Queste mani peccaminose, con le quali ora scrivo queste righe, una volta fabbricavano «idoli». Sì, queste stesse mani avevano l’ardire di voler mutare la gloria dell’incorruttibile Iddio in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile. Fabbricavo statue del «Sacro Cuore», del «Bambin Gesù», della «Vergine Maria» ed altre di diversi tipi e misure. Fredde immagini di gesso, senza anima, che hanno occhi, ma non vedono; orecchie, ma non odono; naso, ma non olfatto; bocca, ma non parlano; piedi, ma non camminano.
Come ho già detto, sono stato educato in un collegio di Gesuiti e lì, quando ebbi circa tredici anni, i miei superiori si adoperarono per farmi diventare prete. Offrendomi la possibilità di compiere gli studi a Roma, cercavano, nello stesso tempo, di radicare nella mia mente tale idea. Fortunatamente per me, a mio padre questi proponimenti non piacquero ed egli riuscì prontamente a liberarmene.
Prima della mia conversione, come la maggior parte dei giovani cattolici che frequentavo, ero dedito al gioco, al bere, a fumare, a tutte le cose del mondo e a scambiare opinioni sugli affari. Mi piaceva vantarmi di essere un gran cattolico e allo stesso tempo un gran peccatore. Farei meglio a chiamare disgustosi peccati, i fatti dei quali mi vantavo. E posso senz’altro dire che non fu per alcun merito mio se Dio volle farmi il dono di arrivare alla conoscenza della Sua grazia e di salvarmi dalla condanna e dall’inferno.
Io ero a quel tempo quello che si suole chiamare «un uomo di mondo» e, contemporaneamente un buon cattolico. Andavo alla Messa tutte le domeniche e odiavo i protestanti, che sin dall’infanzia mi era stato insegnato a considerare eretici, apostati, corrotti, servitori di Satana e con-dannati all’inferno. Non ne sapevo il perché, ma i Gesuiti ci avevano insegnato così.
Mia moglie, però, in quel periodo, era ammalata e, per poter ascoltare queste conferenze, facevamo uso della radio. Fu in quell’occasione che, per la prima ed unica volta nella mia vita, udii un prete cattolico parlare della Bibbia, come di un libro stupendo e affermare che essa è la Parola di Dio rivelata agli uomini e ascoltai meravigliose profezie che parlavano di nostro Signore Gesù e che erano state fatte centinaia di anni prima che venisse in questo mondo, umiliandosi e prendendo la forma d’uomo. Quelle conferenze destarono in me una grande curiosità, e perciò decisi di leggere questo libro meraviglioso, pensando che se realmente tutto quel che avevo sentito era vero, occorreva renderlo noto a tutti.Mi recai, allora, dal prefetto dei Gesuiti e gli chiesi di prestarmi una Bibbia ed egli, benché riluttante, mi portò una copia della versione Valera (edizione protestante) e mi disse più o meno queste parole: «Vi do questa versione perché è una traduzione migliore della nostra ed ha il vantaggio delle concordanze a margine: è quella che noi sacerdoti usiamo per i nostri studi». Pieno di contentezza me ne andai con la Bibbia sotto il braccio, con l’intento di dar subito principio allo studio.Appena iniziata la lettura, però, una moltitudine di dubbi cominciò ad assalire la mia mente. Confuso, tornai allora dal prefetto dei Gesuiti in cerca di chiarimenti, ma uscii da quel colloquio più turbato di prima: il sacerdote aveva gli stessi miei dubbi e non era stato in grado di risolvere le mie difficoltà. Lo lasciai, deluso e desideroso di domandargli come avesse potuto diventare prete. Tutto quello che aveva saputo dirmi era stato di non andare troppo in profondità nella lettura della Bibbia poiché nessuno di noi aveva la capacità e la facoltà di farlo e di accettare perciò l’interpretazione di Roma senza discuterla, poiché era l’unica infallibile.
