONE e credono che la LIBERAZIONE in sé sia il RAGGIUNGIMENTO di quello che stanno cercando, invece essa è solo il MEZZO, la POSSIBILITA’ per raggiungere quello che stanno cercando.

Vi dirò di più, diversi hanno chiesto LIBERAZIONE, l’hanno OTTENUTA ma sono ancora in EGITTO, nel DESERTO, mangiano ancora MANNA, e per questo pensano che Dio non li abbia liberati, invece sono stati liberati ma non sono ancora “ARRIVATI”.

Se rileggiamo con attenzione il v.8 del nostro testo vediamo cosa Dio aveva intenzione di fare, per quale motivo si era messo in azione in favore del popolo:

“8 Sono sceso PER LIBERARLO dalla mano degli Egiziani e PER FARLO SALIRE DA QUEL PAESE IN UN PAESE BUONO e spazioso, in un paese nel quale scorre il latte e il miele”.

Due azioni importanti:

  • LIBERARLO
  • PER FARLO SALIRE “da una condizione ad una condizione buona”

Dio LIBERA senza ombra di dubbio, la sua azione però non finisce alla LIBERAZIONE, Egli desidera poi CONDURRE, GUIDARE fino a raggiungere la “POSIZIONE” buona e opportuna.

La LIBERAZIONE è importante ma non è TUTTO!

È importante per mezzo dello Spirito Santo che questa verità sia rivelata al nostro cuore, che la facciamo nostra, affinché crediamo con tutto il cuore che Dio ci libera o ci ha già liberati, e desidera introdurci in un sentiero per raggiungere la mèta.

La LIBERAZIONE è ISTANTANEA, il PERCORSO invece a volte è LUNGO ma non per questo vuol dire che si è ancora SCHIAVI, comprendete?

Quando abbiamo chiesto a Cristo di salvarci e di venire a regnare nella nostra vita, Egli lo ha fatto in un attimo, in un batter d’occhio.

Il risultato della presenza di Cristo in noi si vede in alcune cose immediatamente, in tante altre cose, comportamenti, ecc… si vede ed è visibile solo nel tempo.

Il fatto che alcune cose NON sono SUBITO VISIBILI non sono un elemento per il quale dire: “ALLORA NON SONO SALVATO”, assolutamente no.

I frutti dell’albero buono si vedono nel tempo.

Quando PERDONIAMO chi ci ha ferito è solo l’ATTO DI LIBERAZIONE, ne sentiamo subito un beneficio ma non siamo TOTALMENTE e ISTANTANEAMENTE GUARITI da quanto ci è stato fatto.

Il PERDONO è l’inizio, è la LIBERAZIONE, ma c’è un lavoro che Dio con la nostra volontà compirà dentro di noi, nel nostro cuore e nella nostra mente.

Quando si PERDONA una persona che ci ha TRADITI è solo l’INIZIO del percorso ma ci sarà bisogno di TEMPO, di CURA, di GUARIGIONE in quell’area della nostra vita PRIMA di RITORNARE a FIDARCI di quella persona.

Il fatto che io non mi FIDI ANCORA di chi mi abbia TRADITO non vuol dire necessariamente che non l’abbia PERDONATA, probabilmente sono nel PROCESSO.

Credo che Dio desidera dirti che ti HA GIA’ LIBERATO, quindi non continuare a chiedere LIBERAZIONE, è una preghiera errata!

Riconosci invece per l’azione dello Spirito Santo che sei LIBERO e sei nel PROCESSO.

E’ importante avere CONSAPEVOLEZZA di dove ci si TROVA.

Si può essere ancora SCHIAVI o si può essere LIBERI e nel processo

La LIBERAZIONE ti permette di arrivare alla POSIZIONE DI BENESSERE.

Sapere di essere LIBERO di scrolla da CATENE MENTALI (fortezze diaboliche) che ti portano a vivere da SCHIAVO mentre non lo sei perché Gesù ti ha reso LIBERO.

Per esempio, riguardo ai nostri peccati, Cristo ci ha liberati dal potere del peccato non per questo però siamo già perfetti e completi. Siamo in un processo di santificazione e di completezza progressiva che avrà fine nel cielo.

Paolo dirà: “Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna Romani 6:22

LIBERI DAL PECCATO (condizione ottenuta) →COME FRUTTO (quindi il risultato della liberazione) LA SANTIFICAZIONE →ME’TA (conseguenza dell’essere liberi) LA VITA ETERNA

Ora, il processo che vediamo nell’opera di Salvezza è lo stesso processo che si ripete in ogni area e aspetto della nostra vita.

Dio ti LIBERA → la LIBERAZIONE OTTENUTA porta dei “frutti” – risultati → il FINE è il BENESSERE il “Paese Buono” nel quale Dio desidera introdurti.

Dio scese in Egitto per LIBERARLO e per FARLO SALIRE IN UN PAESE BUONO.

Leggete cosa dirà Davide: “Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme… Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di giustizia” Salmo 23:2-3

Una delle azioni che l’Eterno compie sulla nostra vita è quella del pastorato.

Egli non solo VIGILA e INTERVIENE, è anche Colui che GUIDA e CONDUCE se lo si desidera.

La domanda che ti faccio è: Riconoscendo per lo Spirito che sei stato liberato/a, ti lascerai guidare affinché Lui ti conduca, ti faccia “salire” in un “Paese buono”?

Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com


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