Come scegliere la giusta distanza per evangelizzare

La prossemica è la disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale. Il termine è stato introdotto e coniato dall’antropologo Edward T. Hall nel 1963 per indicare lo studio delle relazioni di vicinanza nella comunicazione.

Perché cito la prossemica?… Semplicemente perché è evidente come spesse volte noi credenti siamo d’istinto così precipitosi nel voler raggiungere con il Vangelo di Cristo le persone più “distanti” da noi, che quasi trascuriamo quelle a noi più prossime. Alcuni vogliono raggiungere altri continenti e nazioni, quando invece c’è tanto da fare nella loro.

Io credo che bisognerebbe iniziare a predicare il Vangelo, partendo da un raggio d’azione – come lo chiama Hall, ‘intimate space’ – un raggio d’azione più intimo, fino ad espandersi ad un raggio d’azione più pubblico, passando per un raggio personale e sociale.

Perché, se ci concentriamo prima sulle persone più distanti da noi, automaticamente le persone più vicine a noi, come il nostro collega di lavoro, il nostro vicino di casa, il negoziante sotto casa o il nostro parente, saranno trascurati, e diventerà tutto così poco producente. Gesù ci insegna in questo, quando dice: “…mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).

Alessio Sibilla


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