Crediamo nella salvezza dei nostri figli!

Ho sentito un tonfo al cuore, leggendo questa testimonianza e nel contempo mi sono chiesta quanti di noi appartenenti alla famiglia di Dio, portano dolorosi pesi che anziché deporre ai piedi della Croce ,celiamo dentro il nostro cuore come se fossero segreti o una verità irrivelabili. Quanti di noi sono oppressi e spesso afflitti dagli atteggiamenti o dalle azioni rovinose spesso perpetrate dalle persone a noi care? Non sempre ci apriamo e ci confidiamo e i motivi del nostro silenzio sono molteplici e benché Dio ci accompagna lungo il percorso non lasciandoci soli, ci manca il coraggio di condividere la nostra vulnerabilità superando paura e vergogna.

La testimonianza seguente potrebbe essere uno scorcio di vita di ognuno di noi e non c’è ignominia o timore che possa toccarci… noi sappiamo in quali mani giace il mondo e le macchinazioni e le insidie sono continue e permanenti specie per i nati di nuovo.

“Poiché gli occhi del Signore sono rivolti ai giusti e le sue orecchie ascoltano la loro preghiera, ma il volto del Signore è contro quelli che fanno il male”. 1° Pietro 3:12.

“Invocami nel giorno della sventura e io ti risponderò! E tu mi glorificherai!” Salmo 50:15.

Da anni mia figlia era ormai perduta: droga, alcool, prostituzione.
A detta di molti, irrecuperabile… Venne febbraio. Un freddo martedì sera, durante la riunione di preghiera, commentai i versi di Atti degli apostoli capitolo 4, riguardo alla chiesa che invocava Dio con audacia di fronte alla persecuzione. Entrammo in un tempo di preghiera. A un tratto, un usciere mi passò un appunto. Una giovane aveva scritto: “Pastore Cymbala, sento che dovremmo interrompere la riunione e pregare tutti per sua figlia”. Esitai. Era giusto cambiare l’andamento del culto e concentrarsi su un mio bisogno personale? Tuttavia, l’appunto sembrava suonare vero. Presi un microfono e dissi alla chiesa quello che era appena successo. “La cosa vera”, dissi, “sebbene non ne abbia parlato molto, è che mia figlia in questi giorni è molto lontana da Dio. Lei pensa che l’alto sia il basso e che il basso sia l’alto. Che il buio sia la luce e la luce sia il buio. Io so che Dio può aprirsi un varco in lei, perciò chiederò al pastore Boekstaaf di condurci in preghiera per Chrissy. Teniamoci tutti per mano…”

Per descrivere ciò che accadde nei minuti successivi, posso soltanto usare una metafora. La chiesa si trasformò in una sala travaglio. I suoni emessi dalle donne partorienti non sono piacevoli, ma i risultati sono meravigliosi. Sorse un gemito, un senso di determinazione disperata, come per dire: “Satana, non avrai questa ragazza! Togli le mani da lei, sta tornando!” Io ero sopraffatto. La forza di quella vasta invocazione di massa a Dio mi buttò quasi letteralmente a terra. Quando quella sera arrivai a casa, dissi a Carol: “È finita!” “Cosa è finita?”, domandò. “È finita con Chrissy. Avresti dovuto essere alla riunione di preghiera questa sera. Ti dico che se c’è un Dio in cielo, tutto questo incubo è finalmente finito”. Descrissi quello che era accaduto…

TRENTADUE ORE DOPO, il giovedì mattina, mi stavo radendo, Carol improvvisamente fece irruzione con gli occhi spalancati: “Vai di sotto!”, sbottò, “Chrissy è qui”.

“Chrissy è quì?”

“Si, scendi!”

 “Ma, Carol, io…”

“Vai giù!, insistette, è te che vuole vedere! “.

Mi tolsi la schiuma da barba e mi diressi di sotto con il cuore che mi batteva forte. Quando girai l’angolo, vidi mia figlia sul pavimento della cucina, dondolandosi sulle mani e sulle ginocchia e singhiozzando.

Pronunciai cautamente il suo nome: “Chrissy?”

Afferrò la gamba dei miei pantaloni e iniziò a sfogare il suo tormento.

“Papà, papà, io ho peccato contro Dio e ho peccato contro me stessa. Ho peccato contro di te e la mamma. Per favore, perdonami !”

La mia vista era offuscata dalle lacrime come la sua.

La tirai su dal pavimento e la tenni stretta mentre piangevamo insieme. Improvvisamente si tirò indietro. “Papà” disse di soprassalto. “Chi stava pregando per me?”.

La sua voce era come un avvocato in un contraddittorio. “Che cosa intendi dire Chrissy?”

“Martedì sera, papà, chi stava pregando per me?”

Io non dissi nulla, così continuò: “Nel mezzo della notte, Dio mi svegliò e mi mostrò che ero diretta verso quest’abisso. Era senza fondo. Mi sono spaventata a morte. Ero così terrorizzata. Mi sono resa conto di come sia stata dura con tutti, di quanto mi sia sbagliata, di quanto sia stata ribelle. Ma, al tempo stesso, era come se Dio mi avesse messo intorno le Sue braccia e mi tenesse stretta. M’impediva di scivolare oltre mentre diceva: “Ti amo ancora”.

“Papà dimmi la verità, chi stava pregando per me martedì sera?”.

 Guardai nei suoi occhi arrossati e ancora una volta riconobbi la figlia che avevamo cresciuto…”

Lella Francese

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