IL CONSUETUDINALE 8 MARZ0 E I SUOI STRAVOLGIMENTI

 Ma è normale, ancora nel 2025, celebrare la Giornata internazionale della Donna?”

Può apparire assurdo e provocatorio ma l’interrogazione arriva, soprattutto, dal genere  femminile.  Analizzando oltre la retorica essa include una risposta predeterminata, ossia l’interpretazione potrebbe leggersi in una frase: “Il rispetto e il riconoscimento della donna dovrebbe essere una realtà in un mondo civile e non accentuato da una giornata dedicata”. 
A differenza delle civiltà arcaiche e bibliche in cui la donna era regina della famiglia e indispensabile nella comunità perché generava la vita; nell’antica Grecia il suo ruolo mutò radicalmente. I grandi filosofi come Platone, Pitagora o Euripide la considerarono ignorante, inferiore, incompleta e soggetta alla potestà del padre per poi passare, dopo il matrimonio, alla potestà del marito. Un oggetto sul quale si aveva il possesso e, medesimamente lo stesso concetto fu applicato nella Roma Antica, a loro erano attribuiti i lavori domestici e la custodia dei figli; le scelte erano solo predomini maschili. Diversamente le mogli degli imperatori erano artefici nella vita politica, di conseguenza potenti e libere.  

Le ere del Medioevo in parallelo col mondo religioso temendo la minaccia della libertà femminile, sovvertirono l’ordine sociale, confinando la donna a pochi diritti: la dote ricevuta in matrimonio, perdendo il diritto di amministrarla, era regolata dal marito, poiché il coniuge gestiva l’economia famigliare; il marito controllava la moglie e le donne non potevano uscire da casa senza essere accompagnate da un uomo appartenente alla famiglia.
Con l’ammissione al lavoro femminile divennero più libere, non più confinate in casa e sottomesse ma le contadine lavoravano nei campi, le artigiane nella bottega del marito. Tuttavia se durante il Medioevo si conquistarono alcune competenze, le crudeltà verso le  donne non cessarono e le continue sopraffazioni  esortarono  le nostre antenate a lottare per la rivendicazione dei diritti femminili.

 Il  Primo documento d’ istanza  per la parificazione legale, politica e sociale delle donne  in correlazione agli uomini: “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” risale  al 5 settembre 1791  (Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne) pubblicata  dalla scrittrice Olympe de Gouges,  col proponimento  di essere presentata e adottata  all’Assemblée Nationale , naufragò rovinosamente a causa del politico e rivoluzionario francese Robespierre , il quale vietò associazioni femminili, proibì e chiuse le sedi dei  giornali e  dei club femminili. Olimpe De Gouges venne decapitata tramite la ghigliottina per aver denunciato insieme con altre donne gli abusi smodati della rivoluzione.  Dopo la Rivoluzione Francese, per mezzo di Napoleone, la fascia femminile dei diritti fu implementata con la concessione di mantenere il proprio cognome dopo il matrimonio, di esercitare indipendentemente attività commerciali, e infine abolizione del dislivello nella distribuzione dell’eredità del patrimonio familiare.

Nel mondo occidentale, tra fine Ottocento e inizio Novecento le rappresentanti del genere femminile iniziarono a far sentire la propria voce e a chiedere gli stessi diritti degli uomini o meglio pari opportunità. L’industrializzazione contribuì in modo fondamentale al cambiamento, perché le donne cominciarono a lavorare e a essere consapevoli della loro capacità equivalente a quella degli uomini se non di più, soprattutto durante le due guerre mondiali, quando dovettero sostituire gli uomini chiamati alle armi.

           
Un evento degno di nota fu VII Congresso della II Internazionale socialista a Stoccarda dal 18 al 24   agosto 1907.  Le “Suffragette”, attiviste inglesi e americane, così ironicamente denominate, erano donne il cui obiettivo era il riconoscimento degli stessi diritti degli uomini: diritto al voto, accesso alle istituzioni pubbliche, libertà professionale, diritto di possedimento etc. Negli stati dove vigeva la democrazia rappresentativa. Il movimento ebbe possibilità di svilupparsi nella società caparbiamente oppressiva e puritana, ma alla quale le donne volevano giustamente liberarsi. Il suffragio universale venne ottenuto tramite l’impegno svolto dai partiti socialisti e il 26 e il 27 agosto fu istituito L’Ufficio delle donne socialiste durante la Prima Conferenza Internazionale. Cionondimeno gli appartenenti al partito socialista opposero resistenza all’alleanza con le femministe borghesi.

Nel febbraio 1908 la rivista The Socialist Woman riportò una dichiarazione della socialista Corinne Brown“Il congresso non alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione“. Il 3 maggio 1908 a Chicago, Corinne  Brown diresse conferenza del Partito socialista, in seguito rinominata “Woman’s Day“, gli argomenti trattati furono: lo sfruttamento nei luoghi di  lavoro nei confronti delle operaie, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto. Le continue rimostranze delle donne convinse il Partito socialista americano a dedicare l’ultima domenica del febbraio del 1909 alla manifestazione per il voto alle donne. La “giornata della donna” si svolse primariamente negli Stati Uniti il 23 febbraio 1909.

Il 26 e 27 agosto del 1910 a Copenaghen durante la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste ricalcarono l’iniziativa americana istituendo un evento universale per la rivendicazione dei diritti delle donne. Negli anni seguenti, negli Stati Uniti e in alcuni Stati Europei la ricorrenza annuale avvenne in date diverse fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale.  La maggior parte delle donne del 900 furono impegnate per la lotta identificativa dei diritti femminili e della Pace.