Quando si scopre che una persona non ha detto la verità, è naturale che si cominci a dubitare di tutto ciò che dice. Fu proprio quanto accadde a me nei confronti della Chiesa Cattolica, cosicché per tre lunghi anni brancolai nel buio più fitto. Dubitavo di tutto, tranne che dell’esistenza di Dio, creatore di tutte le cose.Nel mio zelo di trovare luce e spiegazione ai miei dubbi, mi recai allora da un Francescano: non essendo riuscito con i Gesuiti, volevo tentare con i Francescani, l’altro potente e famoso ordine religioso che si trovava a Sucre. Andai alla ricerca di frate Francesco, una nobile persona, che mi disse con tutta franchezza: «Figliuolo, confesso di non sapere un bel nulla di tutte queste cose. La mia è la fede di un minatore; credo perché credo. Ti darò comunque dei libri nel caso possano esserti d’aiuto». E mi diede infatti dei testi che rafforzarono le mie nuove opinioni.Un giorno, incontrai il signor Turner, missionario della Chiesa dei Fratelli e pastore della comunità evangelica di Sucre, e gli chiesi un appuntamento per poter discutere la questione anche con lui. Il giorno successivo, dopo cinque minuti di conversazione, compresi che eravamo completamente d’accordo. La mia maggior difficoltà riguardava la divinità di Cristo, ma dopo aver esaminato insieme l’Evangelo di S. Giovanni, al cap. 3, v. 16 e diversi altri versetti, compresi che Cristo non era soltanto uomo, ma anche Dio. Lo avevo già accettato come mio Salvatore, ma avevo dei dubbi intorno alla Sua duplice natura.
Caro lettore, è certamente una cosa terribile quando la tasca soffre, perciò, volevo far tacere la voce della coscienza che mi diceva : « Arturo, i cattolici adorano queste immagini, s’inchinano dinanzi ad esse e rendono loro il culto ». In mezzo a tale lotta non sapevo più che fare, finché il Signore mi mise nel cuore questo pensiero : porre su ogni immagine, la seguente iscrizione.
Ero come uno che tiene un carbone ardente in mano. Non sapevo cosa fare di tanti « santi » e di tanti idoli e distruggerli era un compito difficile, perché, a quel tempo, Sucre era la città più fanatica della Bolivia. Ciò nonostante, seguendo il comandamento del Signore contenuto nel libro di Isaia, cap. 30, vv. 21 e 22, decisi di cominciare a disfarmene. Armato di un martello, cominciai a ridurli in pezzi e, quando furono ben frantumati, ne raccolsi i frammenti in alcune casse e li tenni chiusi in un deposito, per evitare che la Chiesa Cattolica inventasse qualche altro «miracolo».
Dicono che nella città di La Paz vi fosse un giovane oltremodo dedito al gioco, il quale chiedeva ogni giorno alla Vergine di poter vincere. Ma una sera, stanco di pregare senza successo, trasse di tasca un temperino e tagliò il quadro dall’alto in basso. Dicono che, in quello stesso momento, in un ufficio di polizia si presentò una donna con il volto sanguinante, che accusò quale responsabile della sua ferita questo giovane e ne indicò il domicilio.
Quando la polizia giunse in quella casa, trovò il quadro lacerato. Sciocchezze, caro amico. Io ti posso assicurare che neppure una goccia di sangue apparve sulle circa duecento statue da me fatte a pezzi e che nessun uomo o donna si presentò all’ufficio di polizia per denunciare ferite. (Forse perché le ridussi talmente in polvere da non lasciarvi dentro alito di vita?).
I cattolici dicono di tenere le immagini di Cristo e del Sacro Cuore, ecc. come noi teniamo la fotografia di una persona amata. Menzogna! Caro lettore ed amico, terresti tu forse sul tuo cassettone la foto del famoso calciatore Paolo Rossi per coprirla di baci, chiamandolo padre?…
Chi conosce la faccia di Cristo? Chi è colui che conosce almeno il colore dei Suoi occhi? Io ho fatto statue di Cristo sia bionde che brune, con occhi azzurri, verdi, neri o castani secondo il gusto e le idee dei clienti. Come potevano quelle immagini essere fatte a somiglianza di Cristo, dal momento che io stesso non lo avevo mai visto e mi limitavo a fare una bella faccia di tipo giudaico?
