Dolce come il miele

L’apostolo Paolo farà nella lettera a Timoteo… una descrizione della condizione degli uomini degli ultimi tempi. Tempi nei quali purtroppo ci troviamo a vivere.

“1 Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; 2 perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, 3 insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, 4 traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, 5 aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontanati!” 2 Timoteo 3:1-5

Quella dell’apostolo è appunto una descrizione degli ultimi tempi, degli ultimi giorni della pazienza divina. La cosa triste è che riguarda anche coloro che si professano cristiani. Riguarda coloro che dicono di seguire Cristo.

L’uomo non può non amare. Siamo stati creati per amare, il punto è cosa si ama?
In questi pochi versi ricorre due volte la parola AMANTI, il termine sta ad INNAMORATI, AFFEZIONATI… a cosa? In particolare al DENARO e al PIACERE.

Denaro e Piacere, due dominatori di questo mondo di tenebre. Sono sempre esistiti ma in quest’ultimi giorni stanno scagliando tutta la loro forza contro l’umanità per legare le persone, attirare la gente allontanandole da Dio.

Il vero credente, colui che è nato di nuovo mediante il sacrificio di Cristo alla croce non può essere amante di qualcos’altro o qualcun altro all’infuori di Cristo Gesù il Suo Signore.
Se è vero che un buon albero si riconosce dai suoi frutti, è vero anche che il discepolo di Cristo si riconosce dai suoi frutti.

Colui che professa di seguire Gesù, di essere cristiano e compie tali cose, è molto probabile che ha rinnegato la potenza.

Ha rinnegato la potenza di Dio, la Grazia trasformatrice capace di trasformare l’uomo, capace di trasportarlo dal regno delle tenebre al regno di Cristo, ed ha semplicemente indossato il “VESTITO DEL BUON CRISTIANO”.

L’apostolo fa una lista tremenda di coloro che si professano cristiani ma non lo sono:

“Egoisti, amanti del denaro (avidi), vanagloriosi (spacconi), superbi (arroganti), bestemmiatori (blasfemi, osceni, irriverenti), ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi (sacrileghi, profani), insensibili, sleali, calunniatori (maldicenti), intemperanti (smodati, dissoluti), spietati (crudeli, brutali), senza amore per il bene, traditori (opportunisti, ingannatori), sconsiderati (incoscienti, avventati), orgogliosi, amanti del piacere (piaceri sensuali) anziché di Dio”

Esteriormente sembrano religiosi, si dichiarano credenti, ma le loro azioni non rispecchiano le caratteristiche di un figlio/a di Dio.

FORSE costoro sono cambiati, sono migliorati in alcune cose, ma non sono stati rigenerati, redenti, trasformati, in poche parole non sono stati SALVATI e coloro che non sono salvati andranno nel luogo di perdizione eterna.

Persone che vogliono VESTIRSI di un abito religioso ma non vogliono ABBANDONARE IL PECCATO! Non si può servire Dio e satana. Il peccato è un offesa a Dio.

Il peccato molto spesso non lo si vuole abbandonare perché è dolce, piacevole, dà soddisfazioni immediate, stuzzica gli istinti primordiali dell’uomo, ecc…

Nella Parola abbiamo un uomo che purtroppo è un esempio negativo di una persona che è AMANTE del piacere.

“1 Sansone scese a Timna e vide là una donna tra le figlie dei Filistei. 2 Tornato a casa, ne parlò a suo padre e a sua madre, e disse: «Ho visto a Timna una donna tra le figlie dei Filistei; prendetemela dunque per moglie». 3 Suo padre e sua madre gli dissero: «Non c’è tra le figlie dei tuoi fratelli in tutto il nostro popolo una donna per te? Devi andare a prenderti una moglie tra i Filistei incirconcisi?» Sansone rispose a suo padre: «PRENDIMI QUELLA PERCHÉ MI PIACE». 4 Suo padre e sua madre non sapevano che questo veniva dal SIGNORE; Sansone infatti cercava un’occasione di contesa da parte dei Filistei. In quel tempo, i Filistei dominavano Israele. 5 Poi Sansone scese con suo padre e sua madre a Timna; e quando giunsero alle vigne di Timna, ecco un leoncello venirgli incontro ruggendo. 6 Lo spirito del SIGNORE investì Sansone, che, senza aver niente in mano, squartò la belva, come uno squarta un capretto; ma non disse nulla a suo padre né a sua madre di ciò che aveva fatto. 7 E scese, parlò alla donna, e questa gli piacque. 8 Di lì a qualche tempo, tornò per prenderla e uscì di strada per vedere la carcassa del leone; ed ecco nella carcassa del leone c’era uno sciame d’api e del miele. 9 EGLI PRESE IN MANO IL MIELE, E SI MISE A MANGIARLO PER VIA; e quando ebbe raggiunto suo padre e sua madre, ne diede loro ed essi ne mangiarono; ma non disse loro che aveva preso il miele dalla carcassa del leone.” Giudici 14:1-9

La SENSUALITÀ (il desiderio dei sensi, la lussuria) è stato un elemento molto presente nella vita di Sansone.

Sansone era un giudice in Israele, aveva fatto voto di NAZIREATO.

Un voto era un impegno assoluto preso davanti a Dio, in questo caso l’impegno a separarsi da altri per consacrarsi a Dio stesso.

Secondo Numeri 6, il nazireo si asteneva dal vino, non si tagliava i capelli, e non poteva avvicinarsi ad un cadavere.

⦁ Sansone prende una moglie tra i Filistei, perché? “PERCHE’ MI PIACE”

⦁ Sansone che non poteva toccare un cadavere, prende il miele che era nella carcassa del leone e lo mangia, perché? “PERCHE’ MI PIACE”
Un uomo appartenente al popolo di Dio, che aveva una responsabilità davanti a Dio come EBREO, come GIUDICE e come NAZIREO, sceglie le lusinghe del peccato.
Questo stile di vita non fece del bene a Sansone.
Gli procurò dei piaceri momentanei, succulenti… ma lo portò:

⦁ Ad essere schiavo dei filistei
⦁ A perdere i suoi occhi
⦁ E infine alla sua stessa morte

Questo è il processo che compie il peccato!

La Parola ci dice che il SALARIO (la retribuzione, la paga, la ricompensa) del peccato è la morte! (Romani 6:23)

“…ognuno è tentato dalla propria concupiscenza (desideri) che lo attrae e lo seduce. 15 Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.” Giacomo 1:14-15

Se il SALARIO del peccato è la morte è giusto che tu sappia che il DONO DI DIO E’ LA VITA ETERNA IN CRISTO GESÙ.

Oggi è possibile incontrare Gesù, oggi è possibile essere salvati, oggi è possibile avere vita eterna, ottenere la liberazione dalla condanna di morte che pesa sull’uomo lontano da Dio.
Cosa farai?

“Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.” Romani 10:3

Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com


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