L”8 marzo 1917 a San Pietroburgo le donne manifestarono per chiedere la fine della guerra. Nel 1921 a Mosca nel corso della Seconda conferenza internazionale delle donne comunista fu stabilito l’8 marzo, ricorrenza della Giornata internazionale dell’operaia.


In Italia la prima giornata della donna ebbe luogo il 12 marzo nel 1922 solo nel 1972 si riconoscerà l’8 marzo come giornata delle donne per mezzo del nascente movimento femminista. La forza delle donne protagoniste e vittime delle lotte affrontate, incoraggiarono attraverso le loro testimonianze a non soccombere ma a unirsi in modo da portare beneficio a una società decadente.

Indipendentemente dall’opinione personale di ritenere necessaria la ricorrenza, seppure in una democrazia civile il rispetto e la considerazione degli esseri dovrebbe essere connaturata indipendentemente dai sessi, le cronache attuali divulgano aspetti allarmanti ed estremi. Se in diverse parti del mondo contemporaneo le donne ricoprono i ruoli decisionali, in altre parti del mondo la stessa emancipazione non è permessa se non addirittura considerata reato.

Nel mondo islamico in cui le donne sono ancora sottoposte all’autorità del padre, dei fratelli, del marito; il loro corpo, considerato una tentazione diabolica per i credenti, è motivo di vergogna e quindi coperto integralmente. La donna, cresciuta, sin dalla nascita secondo le tradizioni tribali di sottomissione (schiavismo) dell’uomo: padre primo e marito dopo e se nella condizione di vedovanza assoggettata ai figli, non ha libertà di espressione e innumerevoli sono i divieti imposti: uscire da sole, viaggiare, lavorare, frequentare corsi d’istruzione superiore, aprire un conto bancario, ricevere un trattamento medico, sposarsi senza il consenso di un tutore né di scegliere lo sposo. I matrimoni contrattati secondo la volontà del padre, si celebrano dietro il versamento di una quota e spesso famiglie indigenti, il cui stato di povertà è estremo. Approvano unioni precoci con uomini più anziani benché le figlie siano bambine di otto o nove anni.

La violenza contro le donne nella vita pubblica e privata è parte integrante di quest’ordine mondiale, benché la violenza contro le donne nella vita pubblica è sempre più sotto i riflettori, si contano ancora molte vittime di abusi o di femminicidi.

Grazie  alle lotte dei secoli scorsi le donne hanno riscoperto il loro valore e la loro determinazione nel potere dei processi decisionali concernenti alla loro vita. La loro dignità le salvaguarda non per essere indicate come vittime ma come soggetti di diritti inconfutabili e quando si prospetta la violazione, il merito derivante deve manifestarsi in giustizia e riparazione.                                

Oggi la giornata della donna ha subito una svalutazione importante per la categoria femminile, se diverse organizzazioni femminili si attivano cercando di coinvolgere l’opinione pubblica sui problemi ancora considerevoli, una gran parte delle donne considerano questa giornata come l’occasione per uscire da sole con le amiche, lasciando mariti, compagni e figli a casa concedendosi qualche libertà non praticata durante altre uscite. Ancora oggi il vero problema è di educare per abolire gli stereotipi incollati al genere femminile. Nella nostra società la donna si divide fra impegni professionali e famigliari, nondimeno resistendo a contrastanti opposizioni, riesce ad ottenere ruoli competitivi nelle varie aree collettive ma ciò non significa che i diritti ottenuti siano permanenti. Il percorso verso l’equità totale degli individui, indipendentemente dalla differenza dei sessi è in salita e l’arrivo è distante. Occorre sensibilizzare e istruire le generazioni presenti verso l’unico obiettivo di salvezza e di speranza per un futuro migliore: il rispetto e l’amore.

“Oh, perché non sei tu come un mio fratello, allattato dal seno di mia madre! Trovandoti fuori, ti bacerei e nessuno mi disprezzerebbe. Ti condurrei, t’introdurrei in casa di mia madre; tu m’istruiresti e io ti darei da bere vino aromatico, succo del mio melograno. La sua sinistra sia sotto il mio capo e la sua destra mi abbracci! Figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro: non svegliate, non svegliate l’amore mio, finché lei non lo desideri! Chi è colei che sale dal deserto appoggiata all’amico suo? Io ti ho svegliata sotto il melo, dove tua madre ti ha partorito, dove quella che ti ha partorito si è sgravata di te. Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio; perché l’amore è forte come la morte, la gelosia è dura come il soggiorno dei morti. I suoi ardori sono ardori di fuoco, fiamma potente. Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, i fiumi non potrebbero sommergerlo. Se uno desse tutti i beni di casa sua in cambio dell’amore, sarebbe del tutto disprezzato. Noi abbiamo una piccola sorella, che non ha ancora mammelle; che faremo della nostra sorella, quando si tratterà di lei? Se è un muro, costruiremo su di lei una torretta d’argento; se è un uscio, la chiuderemo con una tavola di cedro. Io sono un muro, e le mie mammelle sono come torri; io sono stata ai suoi occhi come chi ha trovato pace. Salomone aveva una vigna a Baal-Amon; egli affidò la vigna a dei guardiani, ognuno dei quali portava, come frutto, mille sicli d’argento.    La mia vigna, che è mia, la guardo da me; tu, Salomone, tieni per te i tuoi mille sicli, e ne abbiano duecento quelli che guardano il frutto della tua! Tu che abiti nei giardini, i compagni stanno attenti alla tua voce! Fammela udire! Fuggi, amico mio, come una gazzella o un cerbiatto, sui monti degli aromi!” Cantico dei cantici, capitolo 8

LELLA FRANCESE


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