
Cresce la preoccupazione per lo stato di salute di Amir-Ali Minaei, 31 anni, detenuto per la seconda volta nel carcere di Evin, a Teheran, dall’aprile del 2024. Il giovane cristiano iraniano ha problemi cardiaci ed è stato recentemente picchiato per aver chiesto di essere visitato da un cardiologo.
Amir-Ali sta scontando una condanna a tre anni e sette mesi per “attività di propaganda contro il regime attraverso la creazione di una chiesa in casa”. La sentenza è stata emessa nel marzo dello scorso anno dal famigerato giudice della Corte Rivoluzionaria Iman Afshari.
Amir-Ali è stato arrestato per la prima volta nel dicembre 2023 e detenuto sotto il controllo del Ministero dell’Intelligence. È stato poi rilasciato su cauzione di 10.000 dollari (circa 9.000 euro), dopo una serie di interrogatori intensivi.
Le condizioni cardiache di Amir-Ali sono state diagnosticate tra il suo rilascio su cauzione e la sua condanna. Si ritiene che questi problemi siano stati causati direttamente dallo stress a cui è stato sottoposto durante la sua detenzione iniziale e dalla minaccia di un’ulteriore detenzione.
Le richieste di essere visitato da un cardiologo durante la l’arresto sono state respinte. Aseguito di un’ulteriore richiesta, all’inizio di questo mese, Amir-Ali è stato picchiato da un agente penitenziario. È stato colpito direttamente al petto, e questo ha peggiorato le sue condizioni. Nonostante il pestaggio, Amir-Ali non è ancora stato visitato da un medico. Si teme che le sue condizioni possano peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane, considerando che, con l’inizio della stagione del capodanno persiano, l’accesso a cure regolari diventa ancora più difficile.
Mansour Borji, di Article 18, organizzazione partner di Porte Aperte/Open Doors, ha dichiarato: “Siamo indignati per il rifiuto delle cure mediche ad Amir-Ali e soprattutto per il suo recente pestaggio. Con il capodanno persiano che sta per iniziare, siamo sempre più preoccupati per la sua salute e il suo benessere. È un giovane la cui unica “offesa” è stata quella di incontrare altri cristiani. Chiediamo il suo rilascio immediato e incondizionato e che le autorità iraniane smettano di prendere di mira le Chiese domestiche. Dovrebbero invece riconoscerle per quello che sono: gli unici luoghi di culto disponibili per i cristiani iraniani che desiderano pregare insieme nella loro lingua madre, poiché le chiese delle minoranze armena e assira dell’Iran sono inaccessibili a chi parla persiano”. Amir-Ali ha chiesto la libertà condizionale a gennaio, ma la sua richiesta è stata bloccata dagli agenti del Ministero dell’Intelligence a causa della percepita mancanza di “cooperazione” con loro.
L’Iran si trova alla posizione numero 9 della World Watch List. Nel Paese, i cristiani che si convertono dall’islam affrontano una persecuzione severa: vengono frequentemente arrestati, perseguiti e imprigionati per lunghi periodi, subendo abusi fisici e mentali. In prigione, i cristiani subiscono un trattamento peggiore rispetto agli altri detenuti: privati di esercizio fisico, telefonate, e sottoposti a torture e interrogatori prolungati.
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui