
Aveva detto di sentirsi ancora insicura; ha persino sputato le pillole abortive che le avevano dato. Ma invece di incoraggiarla a prendersi alcuni giorni per riconsiderare la questione, il personale addetto l’ha chiusa in una stanza da sola per un tempo imprecisato, dopodiché la donna è crollata e ha accettato di sdraiarsi sul lettino operatorio. .
La Duran ha detto che erano la sua famiglia e il suo ragazzo a volere che lei abortisse. Sola e senza alcun supporto non se la sentiva di affrontare quella gravidanza: eppure lei desiderava quel bambino.
Dalle cartelle cliniche risulta che la donna ha esitato più volte. Ad un certo punto, pare che anche la madre – che era nella sala d’attesa – avesse cambiato idea e non voleva più farla abortire, ma uno dei membri dello staff della clinica l’ha chiusa fuori perché «stava perseguitando» la figlia.
Jessica era incinta di 13 settimane. Ha rifiutato i farmaci antidolorifici perché voleva provare lo stesso dolore che avrebbe provato il suo bambino.
«Nessuno amava il mio bambino tranne me. – ha detto Jessica – Avrei voluto che qualcuno fosse stato lì a dirmi che il mio amore era abbastanza».
Fonte: www.lifenews.com
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