Tutti siamo stati raggiunti dalla notizia di un’adolescente trovata con la cintura dell’accappatoio stretta intorno al collo, priva di vita… ma si susseguono notizie di adolescenti che continuano a togliersi la vita. Agghiacciante e doloroso termine di un’età che dovrebbe rappresentare la spensieratezza, il divertimento, la gioia di vivere e di sperimentare nuovi orizzonti.
Quanti sogni e speranze si affacciano sulla crescita dei nostri giovani? E quanti di loro riescono a realizzarli? Può risultare incredibile ma spesso molti di loro rinunciano per la convinzione di non esserne all’altezza o addirittura perché si ritrovano soli a sfidare un mondo corrotto, ambiguo e spesso ipocritamente illusorio. Un 110 con lode a chi raggiunge il traguardo, ma sono sempre un numero inferiore rispetto a chi indietreggia o addirittura difetta l’obiettivo.
La maggior parte di chi fallisce non riprova, ma cerca altri lidi riversandosi spesso in aree che li faccia sentire vittoriosi e appagati. Dovremmo spiegare a questi giovani che la vita li porta a perdere diversi confronti ma la stessa vita concede vittorie se sono determinati e se ottengono il raggiungimento grazie ai propri meriti, (anziché per i favoritismi dovuti ai nepotismi) possederanno un patrimonio di conoscenze acquisito tramite la consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti per affrontare responsabilmente le situazioni specifiche o atipiche della propria sfera evolutiva in assoluta autonomia .
Hermann Hesse un giorno scrisse «Contro le infamie della vita, le armi migliori sono: la forza d’animo, la tenacia e la pazienza. La forza d’animo irrobustisce, la tenacia diverte e la pazienza dà pace».
Sono passati oltre cinquant’anni dalla presentazione del primo computer interamente progettato e realizzato la Cep, Calcolatrice elettronica pisana e molti altri elaboratori si sono interfacciati come primi computer dando origine a una delle industrie più importanti ed essenziali del mondo. Per i nati degli anni del primo dopo guerra era impensabile che la tecnologia avrebbe potuto sostituire alcune figure nell’ambito professionale e altrettanto inimmaginabile che una scatoletta dalle forme ridotte potesse metterci in comunicazione con tutto il mondo o addirittura potesse divenire uno strumento per giocare virtualmente. Oggi l’uso degli apparati tecnologici hanno invaso la nostra quotidianità in un pianeta in cui siamo stabilmente connessi e incessantemente online.
Parallelamente l’estensione di internet e dei social media sono diventati uno strumento di comunicazione universale. Negli ultimi decenni si sta verificando (specie fra i giovani) una tendenza a un uso eccessivo o inadeguato delle piattaforme tecnologiche che li trascina alla dipendenza di Internet: “Fear of missing out” o la paura di essere tagliati fuori. Uno stato di frustrazione sempre più dilagante fra i nostri giovani sottoposti a una continuativa diffusione di stati o link spesso inconsistenti, pubblicati in tempo reale su social network e media digitali. Per gli psicologi è un problema epocale e generazionale: la dipendenza da smartphone. Un problema che dovrebbe preoccuparci dato che colpisce maggiormente gli adolescenti e nativi digitali.
Moltissimi i minori che espongono la propria immagine incoscientemente senza considerare che quanto messo in rete non ha alcuna protezione. Pur di apparire e conquistare un “successo facile” e un’ampia approvazione molti minori esibiscono aspetti anche fisici. Benché l’età minima per la registrazione su i social sia di 13 anni, non esistono regole rigide per farle rispettare. Quindi, l’unico filtro è la vigilanza e il buon senso da parte dei genitori, che con il tempo cedono alle richieste dei neofiti digitali. Spesso la concessione da parte dei genitori avviene dietro forma di capriccio oppure per evitare che si sentano esclusi.