Mi ricordo di una volta in cui il prete di Betanzon mi venne a chiedere di fare un Sacro Cuore per l’altare maggiore della sua chiesa. In quel momento io non avevo alcuna immagine della taglia da lui richiesta, fatta eccezione per una statua di S. Giuseppe alta più o meno un metro e venti per cui gli dissi che non mi sarebbe stato possibile approntargliela subito, come desiderava. Dopo, però, pensando ai soldi che avrei incassato, promisi di consegnargliela per il giorno stabilito. Entrai allora nel laboratorio, afferrai un martello, presi l’immagine di San Giuseppe e con un solo colpo gli ruppi il braccio all’altezza del gomito ; indi, preso un pezzo di gesso, feci un nuovo braccio che puntava verso il petto. Poi, preso dell’altro gesso, formai il cuore, tolsi la palma dell’innocenza » dal braccio destro di San Giuseppe e gli feci una mano nuova; infine, poiché il santo era calvo, come me, gli ricoprii il capo di lunghi riccioli, gli resi liscia la barba ed eccolo cambiato in Sacro Cuore. Una bella immagine, no, che ne dici? Nostro Signore Gesù non voleva che ci facessimo immagini di Lui perché è irriverente voler cambiare la gloria dell’incorruttibile Iddio in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile e, per questa ragione, nessuno conosce quali siano il colore dei Suoi occhi e la forma della Sua bocca o del Suo naso.
Ti racconterò ora altri due o tre casi che ti faranno vedere quanto sia ridicola l’idolatria fomentata dalla Chiesa di Roma. Quando avevo ancora la fabbrica di immagini, erano solite venire da me delle signorine non più giovani per chiedermi delle statue di Sant’Antonio alle quali si potesse aggiungere o togliere il fanciullino che il « santo » reca di solito in braccio. Esse dicevano che lo stavano pregando per poter trovare marito e volevano delle immagini così fatte in modo da poter togliere quella del fanciullo e punire san’Antonio nel caso non l’avesse loro concesso. Si può immaginare stupidità più grande?
Ad Aiquile una signora profondamente cattolica, ma molto sensata, si converti al Signore, grazie all’esperienza che ora ti narrerò. Aveva un cagnolino dal pelo bellissimo ed un giorno, avvicinata da un pittore, se ne sentì chiedere alcuni peli della coda. Dopo aver soddisfatto la sua richiesta, la signora, alquanto sorpresa, gli domandò a che cosa mai gli sarebbero serviti. « Per fare le ciglia e le sopracciglia dei santi che devo riparare », fu la risposta. « Da allora », dichiarò la signora, « ho abbandonato per sempre l’idolatria. Come avrei potuto inchinarmi ad adorare i peli della coda del mio cane? ».
Ora, caro lettore, vorrei chiederti di meditare su queste parole di Dio che puoi leggere nella Sacra Bibbia. Al Salmo 115 (113 B) è detto:
opera delle mani dell’uomo.
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
Hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
Sia come loro chi li fabbrica
Nel Vangelo secondo San Giovanni al capitolo 4 versetto 24, il Signor Gesù ci insegna: «Iddio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità ».Caro lettore, ascolta la voce di Dio e non quella degli uomini che hanno mutato la salvezza dei loro simili in un commercio; il cielo non si vende né si compra perchè Iddio lo offre gratuitamente, per la Sua grazia e per il Suo amore, a chiunque Lo voglia ricevere.
«Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio incombe su di lui» (Giovanni 3:36).
«Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati» (Romani 3.23,25).
« Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato » (I Giovanni 1:7).
Leva gli occhi, allora, verso l’unico Iddio vivente e vero attraverso nostro Signore Gesù Cristo, che è la Via, la Verità e la Vita, perchè solo per mezzo di Lui possiamo andare al Padre.
Non adorare la creazione delle mani dell’uomo, non ti piegare davanti a fantocci di gesso che forse le mie stesse mani hanno fatto. Credi nel Signore Gesù e sarai salvato. Non lasciarti ingannare da uomini che hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile (Rom. 1:23); non dimenticare che il cielo non si compra e non si vende e che Iddio te lo offre ora gratuitamente attraverso la fede nel Suo Figliuolo benedetto, come ti offre il perdono per i tuoi peccati attraverso la fede nel Suo sangue prezioso sparso per salvarti. Rifletti: se tu potessi raggiungere il cielo attraverso le cerimonie religiose e le opere, allora Cristo sarebbe morto invano. Lo Spirito Santo possa convincerti e benedirti.
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