Perché bisogna studiare la storia? Perché studiare le cose del passato? Che c’entrano con noi?!
Queste sono probabilmente solo alcune delle domande che molti ragazzi e giovani studenti si pongono, allorchè si accingono a studiare la storia.
Per loro, quasi sicuramente, la storia è soltanto una materia pizzosa e seccante.
Per questo credo che la studino di malavoglia, non riuscendo a trarne un sano e giusto profitto.
Mediante questo articolo vorrei contribuire a stimolare voi ragazzi e ragazze a trovare nella storia qualcosa che vi porti a riconsiderare questa materia e questa disciplina come qualcosa non di noioso e di inutile, ma come qualcosa dal significato forse alquanto nascosto, ma di grande valore…per voi stessi (perché possiate trovare ed avere un motivo valido per studiarla, non più di malavoglia, ma come un’occasione per scoprire qualcosa che possa servire per le vostre stesse vite).
Quando mi ritrovai a fare questo discorso per la prima volta nel mezzo di un campeggio estivo cristiano fra un discreto numero di giovani dissi loro che la storia aveva un valore. E quei ragazzi mi guardarono come una specie di marziano.
“Ma come fai a dire che la storia è interessante” ? (mi dissero).
“La storia per noi è solo una pizza”!
Allora provai a dirgli e a dargli le ragioni per cui penso che la storia anziché essere vissuta come una pizza, ovvero qualcosa di noioso, può invece riservare un modo di esaminarla e di gustarla che ha qualcosa di completamente diverso dall’essere presa come qualcosa di inutile e insensata.
Quale e dove sarebbe la ragione per cui e con cui vedere nella storia qualcosa di utile e sensato per la vita dei giovani contemporanei?
Beh, lasciatemi il tempo e il modo cari ragazzi e ragazze per provare a dirvi quali potrebbero essere queste ragioni, sperando che alla fine di questo discorso qualcuno di voi possa essere indotto/a ad ammettere che forse la storia può non essere né vista né presa soltanto come qualcosa di noioso.
Cos’è fondamentalmente la storia?
Essa non è altro che il racconto (e il resoconto) di ciò che altri uomini hanno vissuto e commesso prima di noi. E mentre noi leggiamo degli atti commessi da altri ci troviamo come nel ruolo di spettatori che assistono al film che riproduce la storia dell’umanità. Vedendo ciò che gli uomini del passato hanno commesso la nostra posizione ci consente di poterli esaminare e valutare.
Vari personaggi sfilano dinanzi a noi: re, papi, nobili, gente del popolo, colti e ignoranti, semplici e astuti, onesti e disonesti.
Coloro che sono divenuti in qualche modo protagonisti di fatti che (nel bene o nel male) hanno avuto una rilevanza tale da assurgere agli onori delle cronache della storia è come se si presentassero davanti nostri “occhi”, per essere valutati.
Difficilmente nella realtà di tutti i giorni noi potremmo concretamente valutare e giudicare un re, un papa, un despota o un tiranno. Ma, attraverso la storia, che ci mette dinanzi le azioni compiute da tutti questi personaggi, possiamo farlo.
Leggere dei fatti degli altri può e deve stimolare in noi la capacità, infatti, di valutare e giudicare ciò che costoro hanno commesso.
E, sempre leggendo la storia, potremmo anche calarci nelle epoche dei fatti da essa narrati: immaginando come ci saremmo trovati se fossimo vissuti nei tempi e nelle circostanze descritte dalla storia, accanto ai personaggi che essa ci presenta.
Insomma, a ben vedere, la storia ci permette e ci spinge a calarci nei personaggi da essa descritti ed anche a valutarne la condotta.
E questa “immaginazione” ci permette, di conseguenza, di fare anche un’altra cosa: ossia di pensare come sarebbero potute andare i fatti della storia (che spesso – anche se accaduti nel passato – sono in qualche modo collegabili alle condizioni che, oggi, possiamo ritrovarci a vivere noi stessi) se soltanto i personaggi di essa si fossero comportati in modo diverso da come hanno fatto. Questa considerazione getta luce sul fatto che la storia degli uomini spesso non ha un destino scontato o un senso unico, ma può dipendere da come gli uomini hanno vissuto e vivono.
Valutando tutte queste cose ci si ritrova a percepire che, allora, anche noi, mentre consideriamo ciò che altri hanno già compiuto (senza avere ormai nessuna possibilità di rimediarvi – nel caso abbiano commesso dei torti e degli errori -), possiamo valutare noi stessi…immedesimandoci in coloro che commisero certe cose, per poter dire (a noi stessi) se ciò che essi commisero era giusto o no e se noi, di riflesso, ci stiamo comportando come loro o, viceversa, riconosciamo che non dovremmo ripetere ciò che costoro hanno commesso (se ciò che commisero ebbe per conseguenza degli eventi e degli episodi negativi, i cui strascichi forse si pagano ancora oggi).
Insomma studiando i fatti del passato, ossia le azioni dell’umanità in generale, praticamente possiamo avere sotto i nostri occhi ciò che noi stessi avremmo compiuto al posto di coloro che commisero (nel bene e nel male) le azioni che fecero la storia o che stanno scrivendo, oggi, la nostra storia personale.
Sotto questo aspetto la storia interpella chi la studia ad esaminare e a valutare le azioni dell’uomo e, di conseguenza, le proprie!
Penso che valutare la storia in questo senso (che fondamentalmente è quello più idoneo e opportuno) possa portare chi la studi in quest’ottica a ritenere che essa, allora, non è qualcosa di estranea a noi stessi.
La storia ci dice cosa hanno fatto altri uomini; uomini come noi. E se è vero che noi possiamo valutare e giudicare l’operato di coloro che ci hanno preceduto, è altrettanto vero che possiamo confrontarci con loro per valutare il nostro stesso operato (operato che altri, in seguito leggeranno di noi e su noi).
La storia, quindi, non la si deve leggere soltanto alla luce di quello che è già stato, ma anche di quello che essa sarebbe potuta essere (se certi uomini si fossero comportati diversamente da come hanno fatto (ad esempio se i malvagi e i corrotti si fossero ravveduti e comportati da onesti e corretti) o di quello che dovrebbe e potrebbe ancora essere (se la lettura delle cose passate ci poterà a comprendere come potremmo e dovremmo vivere per non ripetere – da un lato – gli errori che altri hanno già commesso e per praticare ed imitare, invece, ciò che altri hanno già di buono e utile commesso – da un altro lato -.
Spero che queste considerazioni possano portare e stimolare molti di voi ragazzi e ragazze a valutare da questo momento in avanti la storia non più come una pizza o come qualcosa di distaccato dalla vostra vita, ma come qualcosa che, anzi, potrebbe aiutare a dare alle vostre vite un senso, affinchè voi stessi non viviate più una vita amorfa e priva di direzione e obiettivi, ma col proposito di dirigerla verso mete e significati di cui un giorno né voi stessi abbiate a biasimarla né altri che potrebbero venire dopo di voi, dicendo che avrete fatto degli errori o che addirittura l’ avrete mal orientata o sprecata.
Spero che tutto questo infonda in voi ragazzi e ragazze un certo apprezzamento nei confronti della storia e che possiate farne non più una materia pizzosa, ma una specie di maestra di vita.
Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com
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