E ‘utile sapere che esistono social che rendono pubblici tutti gli account per impostazione predefinita, quindi, anche chi non è iscritto può visualizzare le condivisioni degli utenti. Qualsiasi persona o malintenzionato, può prendere contatto con i ragazzini che incuriositi o per incrementare i loro follower sono disponibili ad accettare “amicizie sconosciute”, e infine permette di creare chat estemporanee con chiunque. Quindi non solo sono presenti rischi di pedofilia, pornografia o cyberbullismo, ma sicuramente si segnalano ed anche in maniera preoccupante esibizionismo e competizione. Spesso alcuni social attirano l’interesse di predatori sessuali e pedofili, i quali registrandosi falsamente e attivando account gratuiti e anonimi, hanno accesso a teenagers e bambini che vogliono apparire per acquisire più consensi e Cuori (i like dei classici social) possibili.
TIK TOK E I TOKER
Un esempio preoccupante e frequente è rappresentato dal ballo effettuato da una delle migliaia di TikToker, che esegue un ballo con un top corto o con uno short sexy, sicuramente riceverà commenti e apprezzamenti positivi, ma la cosa più preoccupante, che ci sarà tanta gente che commentando la inviterà a continuare a fare video del genere e ancora più spinti, creando in lei consapevolezza e convinzione nel fargli ricoprire un ruolo di piccola sexy star. Fondamentalmente il successo su TikTok è rappresentato prevalentemente dalla gestione di video dal contenuto sexy e spinto.
Il motore di TikTok è studiato, spinge e induce i TikToker a essere belli per gli altri, ad apparire quanto più possibilmente perfetti, infatti, i profili che hanno la massima popolarità su TikTok evidenziano una percentuale altissima con personalità molto superficiali, dove è evidente che l’ago della bilancia per il successo consiste nell’esporre sempre di più il proprio fisico perfetto e la propria intimità. Elemento di spicco in un sistema di valori che non lascia posto alle differenze e alle imperfezioni: anzi le emargina. Con continui e ripetute osservazioni inappropriate, a volte sotto forma di molestie sugli aspetti fisici. Tantissimi i casi di preadolescenti bersaglio di commenti, giudizi e critiche per i loro video.
Su Tik Tok esistono dei veri e propri modelli da imitare, come la classica ragazza giovanissima dai capelli lunghi e le labbra pronunciate, che si esibisce con atteggiamenti convinti, sexy, e abbigliamento succinto, generando invidia negli altri.
TikTok rappresenta un social con moltissime anomalie, con caratteristiche e peculiarità nocive per i giovani, soprattutto per quelli maggiormente influenzabili, creando in loro il pensiero o la convinzione che per farsi accettare dagli altri sia necessario assomigliare ai top TikToker, per essere etichettati come persone conosciute, alla moda e popolari.
In conclusione, non possiamo ignorare il momento storico che rinchiude forzatamente nelle abitazioni, in balia e in lotta contro un virus sconosciuto che induce a essere maggiormente connessi e online, e che impone e incita a ripensare e ampliare i legami sociali, sia virtuali sia reali. La differenza dagli altri social quali Facebook, Instagram, Snapchat che da sempre costituiscono una miniera infinita di dati personali, la piattaforma cinese presenta troppi lati oscuri nel florido mondo dell’app economy.
Certamente un utilizzo consapevole potrebbe essere rappresentato da un’importante insieme di figli e genitori. La formazione e l’informazione possono estendersi sulle piattaforme social, in modo da catturare l’interesse dei più giovani, attraverso attività di social education, corsi, colloqui con i figli, video, seminari ect…, coordinando l’incoerenza tra online e offline che si sta verificando e della spaccatura fra apparire, essere e identità digitale.
Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amor del Padre non è in lui. Poiché tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non è dal Padre, ma è dal mondo E il mondo passa via con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio dimora in eterno 1 Giovanni 2:12-17
Lella Francese
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