BEATI I PURI DI CUORE PERCHÉ VEDRANNO DIO

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio“. La sesta beatitudine fa risaltare la purezza del cuore del discepolo di Gesù.

È una espressione che richiama alla mente riferimenti anticotestamentari… Il cuore puro è una delle condizioni richiesta per l’ammissione nella liturgia della porta del tempio, secondo Salmo 24: … “Chi salirà al monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? L’uomo innocente di mani e puro di cuore, che non eleva l’animo a vanità e non giura con il proposito di ingannare” (Salmo 24:3-4). Ancora, nel salmo 15 è accentuata la purezza del credente, che è immune dallo spergiuro: “O Signore, chi dimorerà nella tua tenda? E chi abiterà sul tuo monte santo? Colui che è puro e agisce con giustizia e dice la verità come l’ha nel cuore.” (Salmo 15:1-2) Cosa significa la parola “cuore”? Il cuore è il centro della persona, la parte più profonda dell’Io, da cui scaturisce una spiritualità autentica. In tal caso la sesta beatitudine evidenzia la sincerità e l’integrità del discepolo di Gesù nel rapporto con Dio e con i fratelli. Esso è promessa escatologica della salvezza definitiva. Di conseguenza, viene bandita la doppiezza d’animo, caratterizzata a un tempo dalla purità ipocrita che è connessa con pure pratiche esteriori: è veramente puro colui che è purificato da ogni contaminazione morale e mantiene integro il suo rapporto con il Signore e con i suoi compagni di umanità. Nel Salmo 51 è esaltato il penitente che, schiacciato dal suo peccato, fortemente compunto lo confessa, invocando il Signore perché crei in lui un cuore puro e che nel suo intimo risieda la verità. La purezza richiesta dal Signore è in netto contrasto con la purezza cerimoniale dei Farisei (Mt 23).

Gesù richiede dal suo discepolo che la saggezza regni nel suo intimo più che un formale adempimento di una giustizia legalista. L’Io del discepolo è indiviso: da una coscienza pulita si sprigiona una forza interiore che investe ogni sua relazione esterna, da quella intellettuale, a quella rituale, da quella sociale, a quella interpersonale. Nella sua relazione con Dio e con gli uomini il discepolo di Gesù è libero dalla disonestà e dalla bugia, l’intera sua vita, pubblica e privata, è trasparente davanti a Dio e davanti agli uomini. Purtroppo, ci si accorge con profonda tristezza e costernazione che nelle chiese si aggirano parecchi cristiani portatori di maschere, che recitano un ruolo specifico in ciascuna occasione in cui si vengono a trovare.

Solo il puro di cuore vedrà Dio, adesso con gli occhi della fede, in futuro, nella Città di Dio, a faccia a faccia.

“… Chi è puro di cuore? Solo chi ha dato totalmente il suo cuore a Gesù, perché lui solo regni;chi non macchia il proprio cuore del proprio male, ma neppure del proprio bene….Chi rinuncia alle proprie azioni buone e malvagie, al proprio cuore, chi vive nel pentimento e resta unito solo a Gesù avrà un cuore puro per opera della Parola di Gesù. La purezza del cuore è qui il contrario di ogni purezza esteriore, di cui fa parte anche la purezza dei buoni sentimenti. Il cuore puro è puro dal bene e dal male, appartiene indiviso a Cristo, guarda solo a lui che precede.

Vedrà Dio solo chi, in questa vita, ha guardato unicamente a Gesù Cristo, il Figlio di Dio… Vedrà Dio colui il cui cuore è divenuto specchio dell’immagine di Gesù Cristo”. (1)

(1) Dietrich Bonhoeffer-op. cit. pagg. 92- 93

Paolo Brancè | Notiziecristiane.com


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