Spesso ci interessa l’opinione delle altre persone più di quanto ci interessa l’opinione di Dio, pensiamo troppo a cosa la gente può pensare di noi, a cosa facciamo o pensiamo e, dimenticandoci della nostra identità in Gesù, diventiamo inevitabilmente vulnerabili.
Stiamo attraversando un periodo complicato e pieno di persone che non hanno paura di Dio, ma hanno paura di ciò che pensa la gente.
Ogni volta che pensiamo di più a ciò che pensa la gente rispetto a ciò che pensa Dio, stiamo portando un culto per guadagnare l’approvazione di qualcuno che non è il nostro Dio.
La sofferenza può essere di varia natura: emotiva, finanziaria o mentale. Noi siamo chiamati a soffrire come ha fatto lui quando i religiosi l’hanno malmenato, maltrattato ed hanno rovinato la sua reputazione: Gesù dice che non dobbiamo avere paura, anche se dovessimo dover perdere la nostra vita. Il punto è che quando si diventa cristiani ci possiamo trovare di fronte a due possibilità: morire per Gesù oppure vivere per Gesù e spesso vivere per Gesù è più dura di dover morire per lui; noi dobbiamo essere pronti a fare entrambe le cose. Quando si perde di vista questo principio, allora si può cadere in una seconda trappola che la paura produce: la paralisi decisionale. Quando si vive per paura e non per le convinzioni che Dio ci ha dato, giriamo intorno alle cose e non siamo in grado di andare avanti. Se continuiamo a vivere con la paura di ciò che gli altri possono pensare, allora molte cose rimarranno taciute, soprattutto quelle necessarie. Questo perché saremo sempre più preoccupati di noi stessi e non degli altri e del loro rapporto con Gesù: alla lunga questo modo di fare causerà sempre più danni nel tempo rispetto al male che potremo evitare nel presente.
Spesso ci si accosta al Signore con tanti buoni propositi e pronti a tutto, ma per paura di ciò che gli altri possano pensare o delle conseguenze delle nostre scelte viviamo la nostra fede “in segreto” quando ciascuno di noi dovrebbe cercare di non aver mai paura della gente perché solo così si può trasmettere il messaggio del Vangelo in modo chiaro a chi ci sta davanti, anche affrontando quei discorsi che a volte ci risultano ostici o ci intimoriscono. Se un predicatore avesse paura dei suoi ascoltatori, avrebbe la tendenza a tacere la verità per paura che qualcuno possa disapprovare o semplicemente non apprezzare, ma la verità va detta senza sconti o addolcimenti.
In un mondo preda della paura, oggi diventa sempre più importante verificare in che posizione ci troviamo: abbiamo paura degli uomini, del loro pensiero, della loro approvazione oppure abbiamo timore di Dio? In Proverbi sta scritto (9:10) che “il principio della saggezza è il timore del Signore” e Paolo ci ricorda che “noi predichiamo Cristo che è potenza e sapienza di Dio” (1°Cor. 1:24).
Come ha agito Gesù di fronte alla paura? Ha forse avuto timore del pensiero dei farisei quando li chiamava “ipocriti” e “razza di vipere” o delle eventuali conseguenze? Nel giardino del Getsemani la notte prima di morire di sicuro c’era molta ansia, ma qual era il pensiero di Gesù? Fare la volontà del Padre o cercare l’approvazione della gente?
Molto tempo prima Adamo in un altro giardino si è comportato in modo totalmente diverso da Gesù. Adamo è scappato da Dio ed è andato verso la paura, Gesù è scappato dalla paura ed è andato verso Dio: solo se ci comporteremo come Gesù allontaneremo da noi la paura.
In Proverbi leggiamo “ma chi confida nel Signore è al sicuro”. Ci crediamo?
Sono convinto che la paura degli uomini sia come una stanza buia nella quale entriamo ogni volta che “assaporiamo” la paura degli altri: una stanza nella quale è facile sbagliare ed essere ciò che non siamo veramente, ma soprattutto una stanza dalla quale ci diventa sempre più difficile uscire. Credo che il modo migliore per affrontare questo problema sia comportarsi come dei bambini che non conoscono questo tipo di paura perché davanti a essa scappano.
Provate a mettere un bambino in una stanza buia, cercherà subito l’uscita e, non appena fuori, si attaccherà alla gamba del padre. Che cosa facciamo noi di fronte ad ogni scelta che questa vita ci propone? Entriamo oppure ci comportiamo da bambini?
Io mi comporto come probabilmente farebbe mio figlio: scappo.
La paura degli uomini è una trappola … non dimentichiamolo.
Luigi Mandile
#LaGenteHaBisognoDiGesù
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